Precetti e Giudizi

del nostro stesso padre Pacomio

(Praecepta atque Iudicia)

 

 

 

La pienezza della legge è la carità (cf. Rm 13,10) per quelli che sanno discernere il tempo, cioè che ormai è ora che ci svegliamo dal sonno e che la salvezza è più vicina ora di quando abbiamo cominciato a credere. La notte è inoltrata, il giorno si avvicina: deponiamo le opere delle tenebre (cf. Rm 13,11 12), che sono i litigi, le maldicenze, gli odi e la superbia di un cuore orgoglioso (cf. 2Cor 12,20; Gal 5,20).

1. Se uno è pronto a screditare e a dire cose non vere, se viene sorpreso in questo peccato, lo ammoniranno due volte e se per disprezzo non ascolterà sarà separato dalla comunità dei fratelli per sette giorni e riceverà soltanto pane e acqua finché prometta e assicuri di abbandonare questo vizio; allora lo si perdonerà.

2. L'irascibile e il violento, se si adira spesso senza motivo e per cose di poco conto e ínsignificantí, sarà ripreso sei volte; la settima lo faranno alzare dal posto dove siede, lo manderanno tra gli ultimi e gli insegneranno a purificarsi da questo sconvolgimento della sua mente. Quando potrà presentare tre testimoni, degni di testimoniare, che a nome suo prometteranno che non farà più nulla del genere, riprenderà il suo posto e resterà tra gli ultimi.

3. Chi vuol provare il falso contro un altro per opprimere un innocente sarà ammonito tre volte e poi sarà considerato colpevole di peccato, sia che si tratti di uno dei superiori che di uno degli inferiori.

4. Chi ha la pessima abitudine di turbare i fratelli con i suoi discorsi e di pervertire le anime dei più semplici, sarà ammonito tre volte. Se mostrerà disprezzo e persisterà ostinatamente nella durezza, lo faranno uscire fuori dal monastero e sarà colpito con le verghe davanti alle porte; gli porteranno da mangiare, fuori, pane e acqua soltanto finché non si purifichi dalle sue immondezze.

5. Chi ha l'abitudine di mormorare e si lamenta come se fosse schiacciato da penosa fatica, gli dimostreranno che mormora senza ragione per cinque volte e gli faranno vedere chiaramente la verità. Se anche dopo questo sarà disobbediente, e si tratta di un adulto, lo considereranno malato e sarà portato all'infermeria; là gli si darà da mangiare senza fargli fare nulla finché non ritorni alla verità. Se invece il suo lamento è giustificato ed è ingiustamente oppresso dal superiore, chi l'ha scandalizzato sarà sottoposto al medesimo giudizio.

6. Se qualcuno è disobbediente, litigioso, caparbio, menzognero e si tratta di un adulto, sarà ammonito dieci volte perché desista da questi vizi. Se non vorrà ascoltare, sarà ripreso secondo le leggi del monastero. Se però è caduto in questi vizi per colpa di altri e ciò viene provato, chi ha causato il peccato soggiacerà al castigo.

7. Se un fratello sarà sorpreso a ridere o a giocare volentieri con i ragazzi e ad avere amicizie con i giovani, sarà ammonito tre volte affinché si ritragga da tale familiarità e sia memore dell'onestà e del timore di Dio. Se non desiste, lo correggeranno come merita con severissimo castigo.

8. Quelli che disprezzano i precetti dei superiori e le regole del monastero, che sono state stabilite per ordine di Dio, e non tengono conto dei consigli dei più vecchi, saranno castigati secondo la forma stabilita finché non si correggono.

9. Se il giudice di tutti i peccati per la malvagità del suo cuore o per negligenza abbandona la verità, venti, dieci uomini santi e timorati di Dio o anche solo cinque, accreditati dalla testimonianza di tutti, siederanno a giudicarlo e lo degraderanno all’ultimo posto, finché non si corregga.

10. Chi turba il cuore dei fratelli e ha la parola pronta a seminare liti e discordie, sarà ammonito dieci volte; se non si correggerà, sarà punito secondo le norme del monastero finché non si corregga.

11. Se un superiore o un preposito vedrà un suo fratello nella tribolazione e non vorrà ricercare la causa della tribolazione e lo disprezzerà, la questione tra il fratello e il preposito sarà risolta dai giudici di cui si è detto. Se scopriranno che il fratello è oppresso per la negligenza o la superbia del preposito e che questi non ha giudicato secondo verità, ma con parzialità, sarà degradato dal suo incarico finché non si corregga e non si purifichi dall'immondezza dell'ingiustizia, perché non ha considerato la verità ma le persone e si è fatto servo della malvagità del suo cuore e non del giudizio di Dio.

12. Se uno ha promesso di osservare le regole del monastero e ha incominciato a seguirle, ma poi le ha abbandonate e poi di nuovo ritorna e fa penitenza adducendo quale giustificazione la sua debolezza fisica che gli impediva di compiere ciò che aveva promesso, lo metteranno tra i malati e mangerà con quelli che non lavorano finché dopo aver fatto penitenza, non osservi ciò che ha promesso.

13. Se nella casa vi saranno dei ragazzi che non fanno altro che giocare e stare in ozio e, nonostante i castighi, non si riuscirà a correggerli, il preposito deve ammonirli e rimproverarli fino a trenta giorni. Se vede che persistono nella loro malvagità e non avrà avvertito il padre e si scoprirà in loro qualche peccato, egli stesso soggiacerà, al loro posto, al castigo dovuto al peccato che si è scoperto.

14. Chi giudicherà ingiustamente sarà condannato dagli altri per la sua ingiustizia.

15. Se uno, due o tre fratelli, scandalizzati da qualcuno, lasciano la casa ma poi vi ritornano, si opererà un giudizio tra loro e chi li ha scandalizzati e, se quest'ultimo sarà trovato colpevole, sarà corretto secondo le regole del monastero.

16. Chi è d'accordo con quelli che peccano e difende un altro che ha peccato, sarà maledetto presso Dio e presso gli uomini e sarà castigato con severissima correzione. Se si è lasciato trarre in inganno per ignoranza e non conosceva la verità, gli sarà perdonato. E chiunque pecca per ignoranza otterrà facilmente il perdono. Chi invece pecca con conoscenza di causa subirà un castigo secondo la misura delle sue opere.

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