PONTIFICIO CONSIGLIO PER IL DIALOGO INTERRELIGIOSO

Nella domenica di Pentecoste del 1964, Papa Paolo VI istituì uno speciale dicastero della Curia Romana per le relazioni con persone di altre religioni. Conosciuto inizialmente con il nome di Segretariato per i non Cristiani, nel 1988 ebbe il nuovo nome di Pontificio Consiglio per il Dialogo Interreligioso (P.C.D.I.).

A) Natura e scopi del Consiglio

Il Pontificio Consiglio per il Dialogo Interreligioso ha come finalità la promozione del dialogo interreligioso, in adesione allo spirito del Concilio Vaticano II, in particolare della dichiarazione "Nostra Aetate"(NA).

Ad esso sono correlati i seguenti compiti :

  1. promuovere la mutua comprensione, il rispetto e la collaborazione fra i cattolici e i seguaci di altre tradizioni religiose;
  2. incoraggiare lo studio delle religioni;
  3. promuovere la formazione di persone votate al dialogo.

Nota: E' noto che il P.C.D.I. non ha responsablità nel campo delle relazioni tra i Cristiani e gli Ebrei. Queste sono di competenza della Commissione per i Rapporti religiosi con l'Ebraismo, istituita presso il Pontificio Consiglio per la Promozione dell'Unità dei Cristiani.

B) Metodologia del Consiglio

1. Il dialogo è impostato su un sistema di duplice comunicazione. Esso implica il parlare e l'ascoltare, il dare ed ei ricevere, per il mutuo sviluppo e arricchimento. Si tratta di un dialogo che è testimonianza della propria fede ma, nello stesso tempo, un'apertura verso quella degli altri. Non è un tradimento della missione della Chiesa, e neppure un nuovo metodo di conversione alla Cristianità.

Tutto ciò è stato chiaramente stabilito nella lettera enciclica "Redemptoris Missio" di Papa Giovanni Paolo II. Al tempo stesso, tale veduta fu manifestata in due documenti pubblicati dal Consiglio: L'Atteggiamento della Chiesa Cattolica di fronte ai seguaci di altre religioni, riflessioni e orientamenti di Dialogo e Missione (del 1984), e "Dialogo e Annuncio" (del 1991), quest'ultimo congiuntamente con la Congregazione per l'Evangelizzazione dei Popoli.

2. Sebbene il Pontificio Consiglio sia l'ufficio centrale per il dialogo nella Chiesa Cattolica, tale dialogo è condotto principalmente mediante le Chiese locali. Molte Chiese locali hanno delle commissioni per il dialogo, a livello regionale e nazionale. Il P.C.D.I. opera in stretta collaborazione con tali commissioni, incoraggiandone la formazione dove ancora non esistono.

3. La dimensione ecumenica del dialogo interreligioso è tenuta in considerazione. Il Consiglio mantiene rapporti costanti con il corrispondente ufficio del Consiglio Mondiale delle Chiese.

4. Il P.C.D.I. limita la sua opera nell'ambito delle questioni religiose. La sua competenza non si estende alle questioni socio-politiche. La Curia Romana ha vari Dicasteri, con specifiche competetenze. Questioni particolari vengono discusse nelle riunioni inter-dicasteriali.

C) Struttura del Consiglio

  1. Corpo direttivo: è composto dai Membri del Consiglio, circa 30, Cardinali e Vescovi, provenienti da differenti parti del mondo. Ogni due o tre anni, viene convocata l'Assemblea Plenaria, per discutere importanti materie e per stabilire gli orientamenti per il lavoro del Consiglio.
  2. Corpo consultore: il Consiglio ha circa 50 consiglieri, denominati Consultori, specialisti di studi religiosi o nella pratica del dialogo religioso, residenti in tutti i continenti. Essi assistono il Dicastero mediante le loro ricerche, informazioni e pareri. Periodicamente, viene convocata la riunione dei Consultori, solitamente a livello continentale.
  3. Corpo esecutivo: è costituito dal personale permanente in Roma, e cioè: il Presidente, il Segretario, il Sotto-Segretario, l'Ufficiale per l'Islam, per l'Africa, per l'Asia, quello per i Nuovi Movimenti Religiosi, e altri assistenti amministrativi e tecnici.

D) Attività del Consiglio

  1. Accoglienza ai visitatori. Il Consiglio riceve molte visite da parte di rappresentanti del mondo religioso. Essi vengono invitati a dialogare con il personale del dicastero. A volte, si facilitano Udienze con il Papa. Inoltre, si effettuano incontri con i vescovi che giungono a Roma, in occasione della loro quinquennale visita "ad limina", e con altri gruppi di visitatori.
  2. Visite. Il Presidente ed il Segretario effettuano visite presso le Chiese locali, al fine di conoscere più direttamente le situazioni locali ed incoraggiare forme di dialogo. In tali occasioni, essi incontrano i rappresentanti di altre religioni e varie istituzioni al fine di meglio promuovere comprensione e collaborazione.
  3. Riunioni. Il Consiglio organizza riunioni, o più frequentemente partecipa agli incontri promossi da altri enti, a livello regionale, nazionale o internazionale. Queste riunioni possono essere bilaterali o multilaterali.
  4. Pubblicazioni. Vari libri e opuscoli sono stati pubblicati in merito ai differenti aspetti del dialogo interreligioso. Il Consiglio, normalmente, pubblica gli Atti dei convegni che organizza. Dal 1995 viene pubblicato un elenco di organismi per il dialogo interreligioso (Interreligious Dialogue Directory). Inoltre, è pubblicato regolarmente tre volte l'anno, un Bollettino denominato "Pro Dialogo" contenente documenti della Chiesa sul dialogo, articoli vari, e informazioni relative all'attività di dialogo nel mondo.

E) Commissione per i Rapporti Religiosi con i Musulmani

Nel Pontificio Consiglio esiste una speciale Commissione per le relazioni con i Musulmani. Questa è composta dal Presidente, dal Vice-Presidente e dal Segretario, e comprende un piccolo gruppo di otto Consultori. Essa si occupa di studiare i vari aspetti delle relazioni tra Cristiani e Musulmani.

F) Fondazione "Nostra Aetate"

Il P.C.D.I. ha istituito una Fondazione, la quale si propone di promuovere il dialogo, specialmente accordando borse di studio a studiosi di altre religioni che desiderano studiare la religione cristiana.

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