CAPITOLO III

ANNUNCIARE LA VERITA DI GESÙ CRISTO
IN OCEANIA

«Un giorno, mentre, levato in piedi, stava presso il lago di Genesaret e la folla gli faceva ressa intorno per ascoltare la parola di Dio, vide due barche ormeggiate alla sponda. I pescatori erano scesi e lavavano le reti. Salì in una barca, che era di Simone, e lo pregò di scostarsi un poco da terra. Sedutosi, si mise ad ammaestrare le folle dalla barca» (Lc 5, 1-3).


Una nuova evangelizzazione

Evangelizzazione in Oceania

18. L'evangelizzazione è la missione della Chiesa di proclamare al mondo la verità di Dio rivelata in Gesù Cristo. I Padri sinodali erano molto contenti che la communio fosse il tema e lo scopo di qualsiasi evangelizzazione in Oceania (58) e la base di ogni pianificazione pastorale. Nell'evangelizzazione la Chiesa manifesta la propria intima comunione ed agisce come un corpo unico, sforzandosi di portare l'umanità intera all'unità in Dio mediante Cristo. Ogni battezzato ha la responsabilità di annunciare il Vangelo in parole e azioni nel mondo in cui vive.(59) Il Vangelo deve essere udito in Oceania da tutti, credenti o non credenti, nativi e immigrati, ricchi e poveri, giovani e anziani: tutti hanno il diritto di ascoltare il Vangelo e ciò significa che i cristiani hanno il solenne dovere di condividerlo con loro. Oggi occorre una nuova evangelizzazione, così che ognuno possa udire, comprendere e credere nella misericordia di Dio destinata, in Cristo Gesù, a tutti i popoli.

Durante l'Assemblea speciale, i Vescovi hanno condiviso il loro ricco bagaglio di esperienze pastorali e quello delle persone con le quali operano più da vicino; pertanto, hanno potuto discernere insieme nuove prospettive per il futuro della Chiesa in Oceania. Molti di loro hanno parlato del peso dell'isolamento, della necessità di attraversare amplissime distanze e di vivere in ambienti inospitali. Allo stesso tempo, hanno comunicato anche esperienze molto positive della freschezza della fede e della communio, quando le persone accolgono il Vangelo e scoprono l'amore di Dio. I Vescovi hanno parlato inoltre delle speranze e dei timori, delle realizzazioni e delle delusioni, della crescita e del declino delle Chiese particolari in Oceania. Alcuni hanno percepito che la Chiesa come tale si trova in Oceania ad un bivio, che richiede scelte importanti per il futuro. Erano coscienti che le nuove circostanze nel Continente presentano grandi sfide, e che è giunto il tempo per una ripresentazione del Vangelo ai popoli del Pacifico, così che questi possano udire la parola di Dio con fede rinnovata e trovare più abbondante vita in Cristo. Ma per fare ciò, hanno convenuto, occorrono nuove vie e nuovi metodi di evangelizzazione, ispirati da una fede, da una speranza e da un amore più profondi per il Signore Gesù.

Come primo passo nel necessario «rinnovamento della mente» (cfr Rm 12, 2), i Vescovi hanno parlato molto positivamente dei numerosi sforzi per applicare le direttive del Concilio Vaticano II. Essi hanno insistito che queste devono essere poste in atto gradualmente, cosa che implica il bisogno di altre iniziative per rafforzare la fede di quanti sono divenuti deboli e di presentare questa fede in maniera più convincente alla società in genere. L'invito al rinnovamento è una chiamata ad annunciare al mondo la verità di Gesù Cristo rendendo a lui testimonianza, anche sino al punto del supremo sacrificio del martirio. La Chiesa in Oceania è chiamata proprio a ciò; e questa è stata la ragione di fondo per la celebrazione dell'Assemblea Speciale del Sinodo dei Vescovi.(60)

Data la situazione in Oceania, la chiamata di Dio può facilmente non essere udita a causa della trasformazione globale che influenza l'identità culturale e le istituzioni sociali della regione. Alcuni temono che tali cambiamenti possano minare le fondamenta della fede, e condurre a una spossatezza dello spirito e allo scoraggiamento. Di fronte a ciò, dobbiamo ricordare a noi stessi che il Signore ci offre la forza per superare tali tentazioni. La fede in lui è come una casa costruita sulla roccia: «Cadde la pioggia, strariparono i fiumi, soffiarono i venti e si abbatterono su quella casa, ed essa non cadde, perché era fondata sopra la roccia» (Mt 7, 25). Con la potenza dello Spirito Santo, la Chiesa in Oceania si sta preparando per una nuova evangelizzazione di popoli che oggi sono affamati di Cristo. «Ecco ora il momento favorevole, ecco ora il giorno della salvezza!» (2 Cor 6, 2).

Molti Padri sinodali hanno dato voce alla preoccupazione circa la considerazione pubblica della fede cristiana in Oceania, osservando che essa esercita meno influenza su temi che riguardano il bene comune, la moralità pubblica e l'amministrazione della giustizia, lo stato del matrimonio e della famiglia, o il diritto stesso alla vita. Alcuni dei Vescovi hanno segnalato che l'insegnamento della Chiesa è talvolta messo in questione anche dai cattolici. Nella misura in cui ciò è vero, sorprende poco che la voce della Chiesa sia meno influente nella vita pubblica.

Le sfide della modernità e della post-modernità vengono sperimentate da tutte le Chiese particolari in Oceania, ma con speciale forza da quelle che vivono in società più potentemente toccate dalla secolarizzazione, dall'individualismo e dal consumismo. Molti Vescovi hanno individuato i segni di un affievolimento della fede e della pratica cattolica nella vita delle persone nella misura in cui accettano una visione completamente secolare quale norma di giudizio e di comportamento. A tale proposito, già il Papa Paolo VI mise in guardia i credenti osservando che «vi è un rischio di ridurre tutto ad un umanesimo terreno, di dimenticare la dimensione morale e spirituale della vita, e di non preoccuparsi del necessario rapporto dell'uomo con il Creatore».(61) La Chiesa deve adempiere alla sua missione evangelizzatrice in un mondo sempre più secolarizzato. Il senso di Dio e della sua amorevole Provvidenza è in molti diminuito, persino in settori interi della società. L'indifferenza pratica alle verità e ai valori religiosi oscura il volto dell'amore di Dio. Perciò, «tra le priorità di un rinnovato impegno di evangelizzazione vi è quello di promuovere un ritorno al senso del sacro, ad una consapevolezza della centralità di Dio nella globalità dell'esperienza umana».(62) La nuova evangelizzazione è una priorità per la Chiesa in Oceania. In un certo senso, la missione della Chiesa è semplice e chiara: proporre ancora una volta all'umana società tutto il Vangelo della salvezza in Gesù Cristo. Essa è inviata al mondo contemporaneo, agli uomini e alle donne del nostro tempo, «a predicare il Vangelo [...] perché non venga resa vana la croce di Cristo. La parola della croce infatti [...] è potenza di Dio» (1 Cor 17-18).(63)

Gli agenti dell'evangelizzazione

19. Come gli Apostoli, i Vescovi sono inviati nelle loro Diocesi come primi testimoni del Risorto. Uniti attorno al Successore di Pietro, formano un Collegio responsabile di diffondere il Vangelo nel mondo. Durante l'Assemblea speciale per l'Oceania, i Vescovi hanno riconosciuto di essere loro stessi i primi chiamati ad una rinnovata vita e testimonianza cristiana. Un maggiore studio della Scrittura e della Tradizione, alimentato dalla preghiera, li condurrà ad una più profonda conoscenza e amore della fede. In tal modo, come Pastori del loro popolo, contribuiranno ancor più efficacemente all'opera della nuova evangelizzazione.(64) Come gli Atti degli Apostoli attestano chiaramente, caratteristica peculiare della missione apostolica sostenuta dallo Spirito Santo è il coraggio di annunciare «la parola di Dio con franchezza» (4, 31). Tale coraggio fu dato loro in risposta alla preghiera di tutta la comunità: «Concedi ai tuoi servi di annunziare con tutta franchezza la tua parola» (4, 29). L'identico Spirito rende anche oggi i Vescovi capaci di parlare con chiarezza e con coraggio quando si trovano davanti ad una società che ha bisogno di ascoltare la parola della verità cristiana. I cattolici dell'Oceania continuano a pregare con fervore affinché, come gli Apostoli, i loro Pastori siano testimoni audaci di Cristo; e il Successore di Pietro si unisce a loro nella preghiera.

Insieme con i Vescovi, tutti i fedeli di Cristo - sacerdoti, consacrati e laici - sono chiamati a proclamare il Vangelo. La loro communio si esprime in uno spirito di collaborazione, essa stessa testimonianza potente al Vangelo. I sacerdoti sono i più stretti cooperatori dei Vescovi e costituiscono per loro il maggiore aiuto nell'opera dell'evangelizzazione, particolarmente nelle comunità parrocchiali affidate alle loro premure.(65) Essi offrono il Sacrificio di Cristo per le necessità della comunità, riconciliano con Dio e con la comunità i peccatori, rafforzano i malati nel loro pellegrinaggio verso la vita eterna,(66) rendendo perciò l'intera comunità capace di dare testimonianza al Vangelo in ogni istante della vita e della morte. Uomini e donne nella vita consacrata sono segni viventi del Vangelo. I voti di povertà evangelica, di castità e di obbedienza sono un itinerario sicuro per una più profonda conoscenza e amore di Cristo, e da questa intimità con il Signore discende il loro servizio consacrato nella Chiesa, cosa che si è rivelata una grazia potente in Oceania.(67) Anche i laici hanno il proprio specifico ruolo nel consacrare il mondo a Dio, e molti di loro giungono ad un più profondo senso del loro ruolo indispensabile nella missione evangelizzatrice della Chiesa.(68) Attraverso la testimonianza di amore nel sacramento del Matrimonio o la generosa dedizione di persone chiamate ad una vita celibe, mediante l'attività nel mondo, di qualsiasi genere essa sia, i laici possono e devono essere vero lievito in ogni angolo della società in Oceania. Proprio da questo dipende in larga parte il successo della nuova evangelizzazione.

Un nuovo annuncio di Cristo deve sgorgare da un rinnovamento interiore della Chiesa, e ogni rinnovamento nella Chiesa deve avere la missione come suo scopo per non cadere preda di una specie di introversione ecclesiale. Ogni aspetto della missione della Chiesa nel mondo deve scaturire da un rinnovamento che procede dalla contemplazione del volto di Cristo.(69) Tale rinnovamento, a sua volta, fa sorgere nuove strategie pastorali. A tale proposito, l'Assemblea Speciale ha invitato le comunità locali a contribuire alla nuova evangelizzazione coltivando uno spirito di fraternità nelle loro liturgie e nelle loro attività sociali ed apostoliche; avvicinando i cattolici non praticanti o lontani; rafforzando l'identità delle scuole cattoliche, offrendo opportunità agli adulti di crescere nella fede mediante programmi di studio e di formazione; insegnando e spiegando la dottrina cattolica in maniera efficace a quanti sono fuori della comunità cristiana, e facendo sì che l'insegnamento sociale della Chiesa influisca sulla vita civile in Oceania.(70) Con queste ed altre simili iniziative, il Vangelo sarà presentato alla società in modo più convincente e potrà influenzare la cultura più profondamente.

I primi cristiani furono sospinti dallo Spirito Santo a credere in Cristo e ad annunciarlo quale unico Redentore del mondo, inviato dal Padre. In ogni epoca, il vero agente del rinnovamento e dell'evangelizzazione è lo Spirito Santo, che certamente non mancherà di aiutare ora la Chiesa a trovare, in una società in rapido cambiamento, le energie evangelizzatrici e i metodi necessari; né la nuova evangelizzazione mancherà di portare frutti meravigliosi dello Spirito Santo ai popoli dell'Oceania, allo stesso modo dei primi cristiani, quando incontrarono il Risorto e ricevettero il dono del suo amore, che è più forte persino della morte.

Il primato dell'annuncio

20. Il kerygma è la parola di Dio annunciata al fine di porre l'umanità nel giusto rapporto con Dio mediante la fede in Cristo. Vediamo all'opera la potenza del kerygma nella prima comunità di Gerusalemme: «Erano assidui nell'ascoltare l'insegnamento degli Apostoli e nell'unione fraterna, nella frazione del pane e nelle preghiere» (At 2, 42). Questa è l'essenza della vita della Chiesa, il frutto della prima evangelizzazione. L'adesione a Gesù Cristo si manifesta mediante la fede nella sua parola annunciata dalla Chiesa. Si chiede san Paolo: «E come lo annunzieranno, senza essere prima inviati?» (Rm 10, 15); e in verità Cristo inviò gli Apostoli, la cui voce si diffuse «per tutta la terra e la parola sino ai confini del mondo» (cfr Sal 18 [19], 5). Quali «testimoni della verità divina e cattolica»,(71) i missionari in Oceania hanno viaggiato per terra e per mare, sono passati attraverso deserti e inondazioni, hanno affrontato grandi difficoltà culturali nel compimento della loro opera eccezionale. Ispirati dalla storia della nascita della Chiesa in Oceania, i Padri Sinodali hanno percepito il bisogno di una nuova e coraggiosa predicazione del Vangelo ai nostri giorni.

La Chiesa si trova ad affrontare una doppia sfida nel cercare di annunciare il Vangelo in Oceania: da una parte le religioni e le culture tradizionali, dall'altra il moderno processo di secolarizzazione. In un caso e nell'altro, il primo e più urgente dovere è l'annuncio di Cristo risorto da riproporre in un incontro personale capace di condurre l'interlocutore alla conversione del cuore e alla richiesta del Battesimo.(72) Sia che si trovi ad affrontare le religioni tradizionali o una filosofia raffinata, la Chiesa annuncia con parole e fatti «la verità che è in Gesù» (Ef 4, 21; cfr Col 1, 15-20). Alla luce di tale verità, essa offre il proprio contributo alla discussione sui valori e principi etici, che concorrono alla felicità della vita umana e alla pace della società. La fede deve essere sempre presentata in un modo razionalmente coerente, favorendone così la penetrazione in campi sempre più vasti dell'esperienza umana. La fede, infatti, ha in sé la forza di plasmare la cultura stessa penetrandone le motivazioni sin nel suo nucleo essenziale. Allertata sia dalla tradizione cristiana che dai cambiamenti culturali contemporanei, la parola della fede e della ragione deve andare di pari passo con la testimonianza della vita se si vuole che l'evangelizzazione rechi frutto. Al di sopra di tutto c'è, tuttavia, bisogno di un annuncio senza paura di Cristo, c'è bisogno di una «parresia della fede».(73)

Evangelizzazione e mezzi di comunicazione

21. Nel mondo contemporaneo, i mezzi di comunicazione sociale sono sempre più potenti come agenti della modernizzazione, anche nelle zone più remote dell'Oceania. Essi hanno un grande impatto sulla vita delle persone, sulla loro cultura, sul loro pensiero morale o sul loro comportamento religioso, per cui, quando sono usati in maniera indiscriminata, possono avere un effetto deleterio sulle culture tradizionali. I Padri del Sinodo hanno invocato una maggiore consapevolezza del potere dei media che «offrono una eccellente opportunità alla Chiesa di evangelizzare, e di costruire la comunità e la solidarietà».(74) Realmente i mass media offrono spesso l'unico contatto che la Chiesa ha con i non cattolici o la comunità in senso più ampio e, pertanto, dovrebbero essere usati in modo creativo e responsabile.(75)

Laddove è possibile, la Chiesa dovrebbe escogitare un piano pastorale per le comunicazioni a livello nazionale, diocesano e parrocchiale. Il coordinamento degli sforzi ecclesiali è necessario per meglio assicurare la preparazione di quanti rappresentano la Chiesa nei mass media,(76) come pure per incoraggiare laici di provata fede ad entrare in quel mondo come risposta ad una vocazione. E un segno di speranza il fatto che i cristiani che operano nei mezzi di comunicazione stiano dimostrando il loro impegno nei valori cristiani. Con la loro assistenza, materiali e programmi religiosi che riflettono valori umani e morali possono essere prodotti professionalmente, anche se il finanziamento di tali attività è spesso un problema. Un centro cattolico per i mezzi di comunicazione per l'intera Oceania potrebbe essere un valido aiuto per l'uso dei mass media nel campo dell'evangelizzazione. I Vescovi hanno pure espresso preoccupazione per gli standard di decenza nei mezzi di comunicazione pubblici e denunciato il livello di violenza in essi raggiunto.(77) I responsabili della Chiesa devono collaborare quando viene steso un codice dei comportamenti etici per i mass media,(78) come pure le famiglie e i giovani necessitano di assistenza per valutare criticamente il contenuto dei programmi. Perciò, le istituzioni educative cattoliche hanno un ruolo vitale nell'aiutare le persone, specie i giovani, a giungere ad una comprensione critica dei media. La fede cristiana ci sfida a divenire ascoltatori, spettatori e lettori che sanno scegliere.(79)

Preoccupazione i Vescovi hanno pure espresso per l'utilizzazione della pubblicità nei mass media, rilevando il grande influsso che essa possiede nell'incoraggiare sia il bene sia il male. Il processo di globalizzazione e il crescente scenario di monopoli nei mezzi di comunicazione offre alla pubblicità un potere ancor più grande sulle persone. Con la forza delle immagini e delle suggestioni, essa propaga spesso una cultura consumistica, riducendo le persone a ciò che possiedono o che possono acquistare. Le porta a credere che non vi è nulla al di là di ciò che una economia di consumo può offrire. «La più grande preoccupazione riguardo a un simile potere è che, per la maggior parte, diffonde senza sosta un'ideologia totalmente in conflitto con la visione della fede cattolica».(80)


La sfida della fede oggi

Catechesi

22. La missione della Chiesa di «annunciare la verità di Gesù Cristo» oggi in Oceania la richiama a rinnovare la catechesi, l'istruzione e la formazione nella fede. L'impatto dei mass media nella vita delle persone illustra quanto fortemente una nuova realtà sociale richieda modi innovativi di presentare la fede. Lo scopo della catechesi è di educare i bambini, i giovani e gli adulti nella fede, «la quale comprende in special modo un insegnamento della dottrina cristiana, generalmente dato in modo organico e sistematico, al fine di iniziarli alla pienezza della vita cristiana».(81) I Padri sinodali hanno proposto un maggiore impegno sia economico che di personale per raggiungere anche i soggetti più facilmente ignorati. Il bisogno di corsi completi per adulti e fanciulli con necessità speciali, i quali non frequentano scuole cattoliche, esige una cura particolare e una pianificazione sistematica. Fra tutti i diritti umani, basilare è la libertà di religione, che include il diritto di essere istruiti nella fede.(82) «Ogni battezzato, per il fatto stesso del Battesimo, possiede il diritto di ricevere dalla Chiesa un insegnamento e una formazione che gli permettano di raggiungere una vera vita cristiana».(83) Questo richiede che i governi e le autorità scolastiche assicurino che tale diritto sia effettivamente rispettato. «Dove vi è un autentica collaborazione fra il governo e la Chiesa nell'istituire e far funzionare le scuole, l'educazione dei bambini e dei giovani del Paese viene grandemente promossa».(84) Religiosi e religiose, laici e sacerdoti hanno faticato a tale scopo, spesso con sforzi prodigiosi e tanti sacrifici. Il loro lavoro deve essere consolidato ed esteso per far sì che tutti i battezzati crescano nella fede e nella comprensione della verità di Cristo.

Ecumenismo

23. I Padri del Sinodo hanno constatato come la divisione tra i cristiani sia un grande ostacolo alla credibilità della testimonianza della Chiesa. Essi hanno espresso l'accorato desiderio che lo scandalo della divisione non continui e che siano fatti nuovi sforzi di riconciliazione e di dialogo, così che lo splendore del Vangelo possa irradiarsi più chiaramente.

In molte aree missionarie dell'Oceania, le differenze tra Chiese e Comunità ecclesiali nel passato hanno condotto a competizioni e contrapposizioni. Nei tempi recenti, tuttavia, le relazioni sono state più positive e fraterne. La Chiesa in Oceania ha dato all'ecumenismo alta priorità e ha portato freschezza e apertura alle attività ecumeniche. Sono accolte con favore le occasioni per «un dialogo di salvezza»,(85) teso ad una maggiore comprensione ed arricchimento reciproci. Il forte desiderio dell'unità nella fede e nel culto è uno dei doni dello Spirito Santo all'Oceania,(86) e la cooperazione nelle aree della carità e della giustizia sociale è un chiaro segno di fraternità cristiana. L'ecumenismo ha trovato in Oceania terreno fertile nel quale radicarsi, dato che in molti luoghi le comunità locali sono strettamente unite. Un desiderio ancor maggiore di unità nella fede aiuterà a mantenere unite insieme tali comunità. Il desiderio di comunione più profonda in Cristo era simboleggiato al Sinodo dalla presenza di delegati fraterni di altre Chiese e Comunità ecclesiali. I loro contributi sono stati incoraggianti ed utili nel promuovere progressi verso l'unità voluta da Cristo.

Nell'attività ecumenica, è essenziale che i cattolici siano più preparati nella conoscenza della dottrina, della tradizione e della storia della Chiesa, così che, comprendendo più profondamente la propria fede, sappiano impegnarsi meglio nel dialogo e nella collaborazione ecumenici. Vi è la necessità inoltre di un «ecumenismo spirituale», inteso come ecumenismo di preghiera e di conversione del cuore. L'orazione ecumenica condurrà a una condivisione di vita e di servizio nella quale i cristiani fanno insieme tutto ciò che è possibile fare nelle circostanze attuali. Un «ecumenismo spirituale» può portare anche a un dialogo dottrinale, o a un suo consolidamento là dove già esiste. I Padri sinodali hanno ritenuto molto utile avere, per l'uso comune, edizioni della Scrittura e preghiere accettate ecumenicamente; hanno sostenuto, inoltre, il desiderio che si desse maggiore attenzione ai bisogni pastorali di famiglie i cui membri appartengono a differenti comunità cristiane; infine, hanno incoraggiato le commissioni ecclesiali, là dove possibile, a condividere i servizi sociali con altre comunità cristiane. E cosa buona che i responsabili cristiani agiscano di concerto e rendano dichiarazioni comuni su problemi religiosi o sociali, quando tali dichiarazioni sono necessarie e opportune.(87)

Gruppi fondamentalisti

24. L'ecumenismo necessita di essere distinto dall'approccio ecclesiale a gruppi o movimenti religiosi fondamentalisti, alcuni dei quali sono di ispirazione cristiana. In alcune aree missionarie, i Vescovi sono preoccupati degli effetti che simili gruppi o sette stanno avendo sulla comunità cattolica. Alcuni di essi basano le proprie idee su una lettura della Scrittura che adopera spesso immagini apocalittiche, minacce di un futuro fosco per il mondo, e promesse di ricompense economiche per i loro seguaci. Mentre alcuni di questi gruppi sono apertamente ostili alla Chiesa, altri desidererebbero impegnarsi nel dialogo. Nelle società più sviluppate e secolarizzate vi è una crescente apprensione per gruppi cristiani fondamentalisti che attirano giovani lontano dalla Chiesa e persino dalle famiglie. Molti movimenti diversi offrono una specie di spiritualità quale supposto rimedio agli effetti dannosi di una cultura tecnologica alienante nei confronti della quale le persone si sentono spesso disarmate. La presenza e l'attività di tali gruppi e movimenti sono una sfida alla Chiesa, affinché rivitalizzi il suo approccio pastorale e sia più accogliente verso i giovani e quanti sono in grave bisogno spirituale o materiale.(88) Inoltre, è una situazione che richiede una migliore catechesi biblica e sacramentale ed una formazione spirituale e liturgica appropriata. Vi è pure il bisogno di una nuova apologetica, secondo l'insegnamento di san Pietro di essere «pronti sempre a rispondere a chiunque vi domandi ragione della speranza che è in voi» (1 Pt 3, 15). Così, i fedeli avranno più fiducia nella propria fede cattolica e saranno meno esposti agli allettamenti di questi gruppi e movimenti, che spesso danno in cambio l'opposto di ciò che promettono.

Dialogo interreligioso

25. Maggiori opportunità di spostamento e più facili possibilità di immigrazione si sono risolte in incontri senza precedenti fra le culture del mondo, e questa è la ragione della presenza in Oceania delle grandi religioni non cristiane. Alcune città hanno comunità ebraiche, costituite da un considerevole numero di sopravvissuti all'Olocausto; esse possono avere un ruolo importante nel rapporti ebraico-cristiani. In alcune parti vi sono pure comunità musulmane fondate da lunga data, in altre, vi sono comunità indù, ed ancora in altre aree si stanno fondando dei centri buddisti. E importante che i cattolici conoscano meglio tali religioni, i loro insegnamenti, i loro modi di vita e il loro culto. Là dove genitori appartenenti a queste religioni iscrivono i figli in scuole cattoliche, la Chiesa ha un compito particolarmente delicato.

La Chiesa in Oceania deve studiare più accuratamente le religioni tradizionali delle popolazioni indigene, per entrare più efficacemente in quel dialogo richiesto dall'annuncio cristiano. «L'annuncio e il dialogo, ciascuno nel proprio ambito, sono ambedue considerati come elementi integranti e forme autentiche dell'unica missione evangelizzatrice della Chiesa. Ambedue sono orientati verso la comunicazione della verità salvifica».(89) Per poter perseguire un dialogo fruttuoso con queste religioni, la Chiesa ha bisogno di esperti in filosofia, antropologia, religioni comparate, scienze sociali e, soprattutto, in teologia.

 

Speranza per la società

L'insegnamento sociale della Chiesa

26. La Chiesa guarda all'apostolato sociale come ad una parte integrante della missione evangelizzatrice, per dire al mondo una parola di speranza; il suo impegno in tal senso può essere visto nel contributo che offre allo sviluppo umano, nella promozione dei diritti umani, nella difesa della vita umana e della sua dignità, nella giustizia sociale e nella protezione dell'ambiente. I Padri del Sinodo erano profondamente uniti al loro popolo nell'esprimere la determinazione di agire contro le ingiustizie, la corruzione, le minacce alla vita e le nuove forme di povertà.(90)

Verso la fine del XIX secolo, quando la società industriale e consumistica era ai primi passi, la Chiesa in Oceania accolse con favore l'insegnamento sociale pontificio sui diritti dei lavoratori all'occupazione e al giusto salario. Nei Paesi in via di sviluppo in Oceania, la dottrina sociale della Chiesa è stata recepita bene, specialmente a partire dal Concilio Vaticano II, e i Vescovi l'hanno insegnata in maniera efficace, nonché applicata alle questioni sociali correnti. Dichiarazioni della Federazione delle Conferenze Episcopali dell'Oceania, delle singole Conferenze Episcopali e di Vescovi riflettono l'intera gamma dell'insegnamento sociale della Chiesa ed illustrano come essa abbia cercato di promuovere la causa dei popoli indigeni e i diritti delle nazioni più piccole, come pure di rinsaldare i vincoli della solidarietà internazionale. La Chiesa ha pure aiutato a sviluppare forme democratiche di governo che rispettano i diritti umani, l'autorità della legge e la sua giusta applicazione.

Senza dubbio simile impegno nella giustizia sociale e nella pace è una parte integrale della missione della Chiesa nel mondo.(91) Tuttavia, questa missione non dipende dal potere politico. «La Chiesa si interessa degli aspetti temporali del bene comune in quanto sono ordinati al Bene supremo, nostro ultimo fine».(92) L'insegnamento sociale della Chiesa deve essere insegnato e posto in atto in maniera ancor più efficace in Oceania, specialmente mediante strutture come le commissioni per la giustizia e la pace. Tale insegnamento sociale deve essere «chiaramente presentato ai fedeli con termini comprensibili e testimoniato da uno stile di vita semplice».(93) Si deve fare un'analisi più penetrante dell'ingiustizia economica e della corruzione così che si possano proporre misure adeguate per superarle. Le organizzazioni cattoliche coinvolte nell'azione a favore della giustizia sono incoraggiate ad essere attente alle nuove forme di povertà e di ingiustizia e ad aiutare a eliminarne le cause.

Diritti umani

27. I Padri sinodali hanno manifestato il desiderio che i popoli dell'Oceania diventino ancor più consci della dignità umana, basata sul fatto che tutti sono creati ad immagine di Dio (cfr Gn 1, 26). Il rispetto per ogni persona umana comporta il rispetto per i diritti inviolabili, che discendono dalla dignità della persona. Tutti i diritti basilari vengono prima della società e da questa devono essere riconosciuti.(94) Il non rispetto della dignità o dei diritti della persona è contrario al Vangelo ed è distruttivo nei confronti della società umana. La Chiesa incoraggia giovani e adulti a rispondere in modo efficace all'ingiustizia e alla mancanza di rispetto dei diritti umani, alcuni dei quali in Oceania o sono minacciati o hanno bisogno di essere maggiormente rispettati.

Fra questi c'è il diritto al lavoro e all'impiego, così che le persone possano sostenersi, formare ed educare una famiglia. La disoccupazione dei giovani è una grave preoccupazione, che in alcuni Paesi aumenta l'incidenza dei suicidi tra la gioventù. I sindacati possono svolgere un ruolo insostituibile nel difendere i diritti dei lavoratori. I politici, i pubblici amministratori e la polizia, per essere fedeli alle loro mansioni, devono essere onesti ed evitare la corruzione in tutte le sue forme, poiché ciò costituisce sempre un'ingiustizia seria nei confronti dei cittadini. Lavorando insieme con i politici, con gli uomini d'affari e con i capi della società, i responsabili della Chiesa possono offrire una preziosa assistenza nel formulare linee di comportamento etiche su questioni che toccano il bene comune, e far sì che tali linee siano messe in atto.

Senza pretendere di essere esperti nel campo, i responsabili ecclesiali devono essere ben al corrente dei problemi economici e del loro impatto sulla società. I Padri del Sinodo hanno chiaramente ripetuto che «una teoria che fa del profitto la regola esclusiva e il fine ultimo dell'attività economica è moralmente inaccettabile»; (95) il cosiddetto «razionalismo economico» (96) è un principio che tende sempre di più a dividere le nazioni ricche e povere, le comunità e gli individui. Le nazioni più piccole dell'Oceania sono particolarmente vulnerabili alle politiche economiche basate su una filosofia sociale di questo tipo, che ha un senso affievolito della giustizia distributiva, ed è troppo poco preoccupata che ciascuno abbia le cose necessarie alla vita nonché uno sviluppo umano integrale. Il fatto che le famiglie soffrano a causa di queste politiche economiche è particolarmente preoccupante. I Vescovi hanno indicato che un ulteriore fenomeno distruttivo in Oceania è la diffusione del gioco d'azzardo, specialmente in case da gioco che promettono una soluzione veloce e spettacolare delle difficoltà economiche, mentre in realtà conducono le persone ad una situazione di difficoltà ancor maggiore.

I popoli indigeni

28. Politiche economiche ingiuste danneggiano specialmente i popoli indigeni, le nazioni giovani e le loro culture tradizionali; è compito della Chiesa aiutare le culture indigene a preservare la propria identità e a mantenere le proprie tradizioni. Il Sinodo ha fortemente incoraggiato la Santa Sede a continuare la difesa della Dichiarazione delle Nazioni Unite sui Diritti dei Popoli Indigeni.(97)

Un caso speciale è quello degli Aborigeni australiani, la cui cultura lotta per sopravvivere. Per molte migliaia di anni essi hanno cercato di vivere in armonia con l'ambiente sovente aspro del loro «grande Paese»; ora, tuttavia, la loro identità e la loro cultura sono gravemente minacciate. In tempi più recenti, però i loro sforzi congiunti volti ad assicurare la sopravvivenza e ottenere giustizia hanno cominciato a dar frutti. C'è un proverbio proveniente dalla vita nelle foreste nell'Australia, che è stato riferito nell'Aula del Sinodo: «Se rimarrete strettamente uniti, sarete come un albero dritto nel mezzo di un incendio che brucia e consuma il legno nella boscaglia. Le foglie ne risultano inaridite e la robusta scorza viene scalfita e bruciata; ma all'interno dell'albero la linfa continua a scorrere, e sotto la terra le radici sono ancora robuste. Come quell'albero voi avete sopportato le fiamme, e avete ancora il potere di rinascere. E giunto adesso il momento di rinascere!».(98) La Chiesa sosterrà la causa di tutti i popoli indigeni che cercano un riconoscimento giusto ed equo della propria identità e dei propri diritti.(99) I Padri sinodali hanno manifestato il loro sostegno alle aspirazioni dei popoli indigeni per una giusta soluzione alla complessa questione dell'alienazione delle loro terre.(100)

Ogni qualvolta la verità è stata negata da governi o da loro organismi o persino da comunità cristiane, il male fatto ai popoli indigeni deve essere onestamente riconosciuto. Il Sinodo ha sostenuto l'istituzione di «Commissioni di verità»,(101) là dove possono aiutare a risolvere ingiustizie storiche e a promuovere la riconciliazione all'interno della società più vasta o della Nazione. Il passato non può essere cambiato, ma un onesto riconoscimento di passate ingiustizie può condurre a misure e atteggiamenti che aiutano a rettificare gli effetti dannosi sia per la comunità indigena sia per la società in senso più ampio. La Chiesa esprime profondo rincrescimento e chiede perdono là dove i suoi figli sono stati o sono tuttora complici di questi errori. Consapevoli delle ingiustizie vergognose fatte a danno dei popoli indigeni dell'Oceania, i Padri sinodali hanno chiesto scusa senza riserve per la parte in esse svolta da membri della Chiesa, specialmente quando bambini furono separati a forza dalle loro famiglie.(102) I governi sono invitati a perseguire con maggiore energia programmi che migliorino le condizioni e gli standard di vita dei gruppi indigeni nei campi vitali della salute, dell'educazione, dell'impiego e della casa.

Aiuto per lo sviluppo

29. Come nella Chiesa primitiva ciascuna comunità cristiana era legata all'altra dall'ospitalità offerta ai pellegrini, dalla reciproca assistenza e dalla condivisione di risorse materiali e umane, la solidarietà pratica tra le Chiese particolari in Oceania rende visibile al mondo la communio. Molte economie nazionali in Oceania sono tuttora dipendenti dall'aiuto internazionale e hanno bisogno di un continuo sostegno economico per lo sviluppo. Mentre l'aiuto per lo sviluppo socio-economico viene offerto generosamente dalle agenzie internazionali, la Chiesa ha difficoltà ad ottenere aiuto diretto per i suoi progetti pastorali, anche se molti di essi giungono ben oltre i confini della comunità cattolica. Data questa situazione, il Sinodo ha raccomandato che le agenzie di sostegno collegate alla Chiesa rivedano i loro criteri, così da aprire le loro risorse alle opere apostoliche che sono un pre-requisito necessario allo sviluppo sociale richiesto per migliorare i livelli di vita.(103)

I Padri sinodali hanno chiesto inoltre che la Chiesa diffusa nelle parti più ricche dell'Oceania «condivida le proprie risorse con le varie Chiese particolari del Pacifico e cooperi con loro nell'istituzione di legami con organismi finanziatori».(104) Né la Chiesa in Oceania può essere indifferente al destino delle Chiese più povere della vicina Asia, ogni qual volta queste si trovano ad aver bisogno del suo aiuto e dei suoi servizi. Il Sinodo riconosce con gratitudine i generosi contributi in denaro e in risorse dati da cattolici per sostenere programmi, e specialmente l'opera del personale laico impegnato in situazioni a volte molto difficili al fine di migliorare le condizioni umane in Oceania.

La santità della vita

30. Nelle società più secolarizzate e ricche dell'Oceania, il diritto alla vita è tra quelli maggiormente in pericolo. Vi è una profonda contraddizione in questo fatto, dato che queste spesso sono società che parlano in maniera molto insistente di diritti umani mentre al contempo negano il diritto più basilare di tutti. Non disse forse Cristo stesso: «Io sono venuto perché abbiano la vita e l'abbiano in abbondanza» (Gv10, 10)? In realtà, «il Vangelo della vita sta al cuore del messaggio di Gesù».(105) Nell'attuale conflitto fra una «cultura della vita» e una «cultura della morte», la Chiesa deve difendere il diritto alla vita dal momento del concepimento sino al momento della morte naturale, in ogni stadio dello sviluppo. I valori morali e sociali che dovrebbero plasmare la società sono basati sulla sacralità della vita creata da Dio. Il presentare una chiara prospettiva circa l'origine dell'umanità da Dio creatore e il suo eterno destino aiuterà molte persone ad intravedere il vero valore della vita. Non è che la Chiesa voglia imporre la sua moralità ad altri; essa vuole piuttosto essere fedele alla sua missione di condividere la verità piena sulla vita, insegnata da Gesù Cristo. La promozione della sacralità della vita è una conseguenza della comprensione cristiana dell'umana esistenza. Tale messaggio deve essere insegnato dalla Chiesa non soltanto all'interno della comunità cattolica, bensì, in modo profetico, alla società intera così da annunciare la potenza e la bellezza del Vangelo della vita.

Su questo punto, la testimonianza delle istituzioni sanitarie cattoliche è essenziale, come lo è quella dei mass media nel promuovere il valore della vita. Per presentare la posizione della Chiesa alla pubblica opinione in modo chiaro e fedele su questioni bioetiche e sanitarie, i Vescovi, i sacerdoti e gli esperti in diritto e medicina debbono essere istruiti in modo adeguato.(106) La vita deve essere promossa e la sua santità difesa contro ogni minaccia di violenza nelle sue varie forme, specialmente la violenza contro i più deboli, e cioè gli anziani, i morenti, le donne, i fanciulli, i disabili e i non nati.

L'ambiente

31. L'Oceania è una parte del mondo di grande bellezza naturale, ed è riuscita a conservare aree che rimangono inviolate. La regione offre a tutt'oggi ai popoli indigeni un luogo per vivere in armonia con la natura e vicendevolmente tra di loro.(107) Poiché la creazione fu affidata alla gestione dell'uomo, il mondo naturale non è semplicemente una risorsa da essere sfruttata, ma anche una realtà da essere rispettata ed anche venerata quale dono a lui affidato da Dio. E compito degli esseri umani curare, preservare e coltivare i tesori della creazione. I Padri sinodali si sono rivolti ai popoli dell'Oceania affinché si rallegrino sempre della gloria della creazione in spirito di gratitudine verso il Creatore.

Tuttavia, la bellezza naturale dell'Oceania non è sfuggita ai danni dello sfruttamento umano. I Padri del Sinodo hanno esortato i governi e i popoli dell'Oceania a proteggere questo ambiente prezioso per le generazioni presenti e future.(108) E loro speciale responsabilità assumersi, a nome dell'intera umanità, la gestione dell'Oceano Pacifico, che contiene oltre la metà delle risorse idriche della terra. Il buono stato di salute di questo e di altri oceani è cruciale per il benessere dei popoli, non soltanto in Oceania ma anche in ogni parte del mondo.

Le risorse naturali dell'Oceania devono essere protette contro politiche dannose di alcune nazioni industrializzate e di società multinazionali sempre più potenti, che possono portare alla deforestazione, alla spoliazione della terra, all'inquinamento dei fiumi mediante attività minerarie, la pesca oltre misura di specie redditizie, o la contaminazione dei fondali marini con scorie industriali o nucleari. Lo scarico di rifiuti nucleari nell'area costituisce un ulteriore pericolo per la salute della popolazione indigena. E importante, però, riconoscere che l'industria può recare grandi benefici quando è intrapresa nel dovuto rispetto per i diritti e la cultura della popolazione locale e per l'integrità dell'ambiente.

 

L'attività caritativa

Istituzioni cattoliche

32. La storia della Chiesa in Oceania non può essere raccontata senza dire le vicende dei contributi eccezionali della Chiesa nel campo dell'educazione, della salute e del benessere sociale. Le istituzioni cattoliche consentono che la luce del Vangelo penetri culture e società, evangelizzandole come se fosse dal di dentro. A motivo dell'attività di missionari cristiani, antiche forme di violenza hanno lasciato il posto a prassi ispirate alla legge e alla giustizia. Mediante l'educazione, sono stati formati leader cristiani e cittadini responsabili, e valori morali cristiani hanno forgiato la società. Mediante i programmi educativi, la Chiesa mira alla formazione integrale della persona umana, guardando a Cristo stesso quale pienezza di umanità. L'apostolato della carità testimonia la pienezza dell'amore cristiano, non soltanto a parole ma anche con le azioni. Questo amore spinge le persone ad interrogarsi sulla sua origine e a domandarsi perché i cristiani sono diversi nei loro valori e comportamenti.(109) Mediante una simile carità apostolica, Cristo tocca la vita degli altri, conducendoli ad una maggiore percezione di ciò che significa parlare di «civiltà dell'amore» (110) e impegnarsi a edificarla.

La Chiesa si avvale della libertà religiosa nella società per annunciare pubblicamente Cristo e per condividerne abbondantemente l'amore, mediante la creazione di istituzioni ad esso ispirate. Il diritto della Chiesa di fondare istituzioni educative, sanitarie e di servizi sociali si basa proprio su questa libertà. L'apostolato sociale di queste istituzioni può essere più efficace quando i governi non soltanto tollerano una simile attività, ma cooperano in quest'area con le autorità ecclesiali, con rispetto inequivocabile dei reciproci ruoli e competenze.

L'educazione cattolica

33. I genitori sono i primi educatori dei figli quanto ai valori umani e alla fede cristiana; essi hanno il diritto fondamentale di scegliere l'educazione idonea per i figli. Le scuole assistono i genitori nell'esercizio di tale diritto aiutando gli studenti a svilupparsi come dovrebbero. In alcune situazioni, la scuola cattolica è l'unico contatto che i genitori hanno con la comunità ecclesiale.

La scuola cattolica possiede un'identità ecclesiale poiché è parte della missione evangelizzatrice della Chiesa; (111) una delle caratteristiche, tuttavia, che contraddistinguono l'educazione cattolica è che essa è aperta a tutti, specialmente ai poveri e ai più deboli della società.(112) E vitale che la scuola e la parrocchia collaborino e che la scuola sia integrata nel programma pastorale della parrocchia, specialmente per quanto concerne i sacramenti della Penitenza, della Confermazione e dell'Eucaristia.

Nella scuola di primo grado gli insegnanti sviluppano il potenziale di fede e di comprensione dei bambini, il quale fiorirà pienamente negli anni successivi. La scuola di secondo grado pone a disposizione un mezzo privilegiato mediante il quale «la comunità cattolica offre agli studenti una formazione intellettuale, professionale e religiosa»; (113) durante questi anni, gli studenti normalmente giungono ad un maggiore discernimento circa la propria fede e vita morale, basandole su una conoscenza più personale di Gesù Cristo Via, Verità e Vita. Una simile fede, nutrita in famiglia, a scuola e in parrocchia mediante la preghiera e i Sacramenti, si manifesta attraverso una vita morale solida e retta. La grande sfida per le scuole cattoliche in una società sempre più secolarizzata è quella di presentare il messaggio cristiano in maniera convincente e sistematica, tenendo presente che «la catechesi rischia di divenire sterile, se la comunità di fede e di vita cristiana non accoglie il catecumeno ad un certo grado della sua catechesi».(114) Pertanto, i giovani devono essere genuinamente integrati nella vita e nell'attività della comunità.

I Padri del Sinodo hanno desiderato riconoscere l'opera dei consacrati e delle consacrate, come pure dei laici, che hanno prestato così generosamente le loro energie nel campo dell'educazione cattolica,(115) fondando e provvedendo di personale le scuole cattoliche, affrontando spesso grandi difficoltà e con enorme sacrificio. Il loro contributo alla Chiesa e alla società civile in Oceania è stato inestimabile. Nel contesto dell'educazione odierna, le Congregazioni religiose, gli Istituti e le Società hanno ogni ragione per avere cara la propria vocazione. Consacrati e consacrate sono necessari nelle istituzioni educative per dare una testimonianza radicale ai valori del Vangelo così da ispirarli anche ad altri. Nei tempi recenti, la generosa risposta dei laici ai nuovi bisogni ha spalancato nuove prospettive per l'educazione cattolica. Per i laici coinvolti, l'insegnamento è più di una professione: è una vocazione a formare studenti, un servizio laicale ampiamente diffuso e indispensabile nella Chiesa. L'insegnamento è sempre una sfida, ma con la collaborazione e l'incoraggiamento di genitori, sacerdoti e religiosi, il coinvolgimento del laicato nel campo dell'educazione cattolica può essere un prezioso servizio al Vangelo, e una via alla santificazione cristiana sia per l'insegnante che per gli studenti.

L'identità e il successo dell'educazione cattolica è inseparabilmente legato alla testimonianza di vita data dal corpo insegnante. Pertanto, i Vescovi hanno raccomandato che «i responsabili del reclutamento dei professori e degli amministratori delle scuole cattoliche tengano conto della vita di fede di quanti assumono».(116) Gli operatori scolastici che vivono profondamente la propria fede saranno agenti di una nuova evangelizzazione nel creare un clima positivo per la crescita della fede cristiana e per nutrire spiritualmente gli studenti affidati alle loro cure. Essi divengono particolarmente efficaci quando sono cattolici praticanti attivi, dediti alla propria comunità parrocchiale, leali verso la Chiesa e il suo insegnamento.

Oggi, la Chiesa in Oceania estende il proprio impegno nel campo educativo; laici cattolici diplomati sono grandemente aiutati da istituti cattolici scolastici di terzo grado, da collegi e università di formazione, che li nutrono intellettualmente, li educano professionalmente e sostengono la loro fede, affinché possano trovare il proprio posto nella missione della Chiesa nel mondo. Questa avventura nell'educazione scolastica di terzo grado è agli inizi in Oceania ed esige doni speciali di saggezza e di discernimento nel suo sviluppo. Le Università cattoliche sono comunità che riuniscono professori delle varie branche del conoscere umano; sono impegnate nella ricerca, nell'insegnamento e in altri servizi rimanendo fedeli alla loro missione culturale. Va a loro onore ed è loro responsabilità dedicarsi senza riserve alla causa della verità.(117) Esse sono chiamate ad osservare i livelli più alti della ricerca e dell'insegnamento accademici quale servizio alle comunità locale, nazionale e internazionale. In tal modo, hanno un ruolo vitale nella società e nella Chiesa, nel preparare futuri professionisti e leader che prenderanno sul serio le proprie responsabilità cristiane. I Vescovi hanno considerato essenziale mantenere un contatto personale con gli universitari e promuovere le qualità direttive in quanti sono impegnati nel campo dell'educazione di terzo grado.

La ricerca e l'insegnamento nelle istituzioni scolastiche di terzo grado devono recare valori cristiani che abbiano riferimento con le arti e le scienze. La Chiesa necessita di esperti in filosofia, in etica e in teologia morale, così che i valori umani siano compresi in modo adeguato nel contesto di una società tecnologica sempre più complessa; l'unità della conoscenza non può essere completa se non viene permesso alla teologia di illuminare ogni campo della ricerca. Deve essere usata particolare cura nella scelta e nella formazione di professori per operare nel campo della teologia. La Costituzione apostolica «Ex corde Ecclesiae indica che la maggioranza dei professori delle Università cattoliche e degli altri Istituti superiori devono essere dei cattolici attivi. Quanti sono responsabili del reclutamento, devono scegliere con cura professori che siano non soltanto competenti nella loro specializzazione, ma anche modelli per i giovani».(118) La presenza di cattolici attivi nelle istituzioni scolastiche di terzo grado è vitale e costituisce un vero servizio alla Chiesa e alla società.

Sanità

34. Gesù curò i malati e confortò gli afflitti. Come Risorto, continua il ministero della guarigione e della consolazione attraverso coloro che recano la misericordia di Dio alle persone deboli e sofferenti. Un simile ministero della Chiesa in Oceania è per molte persone la prova più visibile e tangibile dell'amore di Dio. La missione messianica della misericordia,(119) del sanare e del perdonare deve essere continuata senza grettezza e perseguita in modi nuovi che corrispondano ai bisogni odierni.

La storia della sanità in Oceania dimostra lo stretto legame fra questa e la missione della Chiesa e come essa copra ogni aspetto curativo, inclusa la fornitura dei servizi medici più semplici nei luoghi più remoti. La Chiesa è stata fra le prime istituzioni a prendersi cura di quanti erano abbandonati dagli altri, come, ad esempio, i lebbrosi ed i sofferenti di HIVAIDS; essa amministra, inoltre, ospedali di formazione, dove gli operatori sanitari vengono preparati in maniera eccellente. A causa dell'attuale crisi nella fornitura e nel finanziamento di cure mediche in Oceania, alcune istituzioni stanno attraversando serie difficoltà, ma non si può permettere che ciò ponga a repentaglio l'impegno fondamentale della Chiesa in quest'area.

L'insegnamento della Chiesa circa la dignità della persona umana e la santità della vita deve essere spiegato ai responsabili delle leggi e delle decisioni dei tribunali, specialmente considerando che i loro giudizi hanno conseguenze sulla sanità, sull'amministrazione degli ospedali e la fornitura di servizi medici. Oggi gli ospedali e le istituzioni sanitarie cattolici sono in prima linea nella promozione che la Chiesa fa della vita umana dal momento del concepimento sino alla morte naturale. I Padri sinodali hanno riconosciuto lo zelo delle congregazioni religiose che hanno fondato il sistema sanitario cattolico in Oceania. La Chiesa e la società intera debbono loro un debito immenso di gratitudine. La loro presenza negli ospedali deve continuare, accanto a laici preparati ad operare con i diversi Istituti di vita consacrata secondo lo spirito del loro carisma. Queste persone permettono al Vangelo della vita di essere proclamato in modo non ambiguo in una società spesso confusa riguardo ai valori morali. I Padri del Sinodo hanno raccomandato che, per contrastare l'influenza di una «cultura della morte», ogni cristiano sia spinto a recare il proprio contributo perché la grande eredità del servizio sanitario cattolico non sia messa in pericolo.(120)

Le Università cattoliche hanno un ruolo guida da svolgere nella formazione di professionisti medici capaci di applicare l'insegnamento cattolico alle nuove sfide che costantemente si presentano in campo medico. In ogni possibile maniera si devono promuovere le associazioni di medici cattolici, di infermiere e di operatori sanitari e, là dove non esistono, esse dovrebbero essere istituite. Gli amministratori e il personale delle istituzioni cattoliche necessitano di formazione nell'applicazione dei principi morali cattolici alla loro vita professionale, e questo è un compito delicato, dato che alcuni di quelli che sono coinvolti nell'attività in ospedali cattolici non conoscono a sufficienza tali principi o non sono d'accordo con essi. Quando l'insegnamento cattolico è presentato in maniera appropriata, tuttavia, queste persone sperimentano spesso la pace che deriva dal vivere in armonia con la verità e cooperano prontamente.

La fede nella Croce redentrice di Cristo offre nuovo significato alla malattia, alla sofferenza e alla morte. I Padri sinodali hanno indicato la necessità di sostenere quanti possiedono o amministrano strutture che recano la compassione di Cristo a quanti soffrono, in modo particolare alle persone disabili, agli ammalati di HIVAIDS, agli anziani, ai morenti, agli indigeni e a quanti vivono in aree isolate.(121) I Padri hanno mostrato particolare sensibilità per quanti offrono tali servizi nelle zone più remote, come la giungla, le piccole isole o l'"interno" australiano. Lavorando spesso con poche risorse e poco sostegno economico, con il loro zelo essi offrono una testimonianza forte dell'amore di Dio per il povero, il malato e l'abbandonato. Quanti operano in ospedali, prendendosi cura degli anziani od offrendo altre forme di cure sanitarie agli ultimi dei loro fratelli e sorelle (cfr Mt 25, 40), sappiano che la Chiesa stima grandemente la loro dedizione e la loro generosità, e li ringrazia per essere nella prima linea della carità cristiana.

Servizi sociali

35. Durante la sua vita terrena, Gesù fu sensibile ad ogni umana debolezza e afflizione. «Al centro del suo insegnamento pose le otto beatitudini, che sono indirizzate agli uomini provati da svariate sofferenze nella vita temporale».(122) Sulle orme del Signore, la missione di carità della Chiesa raggiunge quelli che sono maggiormente nel bisogno: gli orfani, i poveri, i senzatetto, gli abbandonati e gli esclusi. Tale missione caritativa è svolta da quanti si preoccupano dei bisognosi sia mediante iniziative personali sia attraverso istituzioni fondate per andare incontro alle varie necessità a livello parrocchiale, diocesano, nazionale o internazionale.

Non è questo il luogo per un'enumerazione esaustiva dei molti servizi sociali offerti dalla Chiesa in Oceania. Tuttavia di alcuni di questi è stata fatta speciale menzione nell'Aula Sinodale. La Chiesa offre servizi di consulenza a soggetti con difficoltà personali o sociali, cercando di rafforzare le famiglie, al fine di prevenire separazioni matrimoniali e divorzi o di lenirne gli effetti dolorosi. Il fornire cibo per i poveri, l'istituire centri di cura per varie persone o il lavorare con i senza tetto, come pure per i «bambini di strada», sono solo una piccola parte dell'apostolato sociale della Chiesa in Oceania. In maniera silenziosa e non invadente, alcuni gruppi parrocchiali e associazioni apostoliche agiscono per porre rimedio alle ferite spesso nascoste causate dalla povertà nei sobborghi o nelle zone rurali. Altri gruppi aiutano a recare pace o riconciliazione tra clan, fra tribù o altri gruppi in conflitto. Le donne, in particolare le mamme, possono avere un'efficacia straordinaria nel promuovere modi pacifici per risolvere dissidi.(123) Le cure della Chiesa si allargano anche verso quanti sono dediti all'alcool, alla droga o al gioco d'azzardo, o sono vittime di abusi sessuali. I Padri sinodali hanno menzionato pure i rifugiati o quanti cercano asilo: essi sono in aumento, e la loro dignità umana esige che li si accolga e siano loro offerte cure appropriate. Dato che i Paesi dell'Oceania dipendono dagli oceani e dai mari, i Padri del Sinodo hanno espresso preoccupazione per i marinai, che spesso lavorano in condizioni dure e sono sottoposti a molte privazioni.

Frequentemente vi sono volontari che offrono tempo, energie e servizi professionali a queste forme di apostolato senza alcuna remunerazione. Quanti hanno scelto come modo di vivere l'amore che si autosacrifica, non cercano riconoscimenti umani o compensi, né ve ne sarebbero di adeguati. La loro preoccupazione è di svolgere la loro parte nella missione ecclesiale di annunciare la verità di Gesù Cristo, di camminare sulla sua via e di vivere la sua vita. Queste persone sono di fondamentale importanza in qualsiasi pianificazione per una nuova evangelizzazione dei popoli dell'Oceania. La fede viene ridestata mediante l'annuncio della parola di Dio e la speranza viene alimentata dalla promessa del suo Regno, ma la carità viene infusa dallo Spirito Santo, «il Signore che dà la vita».

 

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