Don PRIMO MAZZOLARI
Don Primo Mazzolari nacque il 13 gennaio 1890 al Boschetto (frazione di Cremona) da una famiglia di piccoli fittabili.
Entrò nel seminario di Cremona a 12 anni e fu ordinato sacerdote il 25 agosto 1912.
Scrisse diverse opere: La più bella avventura (1934); Impegno con Cristo (1943); Tempo di credere (1941); Anch’io voglio bene al Papa (1942).
Nel dopoguerra come momento di evangelizzazione dei poveri fondò il quindicinale Adesso (1949). Il 12 aprile 1959 morì a Cremona.
Gli scritti di Mazzolari si basano sulle teorie del modernismo italiano e le condizioni del periodo preconciliare.
Nelle sue opere si notano riferimenti, partecipazioni al piccolo mondo della pieve rurale, cioè all'atteggiamento cristiano tenuto dal popolo contadino.
Mazzolari agisce spesso in contrasto con la gerarchia ecclesiastica preoccupandosi, nel corso del suo sacerdozio,di tutte le persone lontane da Dio.
Mazzolari cerca di limitare il divario politico tra cristianesimo e comunismo, perchè valuta le idee, gli atteggiamenti comunisti sugli ideali di pace suscitando perciò le critiche anche aspre di molti ambienti cattolici.
Il tema dell'obbedienza in Mazzolari deve essere considerato entro una linea di innovazione, lo sviluppo cioè della sottomissione preliminare e assoluta alla coscienza rispettosa, ma obiettante.
Mazzolari riusciva quindi a rispettare le regole, ma nello stesso tempo a obbiettare e fu per questo, che venne definito un "disturbatore della quiete ecclesiastica".
Il pensiero di Mazzolari fu oggetto di critiche da parte della gerarchia ecclesiastica alle quali seguirono anche provvedimenti ed ammonizioni.
Nella dottrina cristiana cercò sempre più di esaltare e rafforzare la comunicazione immediata con Dio e con ciascuno di noi; il discorso evangelico nel dialogo quotidiano secondo Mazzolari, deve essere un dono e un'arte capace di scuotere le coscienze dei peccatori.
In questo il vescovo Bonomelli fu maestro di don Primo Mazzolari per i suoi atteggiamenti di apertura nei confronti della società.
Nel 1905 Mazzolari liceale cominciò a scrivere il Diario nel quale si rilevano momenti emotivi che spingono Mazzolari alla pietà filiale nei confronti del popolo ed una ispirazione rivolta alla sincerità, alla franchezza, allo spirito di sacrificio fedele al credo cristiano; tutto questo per dare sostegno ai sentimenti, alla dignità, ma soprattutto per formare il carattere degli uomini e di ogni persona.
Il periodo modernistico, quindi, apre il rapporto tra società religiosa e società civile; nasce una nuova cultura critica, un nuovo spirito ecumenico verso la confessione cristiana.
Bonomelli, in questo periodo, avanza con molto coraggio e fermezza, come anche don Mazzolari, la proposta di separazione tra Stato e Chiesa, perchè in questo modo ci sarebbe stato un risvolto di una riconciliazione della vita futura ecclesiale d'Italia.
Questa visione, questa fermezza di per potere effettuare la separazione tra Stato e Chiesa si ritrova fortemente nella sensibilità pastorale del vescovo.
Don Primo Mazzolari scrisse sul quindicinale Adesso una lettera ai vescovi della Val Padana, specificandone le condizioni di vita dei braccianti e salariati.
Don Mazzolari cerca di scuotere l'animo dei vescovi con questa lettera che inizia con una breve premessa, affinchè i vescovi possano proporre dei cambiamenti, per cercare di migliorare la vita dei contadini che sta sempre più peggiorando.
La lettera cita diversi fatti e numerose considerazioni che dimostrano la pessima vita dei contadini nelle campagne.
Una domanda che si può porre è: perchè la lettera venne scritta ai vescovi della Val Padana e non al governo?
La risposta, secondo Mazzolari, è estremamente facile perchè, il Governo è sempre troppo impegnato per occuparsi del popolo, mentre il vescovo, essendo "padre del popolo" , riesce sempre a trovare spiegazioni, cercare aiuti per la gente più bisognosa proprio come farebbe il Padre eterno.
Molto significativo, secondo me, è stato un breve articolo scritto sul quindicinale Adesso del 15-12-1957 nel quale, a mio avviso anticipa alcuni temi moderni relativi alla trasformazione dell’ambiente rurale e alla sua scomparsa in relazione all’ambiente ecclesiale:
UNA SITUAZIONE VERAMENTE GRAVE
" Mai la fiducia del mondo contadino padano nelle istituzioni sindacali, politiche, spirituali è stata così scossa.
Gli anziani sono dei rassegnati: i giovani disertano, nonostante le case nuove, la radio, la televisione: nonostante il trattore e la motoretta...
Sino a pochi anni fa, non v'era pace nei campi, perchè il mondo contadino camminava verso la propria redenzione: oggi, non succede niente, perchè quel mondo si va spegnendo sotto piccole concessioni, che gli tolgono di guardare avanti.
Il mondo salariale e bracciantile, non ha orizzonti nè respiro, e la sua rassegnazione è per divenire angoscia, e finirà, senza crederci, a stabilirsi dall'altra parte, per disperazione...
E avremo il diserto intorno alle nostre Chiese rurali, e la minaccia di una rivolta, nutrita di segreti rancori e di insensate umiliazioni " .
(da " Adesso " del 15-12-1957)
Questo articolo è sicuramente molto veritiero perché, se dovessimo analizzare molto attentamente gli ultimi sessanta - settant'anni, possiamo confermare quanto citato nella lettera precedente.
Questo fenomeno di emigrazione dalle campagne verso la città si sta verificando tutt'ora, le aziende agricole diventano sempre più meccanizzate, il lavoro si riduce moltissimo e c'è un flusso verso altre attività.
Questo può essere un fatto positivo perché c'è interesse verso altri settori, ma, è preoccupante pensare che molte persone non hanno mai visto la campagna, la natura....
Possiamo, di conseguenza, tracciare una linea fondamentale sulla vita di don Primo Mazzolari; egli é riuscito a fare moltissime cose belle, utili e ammirevoli per aiutare i più bisognosi, occupandosene di persona; inoltre, grazie alle sue conoscenze e alla sua intelligenza, è riuscito ad aiutare i più bisognosi.
Mazzolari negli ultimi quindici anni della sua vita, e precisamente dal 1942 al 1958, ebbe un ottimo rapporto con Piero Malvestiti, il quale nel 1946 fino al 1958 divenne deputato della Democrazia Cristiana.
Mazzolari e il deputato Malvestiti furono grandi amici e compagni solidali per il bene del Paese; questo implica un eccellente rapporto tra i due anche quando le idee erano molto disparate.
Leggendo le numerose lettere che Mazzolari e Malvestiti si scrissero si riesce ad intuire un rapporto bellissimo ed inoltre in numerosi testi vi sono concetti estremamente importanti.
Lo scrivere di Mazzolari e di Malvestiti, aveva come obbiettivo il diffondere delle idee vive, chiuse nella conoscenza e soprattutto aliene alla consuetudine di piegarsi al potente.
Mazzolari, negli ultimi quindici anni della sua vita, e precisamente dal 1942 al 1958, ebbe un ottimo rapporto con Piero Malvestiti, il quale nel 1946 fino al 1958 divenne deputato della Democrazia Cristiana.
Nel carteggio tra i due si riesce ad intuire un rapporto umano molto profondo e l’obbiettivo di diffondere idee vive, fertili e soprattutto estranee alla consuetudine di piegarsi al potente.