CAPITOLO PRIMO


L 'EUCARESTIA NEI RICORDI PERSONALI DELLA SERVA DI DIO M. CANDIDA

Preghiera ardente

O mia Divina Eucarestia, palpito potente del mio cuore, passione dolcissima e calamita potente della mia vita, potessi io esprimermi per la tua lode! Potessi io dire ciò che sento per Te, ciò che, per Tua grazia, è sgorgato dal mio cuore in certi
momenti; ciò che Tu m'hai dato e ciò ch'io T'ho dato! Ma no! lo non lo so fare; solo tu lo sai. Solo Tu potresti revelare tutto
l 'interno della mia vita, come in una misteriosa lente. Allora, o Gesù, quali colori, quale calore, quale storia si avrebbe! Bramo tanto di vivere sepolta. Eppure più d'una volta il mio cuore, ebbro del tuo amore, ha palpitato nel desiderio di espandersi e manifestare il Tuo dono, o Sacramentato Amore!

Primo ricordo personale

Stando ancora in famiglia e tornando una mattina dalla SS. Comunione, tutta felice scesi in giardino per intrattenermi ancora in ringraziamento con il mio Gesù.
L 'amavo e, palpitando d'amore, guardavo il Cielo, unico refrigerio e diletto dei miei occhi, dopo quello della Santa Ostia. Nella mia ebbrezza pensavo e dicevo: " Mio Dio, dopo una felicità, un'altra felicità! Premio della SS. Comunione: il Paradiso! ". Il mio cuore stupiva a tante larghezze divine e si dilatava. O istanti celesti, noti solo al Diletto e agli Angeli! Mi scese allora in cuore una dolce e grande brama di volere dire di Lui, di fare conoscere il Suo Dono, solo per suo onore e per sua lode. Il mio labbro ripeteva: " Vorrei dire tutto, tutto! Vorrei che si sapesse tutto prima di morire! ".
Ma presto questo bisogno dava posto al desiderio intimo di non scrivere nulla.

Secondo ricordo personale

Un'altra volta, trovandomi sola per intrattenermi con Gesù e rivolgendo il mio pensiero a Lui-Ostia, rimasi come dolcemente presa per la Sua lode. Dolcemente, amorosamente fissa in una bella Ostia, il mio cuore sfogò in un soliloquio infiammato. Io dissi accenti e diedi lodi così sublimi e infiammate al mio Diletto Sacramentato, che io stessa ne gustavo la bellezza e ne ero tutta meravigliata. No! non ero io a dirli, ma lo Spirito d'Amore, che emetteva dal cuore al labbro quelli attributi, quelli accenti, quelle lodi al gran Dio dell 'Ostia. Ebbi pena che quell 'inno rimanesse sconosciuto; che nessuno l'avesse ascoltato. E sarei
stata felice se gli Angeli santi l'avessero scritto!

Terzo ricordo personale

Altra grazia. - Questa festa del" Corpus Domini " - 1933 - il mio Gesù l'ha segnata fin dalla vigilia. Alla S. Messa fui presa da affetti di tenerezza e fiducia verso il mio Bene Sacramentato, da non potere frenare qualche lacrima. Mi sentivo sì misera, eppure con tanta brama di santità, di purezza, di amore. Sentivo il mio nulla, la mia indegnità, la mia bruttura, ambascia , e dolore per i miei peccati e colpe nell'impotenza di correggermi, eppure mi struggevo in tenerezza per Gesù! Allora provai tanta fiducia nel mio Gesù-Ostia, in quell'Ostia d'Amore, che ha operato la mia trasformazione, che ha fatto tutto in me, che m'ha resa candida e m'ha fatto Candida Sua! Rivolgendomi a Lui teneramente, dissi: " Oh, non temo nulla! Quand'anche giungessi alla morte sì misera come sono, Tu, Ostia d'Amore, venendo in me cancelleresti tutto, a tutto suppliresti, e, santificandomi e ingemmandomi dei Tuoi stessi meriti, della Tua stessa santità, del Tuo Sangue, mi daresti ali per volare - immacolata colomba - fino al Tuo seno, al sommo dei cieli, al più alto della santità e dell'Amore ". Quando, all'uscire dal coro, mi fu donata un 'immaginetta raffigurante due splendide vasche d'acqua limpidissima, derivante da un'Ostia che stava in alto, con delle bianchissime colombe e agnellette, che si refrigeravano e lavavano in tali acque, come ridire la mia intima gioia, la mia forte fiducia in Lui-Ostia? Al mio cuore fu una vera rassicurazione di ciò che m'aveva fatto sperare sì fortemente! E non era davvero la prima volta! La sera, vigilia della grande festa, sentivo tanto amore per Gesù e un bisogno infinito di stare ai Suoi piedi. Vi sarei rimasta tutta la notte: speravo almeno un'ora. La Comunità rimase in coro per un pò di veglia. A me Gesù negò tale sollievo. Dire quanto mi costasse, mi sembra impossibile. Sentii come dissecarmisi il cuore per la forza immensa del sacrificio! Solo Gesù lo sa! La mia vita è colma di simili sacrifici. Come Gesù-Ostia è l'oggetto del mio immenso amore, Lo è altresì del mio immenso martirio. Mi pare però che il mio olocausto non andò mai così alto come quella sera! Ebbi però la forza di sorridere fra il mio tormento, e, sorridendo, ubbidii e lasciai Gesù. Sottomisi ai Suoi piedi e feci in polvere la mia volontà, sollevando il mio grande olocausto con Lui-Ostia in unione con tutte le SS. Messe di quell'ora, fino al trono del Padre, per il suo Regno Eucaristico! In cella rinnovai la mia offerta. Ripeto: non avevo mai provato che andasse così alta fino all' Altissimo, fin là ove avevo sperato arrivare un giorno per opera di Gesù-Ostia. Unii la mia volontà a quella di Lui e m'addormentai vicina vicina al suo Cuore, intendendo passare così tutta la notte in perfetta unione con Gesù Eucarestia. La mattina, appena levata, rivolgendo il primo pensiero e sospiro all'Ostia Santa, mi sentii soavemente attratta da Essa, e sentii, come mai era stato, che Egli mi destinava in maniera speciale tutta per Sé, come per una nuova piccola missione. Mi sbaglio? Può darsi. Ma la soavità di quell'istante - mi pare - sia stato al di sopra d'ogni cosa naturale. Risposi con tutta effusione, con tutto il dono e la mia consacrazione a Lui Sacramentato per i Suoi interessi.

Alla S. Messa solenne sentii tanto amore per il grande Mistero, tanta tenerezza! Mi sarei tutta liquefatta! Pur frenandomi, diedi a Gesù tanti palpiti e qualche lacrima. Tutto mi fu presente - come in uno specchio - tutta la grande fase della mia vita, cioè: tutto il mio amore per Lui Sacramentato, tutto il mio patire per
Lui-Ostia; le Sue grazie, le Sue tenerezze, i Suoi doni, la trasformazione in me operata da Lui ! Quasi rapita pensai: " Tutto questo rimarrà occulto? ". Provai una grande e pura brama di fare conoscere, di dire tutto! Mentre palpitavo di tanto amore, tale bisogno cresceva in me. Come fare, come dire tali cose? Dinnanzi alla mia impotenza, al mio grande e puro desiderio di far note le grazie del mio Amore Sacramentato, un pensiero mi diede riposo e appagò quell'altro bisogno di restare sepolta: " Ebbene, in Cielo racconterò, proclamerò tutto a tutta la Celeste Assemblea. Così il mio Gesù avrà quell'onore che Gli spetta ".
Così decisi. Non vi pensai più. Mi restò solo il desiderio di amare e amare! Però sarei stata e sarei felicissima di ritrarre tutto il dolce passato di grazie e d'amore eucaristico - come in una lucida lente, a lode del mio Dio! Il mio Sommo Bene non aveva deciso come decisi io, e m'aspettava per un grande olocausto. Finita la S. Messa e ritornata in coro per adorare Gesù-Ostia esposto per tutto il giorno, le Sue grazie continuarono nell'anima mia. Come sono impotente a descriverle! Com'è difficile parlare di simili cose! Intanto, Gesù mio, lo pretendi, e l'hai tanto preteso da me! Si faccia! La bellezza dell'Eucarestia, la dolcezza dei suoi simboli, il mio Gesù in persona là sul suo trono; le grandezze, gli splendori della Chiesa e di tutta la Religione, le magnificenze del culto, la santità dei sacri ministri, il tesoro incalcolabile della Parola di Gesù... tutto, tutto mi fu innanzi! L 'anima mia languiva come rapita in ammirazione, sacro stupore, immensa gratitudine e compiacenza. " O Gesù, Gesù! Come hai fatto bene tutte le cose! Quale splendore è la tua Religione! Cos'è mai questa Chiesa che Tu sei venuto a fondare? Oh, meraviglia e grandezza delle Tue opere! Cose veramente divine! ". Non è la prima volta che l' anima mia ammiri e si strugga in tenerezza e lacrime d' amore ! - Oh, io assaporo! ... Io mi sprofondo nelle opere del mio Gesù! " O Redentore, o Redentore! Il mio cuore è esuberante d'amore dinnanzi alle tue opere! ".

E del Sacro Vangelo ? A volte non sono più parole quelle che ascolto: ogni sillaba è miele, è calore, è sostanza, è oro massiccio, è gemma d'infinito valore! lo l'aspiro e m'infiamma il cuore. Io vorrei riceverla come mio cibo sostanziosissimo. L 'anima mia se ne alimenta fra tenerezze inesprimibili. Io piango e vorrei liquefarmi tutta per il mio Gesù e le Sue cose! " Nessuno, o Diletto, ha parlato come Te! ". Ai piedi di Lui fui dunque presa d'amore, d'ammirazione. Finché potei restarvi, passai beati quelli istanti. Chi me ne avrebbe staccata ? Ma presto la santa Regola mi chiamò altrove e là mi aspettava un grande sacrificio.

Ordine di scrivere per obbedienza

Terminato il pranzo, Nostra Madre , sorridendo, mi diede l'obbedienza di scrivere su Gesù Eucarestia. Come esprimere il mio stupore dinnanzi a tale comando, dopo ciò che era passato nell'anima mia durante la S. Messa? Era la risposta di Gesù! Come dubitarne? Intanto quella brama, quella facilità erano passate in me! Quello specchio sì lucido che racchiudeva tutto l'amore di Gesù Sacramentato per me, e tutto il mio folle amore per Lui, non mi stava più dinnanzi! La mia decisione era stata quella di pubblicare tutto in Paradiso! Come fare adesso? Quale difficoltà, quale impotenza e quanto buio, come se nulla fosse successo!
E' proprio in questo stato che Gesù vuole ora il mio lavoro, il mio olocausto. Balbettai qualche parola per far notare la mia impotenza. Ciò che Nostra Madre mi disse di scrivere e il modo, aumentò le mie difficoltà, il mio sacrificio. Non vedevo punto nulla, né sapevo come venirne a capo. Però la grazia fu con me. Pur distruggendomi, non dissi nulla, non feci osservazioni per sottrarmi e mitigare l' obbedienza . Gesù, quali istanti per vincerci, per abbracciare ciò che tanto mi ripugnava, ciò che non sapevo fare! Ora eccomi a fare la Tua volontà, Gesù! Ti è noto che mi fissai nella fiducia in Te! Non so fare nulla;. sono un nulla io medesima. Mi è caro però obbedire! Aver compiuto un atto di obbedienza perfetta è la mia sola ambizione! . . . per dartene eterna gloria, per dirTi, Amor mio Sacramentato, tutto il mio amore! Ai Tuoi piedi l'olocausto della mia volontà ridotta in polvere; a Te la rinunzia del mio giudizio, della mia libertà, perche Tu sia amato! Palpitino per Te i cuori e venga il Tuo Regno Eucaristico, o Amore! Nostra Signora del SS. Sacramento, pregate perché ciò si realizzi.

 


 

 

CAPITOLO SECONDO

LA FEDE NELL 'EUCARESTIA

Presenza di Dio

O mio Diletto Sacramentato, io Ti vedo, io Ti credo! Benché a me nascosto dai sacri veli Eucaristici, dal dolce Ciborio, dalla porticina del tabernacolo, da grate, da mura: io Ti vedo, io più Ti credo! - O santa Fede!

Assai meritoria è la fede delle carmelitane

Passando un giorno dal coro feci amorosamente la mia genuflessione. Ricevetti in quell'istante una grazia dolce e viva, che non saprei descrivere. Mentre una calda soavità m'inondava, vidi, sentii quanto bella e meritoria è la fede di noi Carmelitane! quanto più viva ed eccelsa! Separate dallo stesso altare, noi slanciamo il nostro sguardo puro e infiammato attraverso le spesse mura; ritroviamo e contempliamo il Diletto nell'augustissimo Sacramento. Attratte poi potentemente dallo stesso Amore, che risiede nei nostri petti, noi ci recliniamo a conversare con Lui intimamente! Ed è questa la nostra vocazione; è questo il nostro Cielo! E' lo spirito della nostra santa Regola - la chiamata divina - per una vita quasi eremitica. Quel che sentii e che provai fu sì dolce e divino che - ripeto - non si può esprimere; e mi lasciò così soavemente felice e amante! Contemplare con doppia fede il nostro Diletto nel Sacramento: vivere di Lui, che viene ogni giorno, e restare con Lui nell'intimo della anima nostra. Ecco la nostra vita!
Quanto più intensa sarà questa vita intima, tanto più noi saremo Carmelitane e faremo progresso nella perfezione. Questo contatto, questa unione con Gesù è tutto. Quali frutti di virtù ne derivano! Bisogna farne l'esperienza. Vivere con Gesù è vivere delle sue stesse virtù; è ascoltare la dolcissima voce, l'amorosissima volontà e subito ubbidire, presto accontentarLo. I nostri occhi che si, chiudono nell ' ansia amorosa di ritrovare Lui, di contemplarLo in fondo al nostro cuore, non è il bisogno che ci ha lasciato la S. Comunione del mattino? Non è l'attrazione di Lui, che vi è rimasto e là vive? Il Ciborio del santo Tabernacolo e il ciborio del nostro cuore : io non saprei dividerli!
Quante volte, pur trovandoci in coro innanzi a Lui Sacramentato - fosse anche esposto -, noi proviamo il grande bisogno d'internarci in noi e là ritrovare e restare con il nostro Gesù! Quale mistero d'amore questa intimità con il nostro Diletto! A volte io vi rifletto commossa e, dandone lode all ' Amore, la rimiro stupita. Tutto quaggiù è scomparso per noi. Segregate, lontane da chi tanto ci amò, i nostri occhi beati, non vedono più nulla, eppure si chiudono ancora per allontanarsi dallo stesso santo ambiente, ansiosi di ritrovare Lui e vedere Gesù. Mistero d'amore, tenerissimo incanto! Lui si lascia trovare dal cuore che Lo cerca, dall'anima che sa fare a meno di tante cose per amore di Lui . Lui si svela - oh sì - agli occhi dell ' anima raccolta. No! Una Religiosa dissipata non gusterà mai e veramente il suo Diletto. Sacrificare i nostri sguardi a Lui, astenersi da ogni giro d'occhi inutile e curioso, perseverare nell'osservanza della modestia, che la Regola ci addita, quale eroismo e quale via sicura per attirare gli sguardi amorosissimi di Lui sull'anima nostra e rendere più limpido il nostro sguardo interiore nella contemplazione dell'Amore! Non è piccola virtù avere sempre un occhio modesto e ritenuto nei luoghi indicati. In attesa di ricevere nei Cieli il premio che conseguirà l'occhio mortificato, Gesù renderà vivo lo sguardo della nostra fede. Stare presso il nostro Dio Sacramentato, come i Beati stanno in Cielo nella visione del Sommo Bene, è quello che dobbiamo fare, secondo la N.S.M. Teresa. Sette volte al giorno noi circondiamo il trono del nostro Bene, il sacro Tabernacolo, recitando le divine lodi. Oh, quanta fede merita sì alta azione! Se noi penetrassimo davvero quei veli eucaristici, non ci troveremo subito dinnanzi all'Altissimo? Allora quale rispetto, quale attenzione, quale annichilamento! Chi oserebbe fermarsi in un altro pensiero, o permettersi uno sguardo, o un pò di riposo? E perche il nostro Dio non riscuoterà da noi tanta fede in tanta realtà? La genuflessione, l'inclinazione non sia per noi un atto macchinale. Lo sguardo si slanci fino a Lui; l'adorazione el'amore: tutto accompagni e abbelli.

Ricordo personale

Ricordo che quasi fin dal principio della mia vita carmelitana Gesù m'ispirò di santificare quella inclinazione, che da noi si fa
all ' altare nell ' atto di voltarci faccia a faccia. D'allora misi sempre uno sguardo interiore, un sorriso, un moto d'amore verso il Divin Prigioniero prima di voltarmi dall'altare. O santa fede, accresciti nei nostri cuori! Allora vi sarà in noi vero e reale progresso. Ce lo assicura la N.S.M. Teresa. Quando nell'anima cresce il rispetto e si mette sempre più importanza nelle cose riguardanti il Signore - fosse anche nel semplice atto di segnarsi con l'augusto segno della croce - allora v'è da sperare sodezza di virtù e d'amore; allora è vero l'avanzamento.

Pratica eucaristica

Gesù mio, io Ti darò dei fiori, facendo con esattezza, fede e amore le nostre cerimonie, ed osservando gelosamente la modestia dell'occhio.

 


 

 

CAPITOLO TERZO

LA SPERANZA NELL'EUCARESTIA

Presenza di Dio

O mia divina Eucarestia, mia cara speranza, tutto attendo da Te! Da Te il lavoro della mia santificazione; da Te le fiamme che dovranno consumarmi e le divine saette che dovranno finirmi; da Te il Cielo! - A te il mio passato, il mio presente, il mio avvenire! - O dolce speme!

Ricordi ed esperienze personali


Fin da bambina fu grande la mia speranza nella SS. Eucarestia. Non temevo punto la morte. Solo che m'avessero data la SS. Comunione, sarei stata certa d'andarmene in Paradiso. Così ad ogni Comunione pensavo: " Se morissi ora, andrei subito in Cielo! ". Quale certezza! Le mie colpe, i miei peccati non mi facevano punto temere: la Comunione m'avrebbe aperto il Paradiso. Gesù avrebbe fatto tutto in me. Nulla mi doleva di lasciare quaggiù! Mio Dio, mio Dio, se da noi si apprezzasse veramente il Tuo Dono! Immensi sono i beni che la Divina Eucarestia apporta all'anima! Ma quanto più un'anima slancerà la sua fiducia, tanto più riceverà. Quando ci accostiamo a ricevere il Corpo adorato del Salvatore con il cuore dilatato da una grande speranza, chi dirà i benefici salutarissimi, le grazie, che verranno a noi dal divino contatto? Chi non l 'ha esperimentato ? Speriamo tutto da Colui che per noi è rimasto quaggiù! Ci danno pena le nostre colpe giornaliere? Si affanna il cuore di non poter amare quanto vorrebbe ? C'è il desiderio di progredire per dar piacere a Lui che ci assedia? Le acque refrigeranti del nostro Gesù Eucaristico risponderanno per tutto! Nella brama immensa d'essere tanto pura agli occhi di Lui, io m'accostavo a riceverLo come lavacro preziosissimo, come supplemento per tutto, come santificazione dello stesso bene che avevo operato. Gesù rispondeva alla mia speranza. Io sentivo l'anima mia così bella e quasi degna di Lui! Io accostavo molto il mio cuore al suo per prenderne le fiamme, e Lo supplicavo. di volermi attrarre a Sé - vulcano d'amore - e incenerirmi! Alle volte amavo con i Suoi stessi ardori e scambiavo con Lui il mio cuore. Di questo Cuore, che realmente vive e palpita in noi, io dunque mi valevo per amare il mio Dio e la Mamma mia ! Così le ansie, le brame di amare e corrispondere all'Amore possono avere un pò di tregua. Rivestita della santità stessa del mio Gesù, io mi presento al Padre Celeste per ricevere ogni benedizione. Dal Cuore amorosissimo, che serro al mio, lascio passarvi il miele della dolcezza, il germe dell'umiltà, l'onda di ogni virtù. Tutto a me manca: tutto Egli possiede! Egli è la mia speranza. L'Anima immensa del mio Gesù m'attrae. In questo mare limpidissimo io immergo l'anima mia e vi riposo. E quanto! Quanto m'attrae, quanto amo l'Anima del mio Gesù! lo l'ho contemplata tante volte... Non v'è forse Comunione che passi, senza d'essermi fermata a riposare in questo infinito mare di luce e di santità
L' anima mia s 'è fatta una con l'Anima di Gesù. L'anima mia, piccola e misera, cerca l'anima di Lui per santificarsi, per riempirsi di santità al Suo contatto. Attraverso ad essa, il Padre vedrà un giorno il suo unico Figlio e le porte del Paradiso si spalancheranno per me!
" O salutare Ostia, che ci apri le porte del Cielo " .

Desideri ardenti

Che temerò io? Tutto a me viene dalla Divina Eucarestia! Se potessi, vorrei gettare tutta l'umanità fra le braccia del mio Gesù Eucaristico: allora tutti sarebbero felici ! Egli m'ha fatta felice. Se tanti, o quasi tutti, strisciano tra pene e afflizioni, è perché non hanno saputo trovare l'oasi della felicità. E' qua il nostro Dio, il Bene Sommo, il Gaudio, il Tesoro interminabile! Ma le anime vanno altrove. Come trovare pace e gioia? Se sapessero, se gustassero!... Allora sarebbero felici; avrebbero pace e non più sete. Tutto passa con Gesù Sacramentato: le pene si dileguano, l'anima riprende forza. E se anche la prova e il dolore non cessano, diventano però sopportabili, anzi dolci, per il miele che scorre dalla divina Eucarestia. Se gli uomini sapessero, tutti verrebbero a questa fonte, a questa fornace, per ristorarsi, per rifarsi; avrebbero nella SS. Comunione come una diga fortissima, che impedirebbe lo straripare delle loro passioni. Corpo adorabilissimo del mio Gesù, così l'anima mia ha pensato di Te, con dolce persuasione e amore!

Comunione: sale preservativo

SS. Comunione, quante cose direi di Te! Una mattina, mentre la Comunità riceveva Gesù Eucaristico, io ebbi un soave pensiero, una mite luce, ma con tanta spontaneità e tenerezza di cuore.
A me sembrò che quel Corpo adorabilissimo, che il sacerdote posava sulle labbra delle mie Consorelle, fosse come un preziosissimo sale posto in noi per evitare la corruzione, ogni corruzione, e custodirci intatte, anzi impreziosirci! Chi stenterà ad asserire, o Gesù mio, che lo dobbiamo soltanto a Te se le passioni, che portiamo in germe, non salgono fino all'anima nostra e non vengono a corroperci? Se dinnanzi alle rivolte dell' "io", della natura; se allo spuntar di tante miserie, che sembravano distrutte, noi possiamo sollevarci a Te e calcare ogni passione, non è, o Signore, per la virtù della tua Carne divina, ch'è stata nostro cibo e ch'è venuta a custodirci per la vita eterna? Signore Gesù, noi dobbiamo tutto a Te!

Speranza di fortezza.

E se un dovere penoso, un'ubbidienza schiacciante, un'umiliazione inaspettata sono da noi abbracciati e voluti anche con passione, non è, o Gesù, perché stringendoTi sul cuore al mattino dopo la SS. Comunione, o visitandoTi, noi Ti abbiamo detto: " Aiutami, aiutami! " ?
" Aiutami, o Gesù! Per Te tutto ciò che vuoi! Per Te, per Te è sempre poco! Io posso tutto con Te! ".
E subito ogni difficoltà, ogni pena, dopo una altra prova, s'è appianata, è diventata dolce. Come resistere dinnanzi all'annientamento assoluto della propria volontà, del proprio giudizio, della propria libertà? Come sopportare tante sofferenze e prove nascoste e ignorate da tutti, se non per la virtù del Tuo Corpo, o Signore?

Preghiera finale

O Signore, Tu ci fai forti, Tu ci fai felici! Tutto noi possiamo con Te! L 'anima tante volte Te l'ha ripetuto nell'ebbrezza dell'amore eucaristico: " Che vuoi, Signore, che vuoi? Dimmelo! Che credi, oGesù? Io posso tutto! Sì, io posso tutto per la forza che m'ifonde il tuo Corpo adorabilissimo. Tu sei la mia speranza, Tu la mia santificazione, Tu la mia santità! Che temerò? Ho sperato in Te! Non sarò confusa! Io Ti amerò, mio Bene, in Sacramento, con un amore pieno di amorose speranze! ".

 


 

 

CAPITOLO QUARTO

L' AMORE A GESU' EUCARESTIA

Fiamma d'amore personale

Gesù mio, quanto Ti amo! E' un amore immenso che sta racchiuso nel mio cuore per Te, o Amor Sacramentato! Il mio cuore si strugge per tenerezza verso di Te. Misura quanto vuoi, Signore, questo mio amore. Misura! Quando avrai tanto, ma tanto misurato, quando Ti parrà d'aver finito, là dovrai ricominciare! E questo tante volte! Sempre! ... Perché con amore infinito - perdonami - io Ti amo!

Due pazzi d'amore

O santo Amore! - Quanto è grande l'amore d'un Dio fatto Pane per le anime! Di un Dio fatto Prigioniero per me! Quanta è grande la felicità d'una Religiosa, pur essa prigioniera per il suo Dio! Nel suo grande amore, guardando il Tabernacolo e le grate che da esso la separano, può ripetere sorridendo: " Siamo tutti e due pazzi d'amore, o Gesù! Tu in prigione per me; io per Te! ". Essa dà il suo cuore alI' Amore suo e glielo lascia incatenato, gelosa di tenerGli sempre compagnia e di non lasciarLo mai solo. Non è questa la nostra storia? Oh, se ogni Sposa di questo Dio prigioniero svelasse il suo commercio amoroso, con questo Amante appassionato! Oh, se potessimo noi vedere il Divin Cuore Eucaristico, in Cui s'incentrano tutti i cuori delle sue dilette!

Ricordo personale

Un giorno di festa m'accingevo a scendere le scale e pensavo d'imitare qualche sorella, andando a passare qualche minuto in giardino: cosa che non avevo mai fatto. Ma che provai? Mi parve che un filo si stendesse dal sacro Tabernacolo fino a me, ma così sensibilmente come se il mio cuore fosse là racchiuso nel santo Tabernacolo. Attratta, scappai amorosamente, sorridendo verso di Esso. Né mai più passò per la mia mente di togliere un solo istante al mio Gesù! Se potessi esprimere questo: " togliere un solo istante al mio Gesù! ". Il mio cuore è là; felicemente incatenato a Lui. Anche quando Egli si nasconde, anche quando l'impotenza e la distrazione mi flagellano, anche quando il mio fisico soffre sotto la stretta di un dolore, o di vere sofferenze, io non so, non posso, non voglio lasciarLo, se il tempo è la mia disposizione, o se la Regola m'impone il coro. Gesù, Gesù mio, come lasciarTi? Tu sei là per noi, per me! Anche inutile, anche fredda, purché io stia là ove sei Tu; purche Tu mi veda. Io guardo le mie Sorelle, che talvolta al mattino prima dell'orazione, oi giorni di festa, trascorrono semplicemente un pò di tempo nel giardino, o sono occupate in altre cose buone. Non comprendo e stupisco come ciò possono fare. Io sono nella felice impossibilità di imitarle, perché tratta sensibilmente, o anche senza sentirlo, dalla mia dolce e potente calamita: Gesù in Sacramento. E' vero, devo impormi dei piccoli o grandi sacrifici per darGli tutto il tempo libero. Ma lo voglio, m'è caro! Già fin da quando ero in famiglia Glielo avevo promesso e Glielo ripeto: " Gesù mio, tutti i momenti liberi, tutto il tempo che potrò darTi, Te lo darò! " - Il tempo è tuo, Gesù, ed io non voglio resecarlo con Te. O dolce Gesù, quale strazio e quale schianto al mio cuore, quando vedo le anime essere avare del loro tempo con Te! Come piangerei! - V'è tempo per tutto; a volte se ne perde tanto, se ne impiega tanto per cose alle quali basterebbe davvero minor tempo. Per Te, o Gesù, si calcolano i minuti e Ti si tolgono con tanta facilità! Gesù, Gesù! Deh, perdono e attiraci! Però non vorrei dare al mio Bene Sacramentato un sol minuto di più di quello che l'ubbidienza m'assegna; né avrei il coraggio di restare ai suoi piedi, quando un dovere anche minimo, o la carità, mi chiamassero altrove. Egli poi fa tutto il contrario con me. Quando mi sono studiata, con tanta industria e sacrifici, per darGli il tempo della visitina o altro libero, tante volte si affretta a togliermi non solo questo, ma anche quello degli atti comuni in coro, o quello della corona a Maria. Gesù sorride e si diverte a tormentarmi, mentre non saprei dire quanto costa a me il doverLo lasciare. Ma lo voglio! Voglio tutto ciò che Lui vuole! Tante volte da me stessa mi privo di Lui, quando comprendo di darGli più gusto: così è per qualche atto di virtù o per la carità

Il terribile martirio

Per il bisogno immenso di stare con Lui e per la mia impotenza a restarGli unita anche da lontano, io provo come una violenza terribile, come uno stiramento tormentosissimo, che ha formato per me un vero martirio, quasi tutta la vita. Descriverlo è impossibile. Né ho incontrato mai anima, anche nei santi libri, che abbia sofferto cose simili. Ora, ma più ancora quand'ero in famiglia, potevo dire e dico ancora a Gesù: “ Tu sei l' oggetto del mio grande amore e del mio grande martirio! ”. Posta fra due contrari, attratta e ritratta, io sto fra uno spasimo così intimo e così intenso, che non si può descrivere e che tante volte m'ha ridotta come in agonia, pur volendo con tutte le forze il volere di Gesù, e nient'altro, assolutamente! Così per il mio soffrire, ma più ancora, certo, per il mio immenso bisogno e la mia immensa sete di Gesù, io posso dire e dico: “ lo non ho goduto, io non ho avuto nemmeno un minuto per Gesù sulla terra. E' come se non avessi fatto nemmeno una Comunione. Lasciatemi godere il mio Dio nei Cieli"

Flusso eucaristico

Perché all'Amore, che brucia per noi nel Divin Sacramento, non corrisponde tutto l'amore dei nostri cuori ? Non sentite voi il flusso d'amore che arriva fino a noi dal sacro Tabernacolo? Non lo sentite? Invece proprio esiste! Proprio è così e per ognuna, fosse anche imperfetta. Mi pare di non ingannarmi se dico che Gesù me l'ha fatta intenderc. Molte volte, stando ai Suoi Piedi in questa santa casa e trovandomi quasi fredda e impotente, ho sentito come un flusso divino, che parte dal santo Tabernacolo e passa accanto a me, ma non è per me. In quel momento una sorella viene ad inginocchiarsi accanto a me, o entra in coro.
L 'amore di Gesù è per quella Sposa diletta; non so se ella lo sente e ne gode, ma Gesù l'ama e come l'accoglie bene! Come per riverbero, l'anima mia ne sente la dolcezza e procuro d'accostarmi per partecipare. Quale meraviglia e ammirazione quando ho scorto che quella Religiosa tanto amata è una di quelle che appariscono più deboli nella virtù, e alle volte si tengono quasi come imperfette. Chi scruterà i misteri infiniti dell'Infinito Amore? E chi oserà giudicare gli altri? Le nostre Sorelle sono tutte là nella fornace del Divin Cuore, oggetto di grande predilezione. Ed è con grande predilezione che noi pure dobbiamo amarle tutte. E' vero, noi le amiamo: oh quanto! Ma è con quell'amore che sa coprire i mancamenti, con quell'amore che sa compatire, che il nostro Gesù vuole che le amiamo. Così ci ama Lui!

Flusso eucaristico in un ricordo personale

Ritornando a ciò che ho provato ai Suoi Piedi accanto alle mie Consorelle, ricordo in modo speciale la notte del Giovedì Santo di quest'anno -1933 - al Santo Sepolcro. Io ero felice di stare con Gesù; avevo procurato di mettermi un pò in disparte per passarvi quelle due ore benedette, quando sentii qualche cosa di nuovo che passava accanto a me. Compresi che era diretto a quella Consorella, che mi stava un pò dietro e che io non vedevo. Al solito, io non godevo che un lieve influsso per la sola sovrabbondanza di colei che ne godeva. Ma questa volta fu come mai era accaduto e durò tanto. Non so descrivere come io comprendessi e quasi sentissi ciò che l'amorosissimo Gesù donava a quella diletta consorella. Ma furono cose ben grandi e soavi! Quale flusso d'amore, quali tenerezze! Io pensavo stupita e ammirata: “ Ma chi sarà costei? Quanto diletta è a Gesù! ”.
E avrei avuto una gran voglia di guardare per conoscere quale Suora fosse questa, alla quale Gesù donava tanto amore e tante carezze. Mio Gesù, come si rivelava bene la tua amorosa reale presenza, la tua infinita carità nel Sacramento del tuo amore!
Io ne godevo - ripeto -, ma pur temevo che quella Suora si allontanasse dal coro ed io non venissi a conoscere quale delle nostre Consorelle fosse sì diletta a Gesù e così da Lui graziata. Restai però fedele a non voltarmi. Quando dovetti alzarmi, allora vidi con stupore chi fosse e come il suo volto rivelasse tutto. Era sì beata! Il suo sguardo, la sovrabbondanza della sua pace e della sua gioia m'accertarono di ciò che era avvenuto e di quanto essa godeva. Era appunto una delle nostre Religiose tante volte ritenuta imperfetta. Quale inganno può essere il nostro, a volte! Gesù l'amava tanto! Chissà se non la ricambiava allora del tempo che era venuta a consacrarGli e di quello che pur Gli consacrava da un pò di tempo, ogni giorno, con il permesso certo dell'ubbidienza.

L' amore vuole la presenza

Gesù ama tanto d'averci ai suoi piedi, di vedersi cercato. E a noi non sarà carissimo starci con Lui, anche a costo d'un pò di sacrificio? Certo, l'amore vuole la presenza personale. E' vero: Dio è ovunque e là, dove il dovere e l'ubbidienza ci vuole, noi Lo troviamo meglio che se andassimo a cercarLo ai piè dell'altare. Ma, tolto questo e gli atti di carità, quale premura dovrebbe essere la nostra di trovarci là, ove l'amore tiene imprigionato per noi il nostro Diletto ! Oh, amiamoLo, amiamoLo fino alla follia!... A forza d'accostarci a Lui, fuoco divino, arriveremo ad esserne attaccati! Cerchiamo quell'amata presenza, quello sguardo divino anche per un solo istante. Da parte mia non voglio perdere un secondo . E quando lo posso, procuro restare l'ultima ad uscire dal coro solo perche lo sguardo di Gesù Eucaristico mi fissi ancora. Preferisco fare qualche passo in più, quando l'ubbidienza non me lo impedisce, per passare e ripassare dal coro andando per la casa, onde Lui mi veda e possa ridirGli, anche alla sfuggita, che io L'amo! ... Gesù mio, sii amato da tutti i cuori, ma più dai Tuoi! Darei il sangue per vederTi amato, o Bene Sovrano, per vederTi corrisposto con tenerezza, con delicatezza nel Sacramento del tuo immenso Amore!

Pratica eucaristica

Anche da lontano penserò a Te, Amor Sacramentato! Cercherò d'intrattenermi con Te e di lanciarti dardi d'amore!

 


 

 

CAPITOLO QUINTO

LA COMUNIONE EUCARISTICA

Presenza di Dio

lo ti benedico, o mio Dio e mio Signore, per avere inventato, nell'eccesso della tua carità, un mezzo tenerissimo per donarTi tutto a me e lasciarTi possedere interamente. Che dico? Tu ed io restiamo come fusi insieme. Solo allora l' anima s'appaga e solo così la vita mi è possibile!

Soave ricordo di fanciullezza

O Santissima Comunione! Quand ' ero ancora piccina e ancora non mi s'era dato Gesù, accoglievo la mamma mia dal ritorno della SS. Comunione, quasi alla soglia di casa, e, spingendo i piedi per arrivare fino a lei, le dicevo: “ A me pure il Signore! ” . Mamma si abbassava con affetto e fiatava sulle mie labbra. Io subito la lasciavo, e incrociando e stringendo le mani al petto, piena di gioia e di fede, ripetevo saltellando: “ lo pure ho il Signore; io pure ho il Signore! ” .

Comunione: gioia suprema

AverTi in cuore, possederTi, mio Dio: ecco la somma felicità dell'anima mia in questo esiglio! No, non v'è gioia maggiore, ne mezzo più salutare! Io intendevo già come fosse grande l'unione che passa fra Gesù e l'anima, che L'ha ricevuto. Mi pare poter dire, di non avere lasciato, in tutta la mia vita, una sola Comunione. E' da questo intimo amplesso dell'anima con Gesù che sorge quella gran sete e brama d'unione con Dio. Veramente frutto massimo della S. Comunione ben fatta è l'unione divina.
Comunione: unione!
Caro Gesù, sei Tu che vieni a spegnere ogni inclinazione, ogni desiderio che non è soprannaturale. Sei Tu che vieni a smorzare ogni passione, a dare morte all'io. E' con vero trasporto che l'anima, reclinando sul tuo seno, ripete fiduciosa: “ O mio Gesù, uccidimi e dammi vita! Addormentami e svegliami! ”
Quale trasformazione nelle anime che sempre si comunicano! Quale fusione, quale unione con Gesù! - Non sono più creature terrene; e lo stupore è grande a contemplarle. Non hanno più nulla di terra. Tutto ciò che è di questo mondo è così estraneo e opposto ai loro sentimenti che le si crederebbero già trasportate in regioni celesti. Non hanno più gusto per cosa alcuna che non sia Gesù e per Gesù, e abbraccierebbero piuttosto essere sbranate dalle fiere che partecipare ad una sola delle terrene follie. - Mio Dio, mio Dio! Come può essere tale trasformazione in creature di fango? Tutto ciò che bramano è trovarsi con Te, perdersi in Te, diventare con Te una sola cosa. Tutto il loro gusto è per la solitudine, per il silenzio, per l'orazione, per il Tuo Tabernacolo, o Signore! Quale purezza, quale profumo di Te! Non si può che confessare la potenza delle operazioni tue, o Amor Sacramentato! Pure la lode, il sacro salmeggiare ai tuoi piè, o Signore, ha delle dolcezze, a volte, sì intime e profonde che non vale la lingua a narrarle. Per noi l'angolo più oscuro e nascosto che dà il Tabernacolo, è Cielo, è tutto! Quale dolcezza, quale felicità, anche quando si è fredde! Venissero a dirci: “ Ecco, è qua tuo padre, la tua mamma, i tuoi cari, pur tanto teneramente amati. Ecco, è qua un gran Santo, una gran Santa, tuoi Protettori ” . No, nessuna cosa saprebbe attrarci più di quella calamita fortissima e pur nascosta; nessuna cosa saprebbe toglierci ne varrebbe a strapparci dal nostro nascondiglio, da quell'angolo oscuro e misero, dove conversiamo con Gesù, poiché per noi è Cielo e per noi vale più che tutte le reggie dorate. Tanto è vero, o Signore, che T'amiamo sopra tutte le cose! Signore, tutta questa attrazione è perché ci comunichiamo! Le anime che non si comunicano non possono ben sentire e amare l' Amore Sacramentato!

Comunione: tesoro inestimabile

O Comunione santissima! Che cosa vorrei dire di Te! MirarTi, o Gesù Eucarestia, è Cielo! Ma se non potessimo riceverTi, diverrebbe Purgatorio! Quante volte, anche al principio della mia vita religiosa, trovandomi ai piedi di Gesù, specie la sera, e mirando il Tabernacolo, io aspiro la felicità purissima. Girando poi lo sguardo a tutte le bellezze, a tutte le grandezze, a tutti gli splendori della terra, e riposandolo di nuovo sul santo Tabernacolo, io sento, io esclamo che tutto è vuoto, che non v'è tesoro più grande, più delizioso di quello che io possiedo e che è tutto là! No, nessuno può possedere più di me; non v'è altro tesoro! Quanto io sono ricca e beata! Il Tesoro divino che racchiudono le grandi basiliche nei preziosissimi tabernacoli, non è superiore a quello che possiede la nostra umile chiesina: il nostro modesto Tabernacolo! Il Cielo stesso non possiede di più. Quell'unico tesoro è qua, è mio, è Iddio! Veramente, sì veramente: “ Mio Dio e mio Tutto! ”.

Vivi desideri eucaristici

Quand'ero in famiglia, uscendo la sera a passeggio e mirando attraverso le vie, le Chiese del mio Gesù e Lui cibo divino conservato per le anime, mi sarei involata dal fianco dei miei e, come cagnolino, mi sarei rannicchiata alla porta della chiesa, e là, beatissima, avrei trascorsa tutta la notte, attendendo l'ora che mi si aprisse e mi si desse Gesù. Pensavo con tutta semplicità: “ Come potranno dormire le Religiose, avendo in casa lo stesso Dio-Gesù, cibo per il domani? ”. Oh, stupore! Affacciarsi ad una grata, mirare fra tanto silenzio la piccola Custodia e dire: “ Gesù è qua! ”, non v'è da morire?

Effusione eucaristica

Gesù, che cosa Ti daremo noi per tanto dono? Come hai fatto bene a rimanere in noi! Che faremo noi senza di Te? Veramente per Te, solo per Te, il deserto della vita ha trovato oasi deliziosissima. Gesù Eucarestia, Tu mi hai fatta per Te e per Te tutta io Sono! Misericordia eterna, io Ti ringrazio per il favore immenso che Tu mi hai fatto e mi fai di non familiarizzarmi con Te, così da perdere quel gran rispetto che Ti devo, e di rendermi come abituali i grandi atti della nostra devozione. Appunto perche sei sempre qua, io sento il bisogno di più annichilirmi al tuo cospetto; appunto perche Ti ricevetti ieri, oggi sento il bisogno, nel comunicarmi, di sprofondarmi di più nel mio nulla, di ammirare di più la tua munificenza, la tua bontà. Vorrei incenerirmi, polverizzare tutto il mio essere! Vorrei! Quante cose vorrei! E le lacrime di tenera commozione ne bagnano i miei occhi. Vorrei trattenermi di più con Te in ringraziamento, perché sei venuto di nuovo. “ No, non posso abituarmi ai tuoi doni - esclamo - Grazie, Gesù! ”.

Comunioni senza ringraziamento

Quante lacrime verserebbe il mio cuore, quale martirio prova quando vede le SS. Comunioni lasciate quasi senza ringraziamento, o fatte quasi per abitudine. Gesù, Gesù! Io spero di sbagliarmi in ciò, ma l'amore che Ti porto m'ha fatto intravvedere tante volte i freddi trattamenti che Tu ricevi in ricambio del tuo gran dono! Oh strazio! Tu sai tutto di tutta la mia vita, per Te Eucarestia! Perche sei celato, perche sei troppo buono, come Ti si tratta, come Ti si corrisponde, o Gesù! Quale frutto possono arrecare alI 'anima quelle SS. Comunioni fatte senza debito ringraziamento? E' al calore d'un amoroso rendimento di grazie che sbocciano nell'anima affetti, sentimenti, disposizioni simili ai tuoi, o Gesù. E' allora che l'unione veramente s'alimenta e si stabilisce. Concedimi, o Gesù, anime che si comunichino per amore, con amore, che facciano il possibile per dare tempo - il più che possono - al rendimento di grazie, ed io Ti darò, o Diletto, in breve, anime appassionate di Te, ferme nel dono di sé e sinceramente date al lavoro della propria santificazione. Sperimentino tutti, o Gesù, ciò che sorge dalle Comunioni ben fatte, ciò che sai e vuoi dare Tu quando scendi nei nostri petti. Senza dubbio, o Gesù, se gli occhi amorosamente si serrano per mirare Te, se ogni senso tace, se ogni estraneo pensiero è raffrenato, non opererai Tu? - Tu che passasti quaggiù facendo del bene, passerai come estraneo e senza largire le tue misericordie nella terra delle anime nostre ?
Gesù, come vorrei farmi intendere! Come vorrei essere l'apostola della S. Comunione! Come vorrei che tutti ne facessero la prova! Perdonami, Gesù, se fallo. Ma se io sapessi delle anime che non hanno altro tempo da disporre per Te, per la loro anima, per la preghiera che mezz'ora, che dieci minuti al giorno, quella mezza ora, quei dieci minuti io non li impiegherei altro che per la S. Comunione. - Gesù Eucarestia, che della mia vita sei stato “ l'amore ed anche il martirio ”, ricordati che nei miei immensi sacrifici, nelle mie torture, soffrendo e lacrimando, ho inteso propagare l'amore di Te, il conoscimento di Te, la santa follia per la S. Comunione per Te, Prigioniero abbandonato! Ricordati che ho inteso seminare Te! Venga il tuo Regno Eucaristico!

Pratica eucaristica

Mi ricorderò con amore della S. Comunione fatta e di quella che mi attende. Pregherò che le Comunioni siano ben fatte. Farò spesso con tenerezza la Comunione spirituale.

 


 

 

CAPITOLO SESTO

LA RIPARAZIONE

Presenza di Dio

O mio Diletto in Sacramento, quanto strazio, quanta agonia io provo al pensiero, alla vista delle offese che Ti si recano in questo augustissimo Sacramento! Vorrei farti scudo con tutta me stessa. Vorrei ricevere tutto io! O Padre Celeste, pensate Voi per questo vostro Unigenito fatto Pane degli uomini. O dolce Gesù, abbiti dei riguardi per amor mio! O Santi Angeli dei Tabernacoli, custodite tanto tesoro per i nostri petti e non fate accostare i profanatori, le anime macchiate! Oh, ripararTi, Amor mio!

Forte senso della riparazione

Da fanciulla balbettavo la riparazione senza quasi comprendere cosa dicessi. Fatta poi più grande, io m'attaccai ad essa, e conobbi questo sacro dovere dell'anima amante leggendo e rileggendo la vita di S. Margherita Maria. Posso dire che mi diedi alla riparazione. Ma tante volte la spremevo dal cuore senza provarvi nessun gusto, senza dolcezza e spontaneità di sentimento.
Eppure in tanta aridità io giravo e rigiravo sugli atti di riparazione, mi fermavo a lungo, per ore, su preghiere composte per lo più da me stessa e avevo per iscopo la riparazione. Sacrificavo me stessa, mentre sarei fuggita dal mio posto di preghiera e da quell'arido esercizio. Trovandomi a villeggiare, mi sottraevo dalle innocenti divagazioni e mi appartavo - pur soffrendo il caldo - per darmi ad onorare e consolare il Cuore di Gesù. Ottenevo con stento e preghiere tale permesso dalla mamma. E dire che era ciò che mi ripugnava e non avrei fatto! Ma la grazia della fortezza era con me, per divina elargizione. Volevo portare tutti alla riparazione e visitavo Gesù da lontano, non avendo la sorte di andare in chiesa. Anche di notte andavo in ispirito a visitarLo e mi trattenevo a consolarLo con il mio amore, ma sempre senza dolcezza e agendo per volontà. Quanto durò questo? Ma Gesù non lascia cosa alcuna senza ricompensa. Lui tiene conto di tutto. E come si espande il Suo Cuore nel dare mille per uno! - Ora io provo in me qualche cosa di divino! La riparazione sgorga dal mio cuore come l'acqua da una fonte. Il mio cuore così tenero per Gesù palpita spontaneo al pensiero del minimo torto che Gli si possa recare! Si eleva da questo cuore, con dilezione e soavità, tanto amore riparatore, tanti riparatrici affetti e sospiri, mentre gli occhi si bagnano di lacrime . Grazie, o Gesù: è cosa tua. E a Te io offro il mio cuore così partecipante alle amarezze, alle angosce del Tuo! Gesù, io sento che questo amore riparatore mi purifica, mi eleva, quasi mi divinizza. - E invero, Signore, Ti amerei io se non fossero miei, anzi più che miei, i cattivi trattamenti, i colpi che Tu ricevi dai peccatori, e specie da quelle anime che Tu hai scelto per Te? Signore, Tu sai come tutto ferisce me! Se quelle frecce fossero indirizzate a me non soffrirei così. Tu sei a me più che l'anima mia al mio corpo: Tu sei la mia anima, il cuor mio, la mia vita! Respiro per Te, respiro Te. Mi pare, anzi sento, che il mio respiro è sospiro veemente per Te. Sospiro veemente di vederTi conosciuto, amato, corrisposto, o mio Sacramentato Amore! Tu mi nascondi tutto, o Signore. Quante volte mi sono lamentata con Te! Tu mi nascondi tutto quello che soffri, che ricevi. Sento che non potrei sopportare tanto affanno e dolore, sento che ,agonizzerei conoscendo certe profanazioni, certi cattivi trattamenti e freddezze che il mio Signore riceve nel Sacramento. Ma pur vorrei tutto sapere, tutto, pur trepidando della mia piccolezza, delle mie forze. Lui è molto tenero e si contenta soffrire solo certe cose, tante cose! Alcune le conosco dopo, trascorso ormai del tempo, e il mio cuore vorrebbe sciogliersi per il dolore. Vi gemo e sospiro, riparo come posso! “ Oh, perché me l'hai nascosto, o Gesù? ”. Lui sapeva quanto Gli sarebbe stato dato dagli uomini in corrispondenza del suo amore, eppure vi rimase Sacramentato! Lui che viene a me per una via piena di freddezze, di oltraggi, di cattivi trattamenti, eppure tutto accetta, tutto preferisce pur d'arrivare a me e donarsi a me! Sono cose che mi fanno morire d'amore, trasalire d'immenso stupore!

Invito ai sacerdoti, alle anime e ai santi Angeli

Mio Dio, mio Dio! Chi è simile a Te nell'amore? Oh, se i miei gemiti, le mie suppliche fossero ascoltati dall'uno all'altro polo! - Io scongiuro i sacerdoti a trattare bene il mio Gesù Sacramentato; le anime a comunicarsi con amore, con apparecchio e ringraziamento a tanto Dono; e soprattutto gli Angeli a custodire bene il tesoro dei santi Tabernacoli, tenendo lontani, arrestando chi vorrebbe accostarsi con coscienza non monda, chi per profanarLo o derubarne il sacro vaso.

Sua missione in Cielo

Io penso, io chiedo al mio Gesù d'essere posta a custodia di tutti i Tabernacoli del mondo sino alla consumazione dei secoli, quando avrò lasciato il mio corpo e sarò volata alla Patria. Come vorrò custodire il mio Gesù, come vorrò tener lontani tutti quelli che potrebbero farLo soffrire! Adesso ho dato il mio cuore come lampada perenne a Gesù Sacramentato, in tutti i luoghi ove abita, in tutti i luoghi ove scenderà ad abitare. E ancora il mio cuore Lo segue in tutte le anime che indegnamente e freddamente Lo ricevono, per ripararLo almeno e renderGli amore, grazie, lode per loro!
Ove è Gesù-Ostia son dunque pure io!

Delicatezze d'amore

Il primo sospiro, il mio primo bacio al destarmi al mattino, l'ultimo nell'addormentarmi, è a Gesù, a Gesù in tutti i Tabernacoli del mondo. Penso a volte: “ Là, in quella che può dirsi povera capanna e non chiesa, là in quella povera casetta di legno coperta di foglie, che niente ha di tabernacolo, eppure contiene Gesù, Ostia d'amore. Là, ove accanto riposa il missionario e si adunano i pochi cristiani, là è pure il mio cuore, lampada perenne che adora, ama e corrisponde a Gesù! Là, in quelle chiese deserte e sì poco frequentate, là su quegli altari trascurati o poveri, là ove la lampada è semispenta o spenta, là è il mio cuore presso Gesù! lo lo sento, io lo sento! Grazie, Gesù! Oh, quale amorosa tristezza, quale senso di freddo penoso prova il mio cuore la sera, la notte, quando penso: “ Gesù è solo! ”. Oh, quale spasimo! Se potessi moltiplicarmi, se potessi realmente essere presso tutti i tabernacoli! Io gemo e supplico: “ Non star solo, Gesù! Ci sono io con Te! ”, E quando devo lasciarLo la sera, e quelle volte che m'è dato tenerGli compagnia, com'è difficile andarmene! Il mio cuore resta là e, inviandoGli tutte le tenerezze del mio cuore, ripeto: “ Addio, Gesù! Buone cose per questa notte. Buona notte, Gesù! Non Ti fare offendere; abbiti riguardi per amor mio! Angeli santi, non Lo fate toccare! O Gesù, fatti pensare, fatti amare! ”. E' a tutti i Tabernacoli che si rivolge il mio cuore. Vorrei vedere almeno tutti i cuori incentrati nel Cuore di Lui; vorrei vederLo circondato - se non da adoratori lì prostrati - almeno dal pensiero, dall'affetto dei loro cuori. Gesù è buono e consente rimanere solo tante e tante ore per accordare ai suoi figli il tempo del riposo, delle ricreazioni, il tempo per i loro doveri. Ma da lontano non dovrebbero essi circondare i suoi Tabernacoli? Non è lì per essi? Questo sarebbe giusto, questo consolerebbe il Cuore di Gesù, lì solo; consolerebbe almeno il mio cuore! Il mio cuore accarezza un sogno, ha un sospiro, sarà una follia! Ma per raggiungerLo darei tutto il mio sangue delle vene, soffrirei tutti i martiri, con la divina grazia. Se un giorno sulla terra il mio sogno venisse realizzato consentirei fin'anco vivere, vivere ancora tanti anni. Signore, il mio sogno T'è noto e al tuo Cuore onnipotente l'affido “ Che presso ogni Tabernacolo fosse sempre - anche la notte - un' anima , un'anima sola, un solo adoratore o adoratrice! ...
Gesù mai solo! ” . Gesù buono, almeno esaudisci per ora la brama, l'ansia del mio cuore: fa che le menti, i cuori siano rivolti a Te, nostro Ospite adorato, e Tu sii amato, amato! E da lontano, o Gesù, i tuoi figli Ti tengano amorosa compagnia, stiano con Te!

Pratica eucaristica

In ogni visita, anche breve, non ometterò di riparare il mio Gesù. A tutte le mie Comunioni metterò pure l'intenzione riparatrice. Con la parola e più con la preghiera, spingerò le anime alla riparazione .
“ Oh, ripararTi, Amor mio Sacramentato! ”.

 


 

CAPITOLO SETTIMO

L 'IMMOLAZIONE

Presenza di Dio

Divina Ostia, dolce olocausto, sei Tu che susciti le anime vittime, Tu che sproni al sacrificio, Tu che accendi le anime della brama d'immolazione. Chi T'accosta finisce con l'amare il patire. Da Te i martiri, da Te le anime eroiche, da Te i santi. Il tuo candore rapisce, la tua perenne immolazione attrae e fa generose le anime!

Gesù-Ostia colonna del mondo.

L 'Ostia divina, il calice preziosissimo sono le alte e massiccie colonne che sostengono il mondo, il quale crollerebbe sotto il peso delle sue iniquità, se tanto Tesoro non si sollevasse tante volte al minuto, tra cielo e terra, per sostenerlo e placare il Padre. Da questo pensiero fu illuminata l'anima mia, fu compreso il mio intelletto con soave luce e commozione, con calma, in un istante di grazia.
Ed oh, come rimase in me questa santa verità! Sì, il nostro Gesù immolato è il sostegno del mondo e della Chiesa; è la supplica perenne che per noi intercede; è il motivo di tante grazie e misericordie che dal seno del Padre piovono sino a noi sulla terra e su ogni anima. Gesù, Gesù nostro, quanto Ti dobbiamo! E che sarebbe di noi senza di Te ? Senza di Te che cosa sarebbe la terra? Oh, Misericordia infinita, che ben pensasti di rimanertene con noi, quanto hai fatto bene, quanto hai provveduto alla nostra felicità! A Te tutti i nostri bisogni! Con Te più nulla ci manca! Con Te plachiamo il Padre, con Te ti paghiamo, con Te compriamo quanto ci bisogna e quanto vogliamo. Tu sei nostro lavacro per ogni macchia, Tu refrigerio per la nostra sete di giustizia, Tu nostra santità!

L' anima si riveste di Gesù

Non è forse vero che, ansiosi di amare, di rendere una vera corrispondenza al nostro Dio d' Amore, di rivestirci di virtù ai suoi occhi, troviamo solo pace nell'unica e infinita risorsa: Gesù-Ostia e il suo divin Cuore? Oh, sì! Solo allora si quieta l'anima mia quando offro Lui a Lui stesso per me. Non è forse cosa mia? Quando è specialmente mio nella S. Comunione, quando le sue grazie e misericordie mi schiacciano e l' anima mia geme nella sua grande impotenza e miseria, io penso che il suo Cuore è mio e Lo offro! Tutto allora è a posto! Mi rivesto di Lui e posso dire al Padre: “ Padre, non Ti ho io amato abbastanza nella mia vita? Puoi Tu dirlo? Ecco quanto Ti ho amato! ”. E per ogni istante del mio vivere, sino a quello che sarà l'ultimo, Gli offro il Cuore Eucaristico! “ Padre, mi sono io mai macchiata? Ma quando? Non vedi come sono santa? Anzi come mi tieni ancora sulla terra ? A far che cosa ? ” . E la santità di Lui - della quale ricopro la mia esistenza fino all 'ultimo mio respiro - offro per me. Oh tesoro, oh ricchezza!

Bisogno d'immolazione

Da tutto ciò, dal pensiero di Lui-Ostia per noi immolata, sorge però un grande desiderio e bisogno d'immolare pure noi stessi. Lui nostra cauzione! Ma per Lui vogliamo pure dare e soffrire qualche cosa. No, non tace il bisogno di immolazione. E' sospiro, è bisogno, è respiro! Dare qualche cosa a Gesù! E che cosa è la vita senza il patire? E' vero che non so soffrire e, sensibilissima, risento la minima pena e talvolta a lungo; è vero che la natura sfuggirebbe la croce e si trova contenta quando non la porta - penso che non può darsi un essere nel quale la sofferenza penetri più sensibile e atroce che nel mio -, ma è pure vero che il mio Gesù mi dà tanta forza da sopportare, superare e nascondere a volte vere sofferenze e atroci. Quanto n'è lunga la storia! Quante volte, rientrando la sera tardi in cella, io stupii di avere potuto tanto superare e soffrire, fin dalla levata tirando su tutto il giorno, gli atti di comunità, i doveri, le ore, uno per uno. Eppure la sofferenza fisica è ancora nulla quando si considera ciò che Gesù sa far provare allo spirito, e per lo più allo spirito e al corpo insieme. Che Lui sia benedetto! E' proprio vero che si può soffrire più di quanto ci sentiamo capaci e che la prova vien sempre con la grazia per poterla sopportare. Mi spaventa solo il patire se dovessi chiederlo io, perché allora non potrei riposarmi nella volontà del mio Dio, unica mia forza. E' vero che, concedendomelo Lui dopo la mia domanda, v'è pure parte della sua Volontà, ma non posso appagarmene, perché voglio tutto e intiero e in ogni circostanza il suo volere direttamente da Lui.

Solo la volontà di Dio

E così, mentre fanciulla e nella mia giovinezza non feci che chiedere croci e croci, calvario e crocefissione, ora non posso chiedere nemmeno una puntura d'ago; non avrei nessun gusto a soffrirla di mia volontà. Voglio la volontà del mio Dio! La cerco, la sospiro, la perseguito anche nelle cose minime; ho bisogno di respirarla, di nutrirmene. Senza di essa tutto m'è amaro e insipido, anche le cose più sante. Con essa mi trovo in pieno appagamento. E' perciò che ho del tutto rinunziato alla mia libertà, alla mia volontà, e mi sono data e abbandonata tutta a Lui, alla sua mozione, alla sua direzione . Mio Dio, non voglio far nulla da me per libero arbitrio, tanto meno per moto o appagamento della natura, fosse anche in cose innocenti. Voglio che Tu sia il mio motore, che Tu mi porti nello adempimento del tuo volere, del tuo piacere in ogni istante. Signore, compi il mio sospiro: “ Vivi la Tua vita in me. Vivi Tu la mia vita! ”. Tale sete del divin Volere mi porta ad essere vigilante per fare ogni momento il suo piacere, per immolarmi ogni momento come Lui vuole. La rinunzia della volontà e della natura a volte costa tanto. Sono io sempre fedele? Certo, avvertitamente non vorrei nulla, nulla negare a Gesù; e se a volte mi trovo d'avere agito senza dipendenza dalla grazia e senza avere prima consultato Lui, ritorno indietro sui miei passi, per così dire, e miro il suo piacere, attendo la sua ispirazione. Se trovo d'avere sbagliato, rimedio, costi quello che costi; se non lo posso, offro almeno a Lui la mia sincera volontà, il mio attaccamento alla Sua, e a Lui affido di riparare e rifare ciò ch'io non feci. Oh, quanto dovrei dire per mostrare come Gesù - sempre infinitamente buono - mi esaudisce, e per mezzi insperati fa riuscire com'era suo piacere e com'era virtuoso ch'io facessi. Lui lo sa: voglio ciò che Lui vuole. Sono sua, vivo per Lui anche nelle minime cose. “ Siccome io vivo per il Padre, cosl chi si ciba di Me, vive per Me ”. E' tutto merito del Cibo celeste se l'anima se ne nutre, arde dal desiderio di compiere il divino volere, di vivere per il suo Dio, d'immolarsi come Lui, Ostia d'Amore.

Le prove sicure d' amore

Avere lo spirito di sacrificio, essere sempre disposta a sacrificarsi, mi pare sia la prova più sicura che l'amore arde nel cuore, benché non si senta. Come al contrario, le piccole ricerche dell'io, le piccole soddisfazioni prese o ricercate, la resistenza dell'altrui volontà per attaccamento alla propria, e quella attitudine a non scomodarsi, mi fanno gemere e mostrano chiaramente che nel cuore è scarso l' amore. Come si può amare Gesù - Gesù per noi così immolato - e negarGli la prova più sicura dell ' amore: il sacrificio e la sofferenza ? Se amiamo, sapremo sacrificarci; e se ci sacrifichiamo, è segno che amiamo. Questa frase mi colpì stando ancora in famiglia. Sorrisi ad essa e presi a farne pietra di paragone; Ansiosa tante volte di sapere se amo, sono ricorsa ad essa; tante volte ho potuto assicurarmi. O Gesù, io mi sono sacrificata, io sono pronta a tutto con la tua grazia. O Gesù, io dunque T'amo! Sì davvero, non capisco come può avvenire: sapere che Gesù vuole una cosa, uno sforzo, un sacrificio, e negarGlielo. Caro e dolce Signore, non posso io forse ricordare con gioia - lodando la tua misericordia verso di me - d'avere fatto più di quanto Tu mi chiedevi; d'avere immolato il mio spirito, il mio io, l'amor proprio, d'avere esaurite le mie forze fisiche, d'essermi sterminata andando sempre al di là per timore di non slanciarmi abbastanza, e di potere fare ancora qualche cosa ? - Mio Dio , è proprio vero che si può fare e soffrire più di quanto si crede, e che al tuo contatto, o divina Vittima, il soffrire riesce la cosa più apprezzabile quaggiù! Non passa l'aver sofferto, anzi resterà il linguaggio eterno d'amore al tuo cospetto, mentre il soffrire passa e non lascia rimorsi, ma luce, pace e amore. Per questo le anime eucaristiche possono davvero ripetere con labbro infuocato: “ - Dolce è il patire con Te nel cuore! ”. “ - Tutto è niente; tutto passa con Gesù Sacramentato! ”.
“ - Toglietemi tutto, anche la pelle, ma lasciatemi Gesù! ”. “ -Signore, non ho che quest'ora per darTi qualche cosa. Non permettere ch'io Te la neghi. Poi non potrò più soffrire! ” .

Pratica eucaristica

Ascoltando la S. Messa, chiederò all'elevazione la grazia di sapermi immolare, la gioia nel patire. M'immolerò con la Vittima divina. Starò attenta per non lasciarmi sfuggire l'occasione di sacrificarmi!

 


 

 

CAPITOLO OTTAVO

I TRE VOTI RELIGIOSI NELLA LUCE DELL'EUCARESTIA

Presenza di Dio

O Maestro adorato, da questa tua cattedra d'amore, quante cose mi insegni! Ostia dolcissima, Tu mi parli d'ogni virtù. O Misericordia, Tu che m'attraesti con la luce dei consigli evangelici e mi lasci vivere con Te sotto il medesimo tetto, attraimi ancora... perche io non cammini, ma voli dietro a Te, felice nei miei legami, beata nei miei tre chiodi. O santa ubbidienza! o dolce povertà! o amatissima castità!

a) Ubbidienza di Gesù-Ostia e quella religiosa

Quale inno dovrebbe sciogliersi all 'ubbidienza del nostro Dio Sacramentato? Oh, sacro stupore! E che cosa è l'ubbidienza di Gesù a Nazaret - cosa che pur tanto rapisce e mi fa stupire - paragonata all'ubbidienza sua nel Sacramento da venti secoli? Signore Gesù, la parola tace e solo la tua luce può farci considerare. E qual'è poi quell'anima che oserebbe ritirarsi dall 'ubbidire ? Per l' anima religiosa l 'ubbidienza di Gesù è un altro laccio che amorosamente la stringe. Essa è felice d'essersi votata a Lui per l 'ubbidienza. E che cosa v'ha di più sicuro che ubbidire? - Se ha donato veramente la sua volontà - e ne ripete il dono con sincerità - ha da fare poco sforzo per spogliarsene ancora nelle occasioni. Ma ohime! E' sempre sincero e intero il dono? Mio Dio, che ci dai norme di ubbidienza così perfetta, così incondizionata, così perseverante nel Sacramento dell'Altare, aiutaci ad ubbidire! Felici le semplici Religiose date all 'ubbidienza! Quale cammino in poco tempo e quale leggero andare, spoglio di responsabilità!

Ricordi personali

Signore Gesù, legato dal tuo stesso amore nel Sacramento, io, legata dall'ubbidienza per amore, mi offro a Te! Sì, Signore, è verità che l'ubbidienza m'ha legata tutta la vita prima ancora che mi legassi in santo Voto. E' verità ch'io sentissi passione per l'ubbidienza e che l'intendessi ancora quando stavo inconscia della virtù. Ricordo che fanciulla e piena di colpe, dinnanzi ad una cosa ripugnante e ardua io non mi arrestavo, dicendo: “ Ma se l'ubbidienza mi dicesse di farla, corto la farei ” . La mia piccola anima comprendeva che fra l'ubbidienza e il dovere di ubbidire non c'era via di mezzo. E l'ho compreso sempre. Ho sofferto assai, è vero, poiché una minima parola dell'ubbidienza m'ha legata tutta e per sempre. Ma quanta forza n'è venuta all'anima mia per camminare nella via della perfezione! Quanta pace! No, non ho saputo cercare, ne ho voluto cercare delle scappatoie, dei pretesti - anche nelle cose minime - per esimermi. Ciò non soltanto per l'ubbidienza venutami dai miei Superiori, ma anche verso tutti; non soltanto per un comando o una volontà espressa, ma anche per una sola parola, per una mezza parola uscita anche a caso dal labbro, o per semplice consiglio. Gesù dolcissimo, quanto m'hai aiutata, e come è vero che si può fare più di quanto si crede! Quante volte il mio Signore ha potuto mirarmi legata da tanti fili, da tante, ubbidienze! E così a Lui mi sono offerta, così mi offro per sciogliere i lacci e le catene dei miei fratelli peccatori, secondo il pensiero della nostra cara carmelitana: M. M. Angela di G. B.

Scuse per non ubbidire

Com'è facile esimersi dall'ubbidienza! Quanti pretesti il demonio, la natura sussurrano! “ Si può mai stare a tante piccolezze? Si voleva dire proprio questo? ”. E si finisce col vivere abbastanza liberi, dopo d'essersi inchiodate alla croce con Gesù per mezzo del santo voto. Certo, i Santi si sono lasciati legare felicemente dall 'ubbidienza e così sono vissuti. Dove la natura e l' "io" non hanno morte, certo hanno vita!

Il chiodo dell'ubbidienza

Signore mio Sacramentato, io Ti ringrazio di avermi fatto sentire non solo il laccio, ma anche il chiodo della santa obbedienza. Quante volte - senza neppure pensarvi - io mi sono sentita configgere dal sacro chiodo! Gli strazi fortissimi m'hanno fatto pensare che stavo sulla croce con Lui Crocefisso! Tutto ciò era nascosto agli occhi altrui. E chi poteva misurare quanto costassero a me certe e tante ubbidienze? Quel comando, quella parola erano il sacro chiodo: eccomi d'un subito inchiodata senza potermi muovere, senza volerlo. A volte, se avessi voluto, avrei potuto sottrarmi, ma no, no, Signore, per la tua grazia! Soffrendo mormoravo soltanto: “ E' il chiodo! ”. E' il chiodo sacro dell'ubbidienza, dell'ubbidienza volontaria, amorosa e perfetta ch'io voglio per Te, ch'io bacio per Te, che mille volte vivendo eleggerei per Te, o Gesù-Ostia, Ostia obbedientissima fino alla consumazione dei secoli !
O santo e meritorio stato dell'ubbidienza religiosa!

b) Voto di Povertà e l'Eucarestia

O santo e meritorio stato della Povertà religiosa! Dopo d'avermi istruita nell'ubbidienza, quanto mi parli, quanto m'istruisci nella Povertà, bianca Ostia! - Chi più spoglia, chi più povera di Te? Mio Dio, quanto piccola è la tua prigione! quant'è poco lo spazio che Tu occupi, o Santa Ostia! Quanto poveri e semplici gli accidenti che Ti nascondono, o Divino Gesù! Non hai nulla, non chiedi nulla. Hai solo ciò che Ti si dà, e che poi Ti si toglie senza chiederTi permesso, o Gesù. Divin Gesù, asseta le anime religiose di spogliamento e di povertà sincera. Ahimé, Signore! Se la tua povertà, la povertà evangelica si riducesse solo a non voler mancare di nulla, sarebbe essa povertà? Ov'è il sorriso beato dei poveri volontari nel vedersi mancare di qualche cosa? Certo, Signore, Tu te l'aspetti da queste anime, alle quali hai prodigato e prodighi le ricchezze del tuo amore, delle tue grazie misericordiose. Eppure, ohime! Tu trovi pochi, o Gesù, di questi veri amici della santa povertà. Dinnanzi al tuo spogliamento, come dovrebbe l'anima religiosa sinceramente staccarsi da qualsiasi cosa, che pure l' “ io ” sa ritenere sotto tanti pretesti di necessità, bene comune o altro. Ogni cosa superflua - che tanto facilmente si ritiene e che si sa anche accumulare - toglie quella felice libertà dei veri poveri e quel santo spogliamento che dà tanta libertà. Perseverare poi nello spogliamento non è piccola cosa nella vita religiosa; ed oh quanto aiuta per praticare la santa povertà in altri punti! Godere delle cose povere, godere nel vedersi mancare di qualche cosa, non lamentarsi, non chiedere per amoroso abbandono alla Provvidenza: è un dolce dovere per l'anima legata dal santo voto di Povertà. E intanto quali gemme essa accumula per la vita eterna e quanto bella apparisce agli occhi dello Sposo!

Insidie alla S. Povertà

Quanti pretesti sussurra il nemico per allontanare l'anima dall'esercizio di tanta virtù! E come la maggior parte di queste anime privilegiate restano prese nella sua rete! Perche esse non vogliono gustare le delizie della Povertà? Certo, la parte più essenziale del santo voto si pratica, almeno dalla maggior parte; ma tutte le delicatezze, le finezze, le sfumature di questa eccelsa virtù dànno troppo incomodo alla natura, e sono praticate da poche. - Essere povere di tempo, della propria libertà, privarsi della soddisfazione di dare qualche cosa, vedersi togliere ciò che faceva comodo senza parlare o protestare, sono fiori odorosi da offrire al Diletto, per noi sì povero. Felice l' anima che sa raccoglierli ! Volere sperimentare le conseguenze della povertà, lasciarsi caricare di lavoro o caricarsene coll'obbedienza; amarlo, economizzare il tempo per trarne maggior guadagno; scegliere il meno, il peggio, quando ci si dà da scegliere: non sono piccole cose? Se vi si aggiunge la perseveranza e un grande amore, che sorgente di merito e di santità!

Povertà è ricchezza con Gesù

E poi Gesù sa porgere Lui stesso, sa preparare Lui stesso tante preziose occasioni per fare praticare questa cara virtù e sperimentarne l'amore della sua diletta. Anche quando sembra che non manchi nulla, che si sia provviste, può mancare appunto quella semplice cosa che necessita e che un povero facilmente si procurerebbe. Ecco dunque sperimentare la dolce, la desiderata povertà. I poveri possono prendersi pensiero di quella cosa che bisogna e cercare di provvedervi; ma l'anima sinceramente povera non sa che sopportare e abbandonarsi alla amorosa Provvidenza del suo Dio. A volte quale morte e distruzione e sofferenza! Ma Dio dà la forza per soffrire e perseverare. Dio del mio cuore, come ringraziarTi? A Te solo la lode e l'onore! Solo Tu poi fare praticare certi atti. Ma pure ciò non è ancora tutto. Gesù vuoi fare meritare l'anima; e la prova arriva più forte. Non è allora semplice sofferenza, ma strazio sensibilissimo del sacro chiodo della Povertà. Configge, strazia, mentre dà la cara impotenza di potersi muovere. Certo, non vorrebbe neppure muoversi, ma la sofferenza e la prova quant'è sensibile!

Gioie della povertà

Signore mio Dio, Ti rendo grazie d'avermi fatto gustare più di una volta il chiodo benedetto del voto solenne della santa povertà. Voglio vivere confissa con Te! Se pur mille volte tornassi a vivere, pur mille volte vorrei salire beata sulla tua Croce per lasciarmi configgere con Te. Tutte le false gioie della terra e della sua fallace e penosa libertà, tutte le sue ricchezze e i suoi troni, non valgono nulla in confronto d'una sola goccia dolcissima della santa povertà religiosa. Anzi non solo non valgono, ma sono spine e fango. E' vero che anche in Religione, se si vuole, si può vivere comodamente, senza quasi gustare le dolci spine della santa povertà. Certo, se si chiede sempre, se ci si procurano tanti piccoli comodi, tante cosuccie che fanno a caso, resta poco e, a volte, nulla da soffrire. Si finisce con lo stare meglio che a casa propria. Ma quale vergogna per una sposa d'un Dio Crocefisso e povero, in lavoro per tutta la sua vita terrena! Quale menzogna per una Religiosa legata dal sacro voto di povertà!
Quale peso per la sua coscienza e quale rendiconto! Mio Dio, perdonaci! Perdonami quanto ho mancato su questo santo voto. E poiche Tu mi innamorasti della santa povertà fin da fanciulla e me la facesti amare e praticare; poiché me l'hai fatta conoscere meglio e penetrare tanto in Religione, concedimi, mio Dio, di incarnarla bene in me. A Te ogni lode e infinite grazie per i secoli!

C) L 'Eucarestia e il voto di castità

Ostia poverissima, Ostia candidissima, Ostia ubbidientissima, traimi dietro a Te! E se mi parli d'ubbidienza e di povertà solo ch'io per un istante mi posi a considerarTi, quale fascino di purezza Tu eserciti su di me solo se lampeggi ai miei occhi! Signore, se il tuo riposo è nelle anime pure, qual'è quell'anima che trattando con Te non diventi tale? Gesù, Purezza eterna, chi mi darà di parlare di Te, Amore mio? Chi mi darà di dire di Te, o Purità? Io non so che tacere, fissi i miei occhi in Te, o immacolata Ostia. Le mie pupille bevono a torrente la purezza da Te. Signore, accecherei mirandoTi! Mai mi stancherei dal contemplarTi, o Candore eterno!

Solo purezza e amore

Quale fascino, quale follia santa Tu m'hai dato per la purità, per Te, Immacolato Agnello! Signore, non è forse un delirio? V'è, o mio Bene, un'anima più assetata e innamorata della mia per tale virtù, sebbene io la possegga meno di tutte? “ Amore e Purità ”: sono due sorgenti alle quali attingerei senza posa! alle quali anelo fin dalle midolla. Amore e purità vorrei a torrenti. Amore e purità furono le due virtù che mi conquisero, che mi fecero sospirare e anelare... Le cercai sospirando, ansiosa di rivestirmene, d'assorbirmene... di diventare tale: Amore e Purezza! - Signore, che Ti dirò? Per gli occhi tuoi, per un bisogno proprio intimo e intenso della sostanza dell'anima mia, del mio cuore, del mio corpo, io anelo alla purezza. Vorrei divenire sempre più monda, sempre più pura. - Signore, vorrei essere immacolata, dietro la Mamma mia Maria. Sì, Signore, perdonami, poiche Tu solo m'hai suscitato simile follia. Come in amore bramerei non essere superata, sì nel tempo che nell'eternità, così in purezza vorrei possederne tanta..., quanta non è più possibile a creatura contenerne quaggiù! E tanta in Cielo, quanto più Tu non potrai darne! Agnello Immacolato, voglio starmene vicina a Te per purezza e amore. Voglio essere immacolata - lo ripeto ancora - con Maria e come la Mamma mia , se fosse possibile! - Gesù, non me l'hai fatto Tu intravvedere? Oh, sì, per gli occhi tuoi, per Te solo, io miserabile e vile, centro di purezza! - vorrei che la purezza fluttuasse da me, vorrei darla, vorrei farla amare!

La purezza postula altre virtù

Signore, Tu farai di più: Tu mi farai giardino di virtù! ... Ha dunque spine? E' chiodo il voto di virtù così celeste e beata? No, Signore: è Paradiso legarsi a Te, Purezza infinita. Il mio cuore nel suo delirio per il candore, sentendone tutto invaso e impregnato, Ti ha ripetuto: “ T'amo infinitamente per Te medesimo, perche sei il mio Dio. Ma, o Gesù, T'amo così, perché sei Purezza! - Perdonami se sconnetto: se Tu fossi Purità in essenza, non T'amerei così, non potrei amarTi! ”. E' dunque un Cielo il santo voto di castità, che mi fa sposa dell'immacolato Agnello, che mi ammette al suo corteggio eterno! Ma se voglio che la purezza rifulga in me , devo circondarmi e configgermi di spine con il terzo sacro chiodo. E che cosa è una vergine se non è mortificata, se non ama morire a se stessa in tutto, se non è pronta al sacrificio e ad immolarsi, se non ama sinceramente essere segregata, e non si cinge di quella modestia completa, ch'è il suo più bel ornamento? Che cosa è quella vergine, ch'è inoltre superba e suscettibile, che non spande dal suo cuore e dal suo labbro il profumo della carità? - Mio Dio, questa angelica virtù per avere il suo splendore vuole proprio con sé tutte le virtù. Ed io, Signore, che non ne ho nessuna! Misericordia infinita, che tanta fame e sete mi dài di giustizia, degnati satollarmi. Una piccola cosa mi fa ombra, par che appanni la santa virtù. E non è detto che la purezza è un tersissimo specchio, che un solo fiato basta ad appannare? Voglio respirare “ purità ”. Oh, se ve ne bisogno! Perciò non potrei nemmeno sopportare che la mia intenzione non sia purissima, che entri altro fine in essa. No, non potrei sopportarlo! E mi affretto a purificarla, a raddrizzarla con la divina grazia: “ Dio, Dio solo! Oh, in alto! Lui! Lui ”. - Un minimo atomo di polvere mi farebbe perdere il respiro. Ho bisogno di un'atmosfera pura, divina! Eppure, o mio Signore, quanto sono io impolverata! Ancora non potrei permettermi una minima doppiezza, una piccola finzione, un giro di parole, una mancanza di semplicità. Che peso! - O santa semplicità, dolce ala della purezza, quanto t'amo! - O santa innocenza, o fulgido candore, quanto v'ho bramato, quanto desiderato ardentemente, e per quante vie e quanti mezzi vi ho cercato... appunto perché non vi posseggo. Dio del mio cuore, Dio della purezza, Dio dell'Eucarestia, che misericordioso m'hai tratta nel tuo orto e m'hai legata felicissima a Te con i sacri voti dell'ubbidienza, della povertà, della castità, poiché m 'hai dato in cuore queste tre gemme per custodirle, praticarle e Tu deliziartene, concedimi grazia di vivere tutti i miei giorni nell'esercizio di sì eccelse virtù, perché nei secoli esse rifulgano sulla mia fronte in tutto il loro splendore per glorificarTi. Amen!

Pratica eucaristica

Mi sforzerò di sorridere e di amare:
- quando l' abnegazione della volontà mi crocifiggerà;
- quando le spine della povertà si faranno sentire;
- quando l'immolazione sarà con me ad ogni passo.

 


 

 

CAPITOLO NONO

L'EUCARESTIA SORGENTE DI CARITA' FRATERNA

Presenza di Dio

Gesù Ostia, Gesù vivo e reale in mezzo a noi, vincolo di carità, vincolo di unione, sol che Tu entri in cuore, muovi all'amore e alla dilezione. Sei Tu che mi fai praticare in tutta la sua estensione il precetto tuo, la legge dolcissima della carità. Vicino a Te il mio prossimo è un altro me. Ed io, Gesù, lo amo più di me. Se la discordia è nel mondo, o Signore, ciò avviene perche si è lontani dalla fornace del tuo Cuore!

Nella S. Comunione Gesù insegna la carità fraterna

O dolce carità, o santa dilezione! Quale sacro stupore e quale mare di felicità quando il misero cuore palpita con il Cuore divino dopo la SS. Comunione! Mio Dio, possedere il tuo Cuore, quel Cuore che, solo a pensarlo, inebria e rapisce! quella sacra fornace, alla quale vorrei strappare tutte le fiamme per rivestirmene e bruciarmene! Quel divino Vulcano dal quale vorrei essere attratta e finire in cenere fra i suoi cocenti penetrali! Possedere quel Cuore da cui tutto a noi e a me è venuto! Quel Cuore che ha tanto amato gli uomini! Mio Dio, non potevi farci più felici sulla terra! O Cuore del Fratello mio, del mio Amico, del Padre mio, del mio Sposo Gesù, quanto è grande la tua munificenza! Non potresti darmi di più, ne potresti venirmi più da vicino per ammaestrarmi davvero sulla carità, sul tuo precetto. La tua lezione è tacita, ma trasformante. Il tuo solo contatto istruisce e illumina il mio cuore Signore Gesù. Ed io trovo in me la carità, tutte le delicatezze della carità, solo perche Tu hai parlato, hai istruito il mio cuore. Il tuo palpito sul mio cuore è lezione di carità, è onda che la carità trasporta dal Tuo al mio cuore. Cuore Eucaristico del mio Gesù, sei Tu che l'hai trasformato, sebbene annidi ancora tanta miseria. Io stupisco del mio cuore. Quanto esso ama e quanto puramente ama! Come può esso contenere tanta dilezione, che sorpassa e oblia ogni torto; che non fa eccezioni; ch'è felice di rendere piacere, bene per male e con soavissima delicatezza si studia di mostrarsi tale come se nulla di torto o di spiacevole avesse ricevuto? - Signore, son cose che senza di Te non si conoscono e sono doni del palpito tuo Eucaristico! Ciò che mi s'è fatto soffrire non voglio ricordarlo. E, posta proprio nell'occasione di rendere la pariglia, il mio cuore piuttosto soavemente si dilata e faccio tutto all'opposto di come fu fatto a me. Mi allargo dolcemente nella carità! Faccio quello che mi bisogna. Tu m'insegnasti a compatire sempre, a scusare sempre, o Gesù; e non solo dinnanzi agli altri, ma con delicatezza, che non so esprimere, anche nell'intimo del mio pensicro, nell'anima mia. Quante volte, o Gesù, il mio cuore T'ha ripetuto: “ Signore, nessuno m'ha fatto mai torto, mai nessuno m'ha offesa, nessuno m'ha fatto soffrire ”. E al mio pensiero è occorso che anche Tu mi risponda: “ E neppure tu a Me! ”. Così fosse, o mio Dio, ch'io mai T'avessi dispiaciuto! Darei mille volte tutto il mio sangue per la somma grazia di non averTi mai offeso venialissimamente; mentre è spasimo al mio cuore e dolore unico nella mia vita avere offeso e contristato Te, mio Bene, mio Dio! Signore, Tu solo sai - poiché me ne facesti dono - se il dolore e la croce han pesato in mille modi sul mio cuore e se l'amarezza lo ha innondato. Gesù, non so ciò che farei. Vengano a Te le anime, o Gesù, e impareranno ad amarsi, a sopportarsi, a soccorrersi. Al tuo contatto si smorza e si muta ogni passione contro la bella carità. Da Te s'attinge ogni forza per rendere bene per male, e sempre bene, solo bene.

Ostacoli e risorse

Sì, se nel cuore resta rancore, minima freddezza, resistenza in atto per prodigarsi verso chi ci ha recato qualche dispiacere, il nostro amore a Gesù è dubbio, la nostra Comunione non è stata ben fatta. Oh, amiamoci! La carità di Gesù ci spinge se abbiamo attinto bene alla fornace del divin Cuore. Per la tua venuta su questa misera terra, o Signore, la sua faccia s'è mutata, poiché Tu portasti il fuoco. Per il tuo precetto i cuori si sono dilatati e noi assistiamo a spettacoli stupendi di carità. poiche infine Tu, Carità eterna, hai fissato i tuoi padiglioni in mezzo a noi e ci chiami, ci attiri per donarci il tuo stesso Cuore, noi possiamo attingere la carità alla stessa fonte. Noi possiamo fare provvista di carità nella SS. Comunione e correre ai tuoi piedi per rifornircene , quando negli scontri essa vacilla e vorrebbe venir meno. Signore, che Tu sia benedetto! Per la Comunione, per il possesso dell 'Eucarestia: la carità. La carità che addolcisce l'esilio, che fa dilatare i cuori, che fa pregustare la Patria, poiché là solo la carità sarà perfetta; qua, quante deficienze! A volte lo scambio cordiale della carità m'ha commosso fino alle lacrime. Sono perfino piccolezze, ma condite con la carità di Gesù, quanto bene fanno a chi le riceve, a chi v'assiste e in specie a chi le fa! Se si pensasse che il maggior bene nell'esercizio della carità è per chi la pratica! A volte costa, è vero: bisogna rinunziarsi, bisogna morire a se stessi, bisogna prodigarsi, dimenticare, lottare, poiché per amare davvero bisogna morire. Ma lo si può, poiché la grazia lo vuole ed essa è con noi. “ Amiamoci, amiamoci! - si esclama di cuore quando Gesù è nei nostri petti - Amiamoci ! Costi quel che costi! ”. E invero, vedere alcune angeliche creature prodigarsi teneramente per ogni verso, quale visione di carità! Contemplarle così pronte, così ingegnose nel sacrificio, così dimentiche di sé, quale spettacolo! La vita religiosa ci fa assistere a volte a simili visioni. A volte sono pure atti di carità generosa ed eroica, ma visti solo da Dio, conosciuti solo da Lui e dai superiori. Se però per poco ci si ripiega su noi stessi, se si cede all'astuzia dell'amor proprio, che si nasconde sotto il pretesto del proprio ufficio, sotto un pretesto anche spirituale, la carità è presto soffocata, messa da parte, lasciata in oblìo. I propri diritti, tante volte reclamati dalla natura, dall'io sotto falso zelo, quante volte la calpestano, la rodono, la lasciano in dimenticanza! O fuoco celeste della carità di Gesù, attinto alla S. Comunione, se tu vieni alimentato dagli atti di carità, divampi, prendi e impreziosisci tutta la nostra vita. Se invece in questo esercizio l' anima si trascura e diventa pigra; tu, o dolcissimo fuoco, ti smorzi lentamente e quasi finisci, lasciando l 'anima e la vita come agghiacciati e l'intelletto quasi oscuro, da non conoscere neppure la propria miseria, la propria grande deficienza di carità. Signore, liberaci! Facci comprendere la preziosità e la felicità del prodigarsi. Che cosa è un giorno, un'ora, senza la carità? Oh inutilità di chi agisce per sé, per fini naturali, poiché invero non giova neppure a sé! Potere fare un pò di bene, arrecare qualche sollievo, far dilatare il cuore, far sorridere, quale gioia purissima per Te, mio Dio!

Impotenza involontaria

A volte con le più pure intenzioni non si riesce a tanto. Può avvenire anzi il contrario. Quale amarezza prova allora il cuore! Ma presto in alto! L 'intenzione è stata pura, Dio n'è glorificato. Ciò basta! Degnati, o buon Gesù, usare di noi come di strumenti per fare un pò di bene. Spronaci a farne un poco, o dolce Cuore, prima che ci presentiamo a Te. Quale felicità! Quante volte, assistendo alla S. Comunione, il prodigarsi di Gesù m'ha penetrato e commosso il cuore; il suo donarsi a tutti, tutto, senza posa, a quanti! Spontaneo è sorto nell'anima mia il pensiero, il desiderio di donarmi, di prodigarmi anch'io a tutti, tutta, senza posa, senza riserve. - O Signore, così sia! Oh il tesoro della carità! Ed io non ho saputo praticarla finora!

Carità e amabilità

Ho potuto convincermi e toccare con mano che la carità, per essere preziosa e riuscire veramente carità, dev'essere accompagnata dall'amabilità, dalla cordialità. Senza di questa essa può umiliare o far stringere il cuore; non raggiunge il suo scopo, né la perfezione della carità. E già noi lo leggiamo che “ Dio ama chi dà con ilarità ” e che dà due volte chi dà con gioia. Il più grande servizio reso con volto o maniere un pò dure, vale niente; e la più piccola cosa condita dall'amabilità vale un tesoro.

Si comprova con esempi

Mi si rendeva un atto di carità; ed io, umiliata di fare occupare qualcuna per me, dissi alla cara Suora: “ Per me quanto pensiero! ”. Mi rispose: “ Non devo portare la croce? ”. Tacqui come disseccata. La croce era dunque quell'atto di carità? Nessuna cosa valse più a fare dilatare il mio cuore; invece allora restò così stretto, penante! Altra volta avevo sofferto, o soffrivo. Mi si portò un pò d'acqua fresca e mi si aprì la finestra per farmi meglio respirare. Vivessi mill'anni, non dimenticherò quell'atto. Di carità ne ho ricevuta tanta e carità vera, che non dimentico; ma questa restò fissa nel mio pensiero. Perché? Eppure quell'offerta fu così semplice, così dolcemente povera, ma con quanto cuore, con quanto amabile sorriso, con quanta dolce maniera mi si prodigò! Ecco ciò che rende bella e refrigerante la carità. Perciò essa deve partire dall'amore e deve essere profumata d'amore. Colui che arde per noi d' amore vuole che ci rendiamo amore, e
l' amarci è adempimento del suo precetto.

Carità ingegnosa

Signore, facci ingegnose nella carità: un sorriso, una buona parola, un pò d'aiuto a chi ne bisogna, un largo compatimento che tutto copre, una preghiera a Te per il prossimo amato quando non può farsi altro, e sempre! Grazie, Gesù, perche m'ispirasti e da tanto mi fai praticare quella dolce carità, che non vuole nemmeno mirare il prossimo in un torto ricevuto, in una sofferenza, di cui è cagione, nell'atto di fartene offerta; e si contenta sacrificare quest'atto tanto caro, supplendolo con un solo sospiro e atto di silenzioso amore. Grazie, Gesù!

Pratica eucaristica

Per amore del mio Gesù-Ostia, che si dona tutto a tutti, mi prodigherò per il mio prossimo e lo sopporterò con cuore di madre. Darò tutto per i poveri peccatori, per le care e sante anime del Purgatorio.

 


 

 

CAPITOLO DECIMO

MARIA NOSTRA SIGNORA DEL SS. SACRAMENTO

Presenza di Dio

Divina Eucarestia, Tu mi fosti data da Maria. Io non Ti avrei se Maria non avesse consentito a divenire Madre di Te, Verbo Incarnato. lo non Ti posso dividere da Maria, né dividere Maria da Te. Salve, o Corpo, nato da Maria Vergine. Salve, o Maria, aurora dell'Eucarestia! O dolci amori, voi ne formate uno solo nel mio cuore. Di Te, o santo Amore, voglio ardere. O Maria, Mamma mia!

Sua devozione personale a Maria

L 'Immacolata, l'Ostia dei nostri altari: ecco il fulgore candidissimo e abbagliante che mi rapisce e che vorrei sempre contemplare, tanto imitare! Gesù mi dà Maria; Maria mi dà Gesù! A loro io mi dò con slancio irresistibile, con brama insaziabile d'amore, tutta, senza riserva. Vorrei amarLi come più non potrebbe essere quaggiù. - Maria! Vorrei vederLa, possederLa. Mi è più facile intravvedere, gustare, possedere Gesù. Maria si nasconde. Perche? Eppure io certo L 'amo benché non lo senta.
Non posso sentire cantare a Maria, leggere di lei o farlo io stessa, senza piangere, senza struggermi. Quale mistero! Maria mi fa singhiozzare e, per resistere, devo fare una preghiera, o leggere di lei, non pensarLa, non mirare la Sua immagine, anzi nasconderLa e scorrere sulle parole con la sola attenzione di pronunziarle, sfuggendone il senso. Mio Dio, che cosa è questo? Invidio le anime che L 'amano e chiedo questo amore. E benché non lo senta, la mia penna scrive il nome della Mamma mia, il mio labbro Lo pronunzia, e con chiunque tratti cerco di spingerli a Maria, ad assicurarsi nel ricorso a Lei e nel suo soccorso, e soprattutto ad amarLa. Ho avuto la gioia d'esservi un pò riuscita, per bontà stessa di Maria, e d'avere un pò propagata la devozione a tanta Madre, alla sua Corona. Il suo Scapolare benedetto l'ho sparso come ho potuto. E vorrei vederne fregiati tutti i petti. - Ma io torturo il mio cuore: non amo Maria ! Ov'è l'affetto? Quando La penso? Quanto palpito per Lei? Come La imito? - Questo è per me dolore sommo, e a me è mistero. Solo in Cielo saprò spiegarmi e spiegarmelo. Io penso che proprio la Mamma mia si sia del tutto nascosta a me per terribile prova. La pregai tanto.

Grazie di Maria

Fin da fanciulla non lasciai d'onorarLa. Con quanta santa follia tutto a Lei affidai e me a Lei ! In quante maniere Le scrissi la mia consacrazione e stampai il suo nome sul mio petto. Ogni frase bella, ogni piena dedizione a Lei, trovata nella vita dei Santi e nelle preghiere a Maria, la feci mia, gliela scrissi e la ripetei tante volte. Non posso vedermi superata! E Maria mi prevenne. Il suo nome mi fu dato al sacro Fonte. Nacqui ; ricevetti Gesù per la prima volta ; lasciai la mia città, la mia casa, la mia famiglia - e tante altre grazie ho ricevuto in giorni consacrati a Maria. Tutto m'è venuto da Maria! - Venendo al Carmelo Ella mi fu scorta. Il giorno che vestii il Suo santo Abito mi diè il suo abbraccio di Madre tenerissima; poi nella prima sua festa, che seguì tale giorno, mi ottenne tanta onda di luce, d'amore e d'unione a Gesù. - Subito però si ritirò e più non La vidi! Ho agonizzato senza la Mamma mia, ma tornerà, lo credo. L 'aspetto e andrò con Lei!

S. Comunione con Maria!

L 'Eucarestia mi dà Maria. Può trovarsi Gesù senza Maria? E nell'angoscia di non saperLa amare, quando ho il Sacro Cuore nel mio petto dopo la Comunione, o altre volte, io dico a Maria: “ Ti amo con il Cuore di Lui! Tutto l'amor suo Ti offro per me in ogni istante del vivere mio ”. Non vorrei amarLa di meno di quanto L 'ama Gesù. E a Gesù dico: “ T'amo con il Cuore di Maria! Tutto l'amor suo T'offro per me e in ogni istante della mia vita ”. Non vorrei amarLo meno di quanto Lo ama Maria! , Nelle mie Comunioni Maria è sempre con me. E' dalle sue mani che voglio riceverLo; è con il Suo Cuore che voglio accoglierLo. E lo dono a Gesù. “ Vedi - Gli dico - che cosa Ti porto: il Cuore di Maria! Vieni in Lei a riposare ”. E per Lei invoco allora il divino Spirito, perché venga in me. Riguardando Maria, verrà. E' Lei che deve ringraziare Gesù venuto in me per farmi una con Lui e intercedere per me. Toccando il Corpo adorabilissimo di Gesù, dico: “ Questa è carne di Maria! ” - lo La prego di scendere in me con il suo divin Figlio; credo che venga in Gesù! Una sola volta, in una sua festa, La sentii in
maniera specialissima. - Altra volta, senza neppure pensarlo, fu Essa a condurmi alla Sacra Mensa fra le sue braccia. Mamma mia Maria, Tu non m'hai risparmiata la sofferenza, la croce, nei giorni a Te consacrati, pur mantenendoTi nascosta e severa. E questo, più d'ogni altro, m'è linguaggio del tuo materno e grande amore. - Sì, lo ripeto a Maria: O Mamma mia, credo al tuo immenso amore per me. Sì, vi credo, benché senta tutto al contrario; come lo credo del mio Gesù, al quale pure ripeto la mia fede nel suo amore. Atto difficilissimo in certi istanti, nei quali la mia miseria mi opprime.

Essere Maria presso il Tabernacolo

lo voglio imitare Maria. lo penso a Lei e come si diporterebbe al mio posto, e cerco di accostarmi alle sue virtù; ma non lofaccio sempre, né certo vi riesco.
Vi fu un bel periodo in famiglia, in cui cercai di imitarLa. Il pensiero della sua vitù m'inebria, ne sento la soavità. Vorrei essere “ Maria ” in miniatura: vorrei essere Maria per Gesù! - E' anche per ripararLo che prendo il suo Cuore. Per Lui-Ostia vorrei avere tutte le attenzioni, le delicatezze di Maria. Presso di Lui ho cercato prendere il suo posto. Lessi una volta, in una bella vita, che Maria s'era rivelata ad un'anima, chiedendole che la rimpiazzasse presso il suo Gesù-Ostia. Ricordo press'a poco che le diceva: “ Sulla terra ebbi tanta cura del mio Gesù. Ora per Lui nel Sacramento non posso far nulla. Fa tu, figlia mia. Abbi per
Lui quelle delicatezze che Gli userei io ”. Da questa rivelazione, insieme ad altre, sorse una grande famiglia religiosa tanto diffusa in Francia e nel Beglio. Io presi a cuore usare delle delicatezze a Gesù-Ostia al posto della Mamma sua. - Gesù così potente, così ricco, fatto Ostia, è proprio abbandonato alle nostre cure, alle nostre carezze. E se non avesse noi? E soprattutto se non avesse i suoi Sacerdoti? - Ed io mi sono sentita consumare di tenerezza per Gesù! Quante attenzioni, quante previdenze mi suggerisce l'amore! Io stupisco di me stessa, ne sono fin'anco commossa! - Finalmente un pensiero mi dà ragione di tutto ciò, finalmente ho indovinato: ho scoperto Maria! E non potrebbe essere altrimenti. Lei, Lei ha infuso nel mio cuore - perdonami, mio Dio, se ardisco, ma oso dirlo e lo credo - ha infuso qualche cosa, benché piccola, del suo Cuore per Te. Ho trovato il segreto: tanto amore, tanta passione per Gesù-Ostia, per Gesù dimorante fra noi, m'è venuto da Maria, ha qualche cosa del suo Cuore.

Trattare e custodire Gesù-Ostia come Maria

Io stendo le mie mani verso i sacerdoti e li supplico: “ TrattateLo bene il mio Gesù! ”. E il mio cuore si consuma, si liquefà per tenerezza. Il mio cuore, le mie viscere ne sono piene, la mia anima ne è invasa. Oh soavità, oh amore! I miei occhi si bagnano di lacrime e il mio labbro ripete ancora: “ TrattateLo bene il mio Gesù! ”. Oh quanta delicatezza io sento per Lui. Sì, io lo dissi alla Mamma mia che volevo prendere il Suo posto quaggiù presso il dolce e mitissimo suo Figliolo rimasto con noi. Essa m'ha accettata? E' certo che m'ha amata! Quell'Ostia così fragile, quel Corpo adorabilissimo, quelle Carni immacolate, come vorrei circondarli di tenerezza materna! Io trepido per Lui... se venisse toccato da mani non sante, se venisse ricevuto da petti non puri, se non fosse trattato con somma riverenza, se fossero dispersi per negligenza i sacri frammenti, se il santo Sacrificio venisse svolto con fretta e cerimonie dimezzate! Tutto mi fa soffrire, languire! Gesù, Gesù! Vorrei essere ovunque: vorrei impedire, vorrei circondarTi dalle ardenti tenerezze del Cuore di Maria! A Lei mi univo nel tempo che ebbi cura di tutto ciò che riguarda Lui e il santo altare. Ero felice di lavare i sacri pannolini con le disposizioni ch'ebbe Maria quando lo fece per Gesù Bambino. Sempre e in tutto ciò che riguarda Lui e il suo servizio, io voglio essere tenera, previdente, larga, amorosissima. Sì, tenera; mi sento sciogliere di tenerezza! Le notizie dolorose che m'arrivano, mi fanno come tramortire. Il mio Gesù, le sante Ostie sono a volte trattate così male! Questo cibo di vita è ricevuto quasi per forza, quasi con nausea, con sacrilegi! - Mio Dio, mio Dio! E Tu mi nascondi tutto il vero. Ma la realtà di quel che sento è più dolorosa. Non è molto, seppi che tanti frammenti di Ostie consacrate furono trattati molto male e negletti! Quale spasimo! - “ O santi Angeli, custoditele voi! Abbiatene voi sempre cura! ”. - E' il mio sospiro, la mia prece. Si pensa piamente che vi sono “ gli Angeli dei Frammenti ” . Fosse vero! Quello che non possiamo noi, fallo Tu, o Maria! Abbi Tu cura che non si perdano le briciole del Pane Santo. Suscita sacerdoti teneri, tenerissimi per il tuo Gesù. Ne conosco e ne benedico il Signore. Quando l 'Ostia dolcissima sta racchiusa nel mio cuore, io provo a volte le tenerezze di Maria nello stringere Gesù. Io vorrei difenderLo da tutte le freddezze, da tutte le negligenze; vorrei chiuderLo in me, carezzarLo tanto quel Corpo adorabilissimo, quelle innocentissime e salutari Carni. Io Lo trovai due volte nascosto in dei frammenti di Ostia, e Lo conobbi e, prostrata a lungo, L'adorai! Come sarebbe stato facile non accorgersene, specie una volta. Ma con quanta tenerezza e lestezza Maria mi fece adempiere il mio ufficio ! Maria, Madre mia! Fa ch'io appaghi il tuo Cuore e prenda il tuo posto quaggiù presso Gesù
Sacramentato. E non solo ciò; ma che io Ti imiti in tutto, o Mamma mia. Vorrei avere una voce che arrivasse a tutti: “ Date il cuore a Maria! Amate, amate, amate questa Madre d'amore! Imitatela! E se volete darle la più grande delle corrispondenze: amate il suo Gesù-Ostia. Prendete il posto di Maria presso Gesù! Già, l'amore a Maria vi darà l' amore a Gesù ” .
Mamma mia, sappilo: io T'amo! Quanto sei bella!

Pratica eucaristica

Nei miei tratti con Gesù-Ostia mi studierò d'essere “ Maria ” per rispetto, per adorazione, per tenerezza e amore. Non dividerò mai Gesù da Maria. Cercherò di fare amare la Mamma mia.

 


 

CONSACRAZIONE A GESU' SACRAMENTATO

Ostia fulgida, a Te rinnovo il dono intero, l'intera consacrazione di tutta me stessa. Dolcissimo Gesù, i tuoi fulgori avvincono tutte le anime. Chi Ti ha trovato, ha rinvenuto quaggiù l'oasi refrigerante, la felicità. lo Ti benedico ed esalto, perche hai voluto rivelarTi all'anima mia e donarle nell' amor tuo una seconda vocazione . Consuma con le tue fiamme quanto in me non è secondo Te. Tu mi hai purificata: compi l'opera tua. Tu che m'hai accesa, finisci di consumarmi, d'incenerirmi. Tutto devo a Te, divina Eucarestia! - O santa Ostia, fammi immacolata, fammi tutta amore, e così io Ti comparisca dinnanzi. Nessuna arma può ferire meglio di Te, o piccola e candidissima Ostia! Feriscimi: Tu sei più che spada, o santo Amore Sacramentato. Uccidimi Tu, Tu finiscimi con le tue saette. Potessi io morire ai tuoi piedi per causa tua! Potesse ogni atomo di me incendiare. . . incendiare le anime dall' uno all' altro polo per Te, Sacramentato Signore! O Maria, che mi desti l'Eucarestia; o padre mio San Giuseppe, che adorasti e conservasti il Frumento degli eletti, intercedete! - Amen.

Sabato 8 giugno 1935 - vigilia di Pentecoste

 

 

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