Le pagine difficili della Bibbia

Ci sono pagine nella Bibbia che, per il contenuto o per la forma, non sono facilmente comprensibili, 
anzi possono suscitare sconcerto, quasi scandalo:

- vi sono affermazioni nella Bibbia che sembrano in contrasto con quanto dice la scienza: si pensi alla creazione del mondo e 
dell'uomo, al diluvio, in generale ai primi undici capitoli della Genesi; lo stesso vale per la descrizione della fine del mondo,    così come   appare in certi profeti (Isaia, Daniele) o nei Vangeli nel discorso escatologico di Gesù e nell' Apocalisse;

- vi sono poi affermazioni di ordine storico che non paiono avere un riscontro nei dati della ricerca, ad esempio circa le modalità   dell'esodo del popolo d'lsraele dall'Egitto, circa la caduta di Gerico, 
circa la data precisa dell'ultima cena di Gesù, ecc.
- vi sono pure, in modo specifico nell' Antico Testamento, affermazioni di carattere morale che sconcertano, perche sono richiesti  l'odio e la distruzione dei nemici, la poligamia appare permessa, la donna non sembra avere gli stessi diritti dell'uomo, ecc.

Si tratta di problemi seri, che domandano una risposta corretta. Non sarebbe tale rinunciare a risolvere i contrasti, rifiutando i dati delle scienze in nome della parola di Dio, oppure negando questa per accogliere le teorie scientifiche; o ancora cercare
un forzato concordismo tra Bibbia e scienze, volendo ad ogni costo affermare chela scienza conferma la Bibbia e viceversa.

Occorre tener presenti alcuni criteri, che provengono dalla fede e dalla ragione. Anzitutto non vi può essere contraddizione insanabile tra verità della Bibbia e verità della scienza, perche la verità viene sempre da Dio. Ma la verità biblica si pone su un piano diverso da quello della scienza, in quanto Dio con la Bibbia intende darci il perché religioso ultimo della realtà, mentre la scienza ha il compito di descrivere come i fenomeni accadono. Inoltre, c'è da ricordare che gli autori biblici, quando scrivono, si servono delle forme di comunicazione proprie del loro tempo, ponendo i generi letterari, per lo più popolari, al servizio della fede. 
La scienza stessa oggi è assai più cauta circa la natura delle proprie affermazioni: esse vengono presentate più come ipotesi,
come visioni coerenti del mondo, che come verità assolute e non falsificabili.

Quanto alle difficoltà che attengono alle scienze naturali, le affermazioni della Bibbia al riguardo riflettono le conoscenze del tempo, per lo più mutuate dai popoli vicini, nel mondo mesopotamico ed egiziano. La Bibbia parla nell'orizzonte di comprensione degli uomini del suo tempo, e non potrebbe fare altrimenti, proprio nella logica dell'incarnazione che sostiene tutto il dialogo di Dio con gli uomini.
Soprattutto, però, la Bibbia riporta queste affermazioni non nel contesto di un discorso scientifico, ma all'interno di testi - per lo più narrazioni - di genere intenzionalmente non scientifico. La scienza del tempo viene utilizzata come un rivestimento dotto, per evidenziare il senso ultimo della creazione e il fine della storia: tutto viene da Dio e a lui ritorna.

Diversamente occorre considerare le difficoltà di ordine storico. La rivelazione avviene dentro la storia, con persone, fatti, parole, istituzioni, ecc. 
Le narrazioni dell'esodo dall'Egitto o i Vangeli ci parlano di fatti e non di fiabe o di miti. Occorre però precisare che un
fatto storico può essere riportato in tanti modi (generi): dalla cronaca all'epica, dal racconto alla ripresa sapienziale o lirica dei fatti, ecc.
Per quanto riguarda in modo specifico i Vangeli, c'è da tener presente che la vicenda storica di Gesù vi è narrata alla luce della
Pasqua, con una penetrazione del mistero che, in forza dello Spirito, permette di rendere palesi significati che erano rimasti nascosti nello svolgimento degli eventi; e di questo erano preoccupati i primi cristiani, più che di darci un resoconto puntiglioso delle modalità di svolgimento delle vicende. Questo non intacca la storicità dei Vangelii che anzi ne è il necessario presupposto.

Da ultimo non va dimenticato che le nostre conoscenze storiche sono limitate e fatti che non trovano riscontro in altre fonti al di fuori della Bibbia non per questo non sono mai avvenuti: già la Bibbia, rettamente interpretata, è fonte storica, e può sempre accadere - come non poche volte è accaduto - che una scoperta archeologica venga ad avvalorare affermazioni del testo sacro.

Le difficoltà di ordine morale riguardano essenzialmente l' Antico Testamento, per il quale occorre ricordare che siamo di fronte ad una rivelazione parziale, che attende il suo pieno compimento nel Nuovo. Alcune volte poi si tratta di modi di esprimersi enfatici, come ad esempio per quanto riguarda lo sterminio dei nemici, più affermato che attuato, secondo la concezione antica, che Dio vuole una giustizia punitiva e immediata verso i peccatori. Altre volte siamo di fronte ad un atteggiamento pedagogicamente tollerante di Dio, che, partendo dalle condizioni di immoralità del popolo, lo educa progressivamente verso una condotta di piena santità. Così vanno giudicate concessioni come la poligamia, il divorzio, la schiavitù, ecc.

Tratto da "Incontro alla Bibbia" breve introduzione alla Sacra Scrittura per il cammino catechistico degli adulti
a cura della Conferenza Episcopale Italiana e dell'Ufficio Catechistico Nazionale

 

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