Breve profilo biografico di
San Cirillo di Alessandria
Cirillo di Alessandria nasce all'incirca nel 370 d. C. Nel 403 accompagna lo zio Teofilo, vescovo di Alessandria, al concilio di Encina, presso Calcedonia. Alla morte dello zio, 15 ottobre 412, viene eletto patriarca di Alessandria, malgrado l'opposizioni di molti che lo giudicano violento e autoritario come lo zio; infatti si mostra tale contro i novaziani, gli ebrei (fece distruggere la colonia ebraica di Alessandria) e persino col governatore imperiale di Alessandria.
Si oppone alle tesi cristologiche di Nestorio inviando una lettera pastorale a tutti i fedeli nel 429, una lettera enciclica ai monaci egiziani e ha una corrispondenza con lo stesso Nestorio invitandolo invano a ritrattare le proprie tesi. Nestorio e Cirillo si appellano a Papa Celestino I, che convoca un concilio a Roma, dove Nestorio viene condannato e minacciato di deposizione se non ritratta entro dieci giorni le proprie teorie. Cirillo è incaricato di trasmettere a Nestorio la lettera di diffida del papa, alla quale aggiunge la formula di fede approvata nel 430 in un sinodo ad Alessandria e una lista di dodici anatemi.
Di fronte al mancato accordo, l'imperatore Teodosio II convoca nel 431 un concilio a Efeso che dopo varie e opposte decisioni, condanna Nestorio. Muore il 27 giugno del 444.
Già considerato il più importante Padre della Chiesa orientale dopo Sant'Atanasio, la Chiesa cattolica lo proclamò santo e dottore della Chiesa, in particolare Dottore dell'Incarnazione, il 28 luglio 1882. Viene venerato anche dalla chiesa ortodossa e da quella copta.
Le sue opere sono raccolte in dieci volumi della Patrologia Greca del Migne (PG 68-77). Sull'adorazione e il culto, 17 libri; Glaphyra, 13 libri; Commento al Vangelo di Giovanni, 12 libri di cui due perduti; Commenti a Isaia e ai dodici profeti minori. Contro gli ariani scrive il Thesaurus de sancta et consubstantiali Trinitate e il De sancta et consubstantiali Trinitate.
Contro i nestoriani scrive Adversus Nestorii blasphemias contradictionum libri quinque, Apologeticus pro duodecim capitibus adversus orientales episcopos, Epístola ad Evoptium adversus impugnationem duodecim capitum a Theodoreto editam e la Explicatio duodecim capitum Ephesi pronuntiata; si conservano poi tre lettere a Nestorio, delle quali la seconda e la terza furono approvate nel concilio di Efeso del 431, nel concilio di Calcedonia del 451 e in quello di Costantinopoli del 553; sua è la lettera indirizzata a Giovanni di Antiochia, detta Simbolo efesino, approvata nel concilio di Calcedonia. Degli ultimi anni sono i dieci libri rimastici della Pro sancta christianorum religione adversus libros athei Juliani, contro l'imperatore Giuliano Imperatore.
Diversamente dai teologi di Antiochia, di scuola aristotelica, che mettono in risalto l'umanità di Cristo e l'unione delle sue due nature, rimaste integre in una sola persona, Cirillo, alessandrino e perciò di scuola platonica, parte dalla divinità di Cristo e dall'unità di persona nel Verbo che esiste dall'eternità e che si incarna alla fine dei tempi.
Combattendo Nestorio, si oppone all'espressione di «Maria madre di Cristo» e sostiene quella di «Maria madre di Dio» perché equivale ad affermare che in Cristo è una sola persona, quella del Figlio di Dio: «Siccome la Vergine generò secondo la carne Dio unito personalmente alla carne, diciamo che ella è madre di Dio, non nel senso che la natura del Verbo prese dalla carne l'inizio della sua esistenza ma nel senso che, avendo il Verbo assunto personalmente la natura umana, accettò di essere generato dal suo seno secondo la carne».
Le due nature, divina e umana, sono in Cristo indipendenti e non confuse in una sola persona divina: allora, possono predicarsi della persona divina di Cristo tutte le proprietà della natura umana e dire anche che Dio nasce, patisce e muore. Se dunque si può dire che Dio nasce, allora Maria è madre di Dio.