Giovanni Paolo II
Ecclesia in Africa
Esortazione Apostolica post-sinodale circa la Chiesa in Africa
e la sua missione evangelizzatrice verso l'anno 2000
14 settembre 1995
INTRODUZIONE
1.La Chiesa che è in Africa ha celebrato con gioia e speranza, durante quattro settimane, la sua fede in Cristo risorto, nel corso di una Assemblea speciale del Sinodo dei Vescovi. Vivo ne resta ancora il ricordo nella memoria dell'intera comunità ecclesiale.
Fedeli alla tradizione dei primi secoli del cristianesimo in Africa, i Pastori di questo continente, in comunione con il Successore dell'apostolo Pietro ed i membri del Collegio episcopale venuti da altre regioni del mondo, hanno tenuto un Sinodo che s'è posto come evento di speranza e di risurrezione, nel momento stesso in cui le vicende umane sembravano piuttosto spingere l'Africa allo scoraggiamento e alla disperazione.
I Padri sinodali, assistiti da qualificati rappresentanti del clero, dei religiosi e del laicato, hanno sottoposto ad un esame approfondito e realistico le luci e le ombre, le sfide e le prospettive dell'evangelizzazione in Africa, all'approssimarsi del terzo millennio della fede cristiana.
I membri dell'Assemblea sinodale mi hanno domandato di portare a conoscenza di tutta la Chiesa i frutti delle loro riflessioni e delle loro preghiere, delle loro discussioni e dei loro scambi.1 Con letizia e con riconoscenza verso il Signore ho accolto tale richiesta, ed oggi, nel momento stesso in cui, in comunione con i Pastori e i fedeli della Chiesa cattolica in Africa, apro la fase celebrativa dell'Assemblea speciale per l'Africa, rendo noto il testo di questa Esortazione apostolica postsinodale, frutto di un lavoro collegiale intenso e prolungato.
Ma prima di addentrarmi nell'esposizione di quanto è maturato nel corso del Sinodo, ritengo opportuno ripercorrere, seppur velocemente, le varie fasi di un evento di così decisiva importanza per la Chiesa in Africa.
Il Concilio
2. Il Concilio Ecumenico Vaticano II può certamente considerarsi, dal punto di vista della storia della salvezza, come la pietra angolare di questo secolo, prossimo ormai a sfociare nel terzo millennio. Nel contesto di quel grande avvenimento, la Chiesa di Dio che è in Africa poté vivere, per parte sua, autentici momenti di grazia. In effetti, l'idea di un incontro, sotto una forma o l'altra, di Vescovi dell'Africa per discutere circa l'evangelizzazione del continente, risale al periodo del Concilio. Quello storico evento fu veramente il crogiuolo della collegialità e un'espressione peculiare della comunione affettiva ed effettiva dell'episcopato mondiale. I Vescovi, in tale occasione, cercarono di individuare gli strumenti adatti per meglio condividere e rendere efficace la loro sollecitudine nei confronti di tutte le Chiese (cfr 2 Cor 11, 28) ed iniziarono a proporre, a tale scopo, le opportune strutture a livello nazionale, regionale e continentale.
Il Simposio delle Conferenze episcopali d'Africa e Madagascar
3. È in tale clima che i Vescovi dell'Africa e del Madagascar, presenti al Concilio, decisero d'istituire un proprio Segretariato Generale col compito di coordinare i loro interventi, così da presentare in aula, per quanto possibile, un punto di vista comune. Questa iniziale cooperazione tra i Vescovi dell'Africa si istituzionalizzò poi con la creazione a Kampala del Simposio delle Conferenze Episcopali d'Africa e Madagascar (S.C.E.A.M.). Ciò avvenne in occasione della visita del Papa Paolo VI in Uganda nel luglio-agosto del 1969, prima visita in Africa di un Pontefice dei tempi moderni.
La convocazione dell'Assemblea speciale per l'Africa del Sinodo dei Vescovi
4. Le Assemblee generali del Sinodo dei Vescovi, che si susseguirono periodicamente dal 1967 in poi, offrirono alla Chiesa che è in Africa preziose opportunità di far sentire la propria voce nell'ambito universale della Chiesa. Così, nella seconda Assemblea generale ordinaria (1971), i Padri sinodali dell'Africa colsero con gioia l'occasione che loro si presentava per invocare una maggiore giustizia nel mondo. La terza Assemblea generale ordinaria sull'evangelizzazione nel mondo contemporaneo (1974) permise di prendere in esame particolarmente i problemi dell'evangelizzazione in Africa. Fu in tale circostanza che i Vescovi del continente, presenti al Sinodo, pubblicarono un importante messaggio dal titolo " Promozione dell'evangelizzazione nella corresponsabilità ".2 Poco dopo, durante l'Anno Santo del 1975, lo S.C.E.A.M. convocò la propria Assemblea plenaria a Roma, per approfondire il tema dell'evangelizzazione.
5. In seguito, dal 1977 al 1983, vari Vescovi, sacerdoti, persone consacrate, teologi e laici espressero il desiderio di un Concilio oppure di un Sinodo africano, avente lo scopo di fare il punto sull'evangelizzazione in Africa in ordine alle grandi scelte da compiere per il futuro del continente. Accolsi con favore ed incoraggiai l'idea di una " concertazione nell'una o nell'altra forma " dell'intero episcopato africano, " per esaminare i problemi religiosi comuni a tutto il continente ".3 Di conseguenza lo S.C.E.A.M. si preoccupò di cercare vie e mezzi per condurre a buon fine il progetto di un simile incontro continentale. Fu organizzata una consultazione delle Conferenze episcopali e di ciascun Vescovo dell'Africa e del Madagascar, in seguito alla quale potei convocare un'Assemblea speciale per l'Africa del Sinodo dei Vescovi. Il 6 Gennaio 1989, nel contesto della solennità dell'Epifania — ricorrenza liturgica nel corso della quale la Chiesa prende rinnovata coscienza dell'universalità della sua missione e del conseguente compito di portare la luce di Cristo a tutti i popoli —, annunciai di aver preso questa " iniziativa di grande importanza per la diffusione del Vangelo ". E precisai di averlo fatto accogliendo l'istanza molte volte e da diverso tempo espressa dai Vescovi dell'Africa, da sacerdoti, teologi ed esponenti del laicato, " perché sia promossa un'organica solidarietà pastorale nell'intero territorio africano ed isole attigue ".4
Un evento di grazia
6. L'Assemblea speciale per l'Africa del Sinodo dei Vescovi è stata un momento storico di grazia: il Signore ha visitato il suo popolo che è in Africa. In effetti, questo continente vive oggi ciò che può definirsi un segno dei tempi, un momento propizio, un giorno di salvezza per l'Africa. Sembra giunta un'" ora dell'Africa ", un'ora favorevole che invita con insistenza i messaggeri di Cristo a prendere il largo e a gettare le reti per la pesca (cfr Lc 5, 4). Come agli inizi del cristianesimo l'alto funzionario di Candace, regina d'Etiopia, felice di avere ricevuto la fede mediante il Battesimo, proseguì il suo cammino divenendo testimone di Cristo (cfr At 8, 27-39), così oggi la Chiesa in Africa, piena di gioia e di riconoscenza per la fede ricevuta, deve proseguire la sua missione evangelizzatrice, per attrarre i popoli del continente al Signore, insegnando loro ad osservare quanto Egli ha comandato (cfr Mt 28, 20).
A partire dalla solenne liturgia eucaristica inaugurale che, il 10 Aprile 1994, ho celebrato nella Basilica Vaticana insieme con trentacinque Cardinali, un Patriarca, trentanove Arcivescovi, centoquarantasei Vescovi e novanta sacerdoti, la Chiesa, Famiglia di Dio,5 popolo dei credenti, si è raccolta attorno alla tomba di Pietro. Era presente l'Africa con la varietà dei suoi riti, insieme all'intero popolo di Dio: essa danzava la sua gioia, esprimendo la sua fede nella vita al suono dei tam-tam e di altri strumenti musicali africani. In tale occasione, l'Africa ha sentito di essere, secondo l'espressione di Paolo VI, " nuova patria di Cristo ",6 terra amata dall'eterno Padre.7 Ecco perché io stesso ho salutato quel momento di grazia con le parole del Salmista: " Questo è il giorno fatto dal Signore, rallegriamoci ed esultiamo in esso " (Sal 118 [117], 24).
Destinatari dell'Esortazione
7. Con questa Esortazione apostolica post- sinodale, in comunione con l'Assemblea speciale per l'Africa del Sinodo dei Vescovi, desidero rivolgermi in primo luogo ai Pastori ed ai fedeli cattolici, e poi ai fratelli delle altre Confessioni cristiane, a quanti professano le grandi religioni monoteiste, in particolare i seguaci della religione tradizionale africana, ed a tutti gli uomini di buona volontà che, in un modo o nell'altro, hanno a cuore lo sviluppo spirituale e materiale dell'Africa o tengono nelle loro mani le sorti di questo grande continente.
Innanzitutto il mio pensiero si rivolge naturalmente agli Africani stessi e a tutti coloro che abitano il continente; penso, in particolare, ai figli e alle figlie della Chiesa cattolica: Vescovi, sacerdoti, diaconi, seminaristi, membri degli Istituti di vita consacrata e delle Società di vita apostolica, catechisti e tutti coloro che fanno del servizio ai loro fratelli l'ideale della loro esistenza. Desidero confermarli nella fede (cfr Lc 22, 32) ed esortarli a perseverare nella speranza che dona il Cristo risorto, vincendo ogni tentazione di scoraggiamento.
Piano dell'Esortazione
8. L'Assemblea speciale per l'Africa del Sinodo dei Vescovi ha esaminato in profondità il tema che le era stato proposto: " La Chiesa in Africa e la sua missione evangelizzatrice verso l'anno 2000: "Mi sarete testimoni" (At 1, 8) ". Questa Esortazione si sforzerà perciò di seguire da vicino questo stesso itinerario. Prenderà l'avvio dal momento storico, vero kairos, in cui s'è tenuto il Sinodo, esaminandone gli obiettivi, la preparazione, lo svolgimento. Si soffermerà sull'attuale situazione della Chiesa in Africa, ricordando le varie fasi dell'impegno missionario. Affronterà, poi, i vari aspetti della missione evangelizzatrice con cui la Chiesa deve misurarsi nel momento presente: l'evangelizzazione, l'inculturazione, il dialogo, la giustizia e la pace, i mezzi di comunicazione sociale. L'accenno alle urgenze e alle sfide, che interpellano la Chiesa in Africa nell'immediata vigilia dell'anno 2000, consentirà di tratteggiare i compiti del testimone di Cristo in Africa, in ordine ad un più efficace apporto all'edificazione del Regno di Dio. Sarà così possibile delineare, alla fine, gli impegni della Chiesa in Africa come Chiesa missionaria: una Chiesa di missione che diventa essa stessa missionaria: " Mi sarete testimoni [...] fino agli estremi confini della terra " (At 1, 8).