Giovanni Paolo II
Euntes in mundum

I. Uniti nella grazia sacramentale

1. Andate in tutto il mondo, ammaestrate tutte le nazioni battezzandole nel nome del Padre e del Figlio e dello Spirito Santo (cf. Mc 16,15; Mt 28,19).

Dalla tomba dei santi apostoli Pietro e Paolo in Roma, la Chiesa cattolica desidera esprimere a Dio Uno e Trino la propria profonda gratitudine, perché queste parole del Salvatore hanno trovato mille anni fa il loro compimento sulle rive del Dniepr, a Kiev, capitale della Rus’, i cui abitanti - sulle orme della principessa Olga e del principe Vladimiro - furono "innestati" in Cristo mediante il sacramento del Battesimo.

Seguendo il mio predecessore Pio XII di venerata memoria, il quale volle celebrare solennemente il 950° anniversario del Battesimo della Rus’ (cf. Pii XII "Epistula ad Cardinalem Eugenium Tisserant, Sacrae Congregationis pro Ecclesia Orientali Secretarium", die 12 maii 1939: AAS 31 [1939] 258-259), desidero con questa lettera esprimere lode e gratitudine all’ineffabile Dio, Padre, Figlio e Spirito Santo, per aver chiamato alla fede e alla grazia i figli e le figlie di molti popoli e nazioni, che hanno accolto il retaggio cristiano del Battesimo amministrato a Kiev. Essi appartengono prima di tutto alle nazioni russa, ucraina e bielorussa nelle regioni orientali del continente europeo. Mediante il servizio della Chiesa che ebbe inizio nel Battesimo a Kiev, questo retaggio è giunto oltre gli Urali a molti popoli dell’Asia settentrionale, fino alle coste del Pacifico ed anche più lontano. Davvero, fino ai confini della terra è corsa la loro voce (cf. Rm 10,18).

Rendendo grazie allo Spirito della Pentecoste per tale estensione di un retaggio cristiano risalente all’anno del Signore 988, vogliamo prima di tutto concentrare la nostra attenzione sul mistero salvifico dello stesso Battesimo. E questo - come insegna Cristo Signore - il sacramento della rinascita "da acqua e da Spirito" Santo (Gv 3,5), che introduce l’uomo, fatto figlio adottivo di Dio, nel regno eterno. E san Paolo parla dell’"immersione nella morte" del redentore per "risorgere" insieme a lui ad una nuova vita in Dio (cf. Rm 6,4). Così dunque i popoli slavi orientali che abitavano nel grande principato della Rus’ di Kiev, scendendo nell’acqua del santo Battesimo, si affidarono - quando venne per loro la pienezza del tempo (Gal 4,4) - al piano salvifico di Dio. Giunse così ad essi la notizia delle "grandi opere di Dio" e, come una volta a Gerusalemme, venne anche per loro la Pentecoste (cf. At 2,37-39): immergendosi nell’acqua del Battesimo, essi sperimentarono "l’abluzione della rinascita" (cf. Tt 3,5).

Quanto è eloquente, nel rito bizantino, l’antica preghiera per la benedizione dell’acqua battesimale, che la teologia orientale si compiace di assimilare alle acque del Giordano, nelle quali entrò il Redentore dell’uomo, per ricevere il battesimo di penitenza, come facevano gli abitanti della Giudea e di Gerusalemme (cf. Mc 1,5): "Concedi ad essa... Ia benedizione del Giordano; rendila sorgente d’incorruzione, dono di santità, assoluzione di peccati.... Tu, Signore di tutte le cose, dimostrala acqua di redenzione, acqua di santificazione, purificazione del corpo e dello spirito, liberazione dai vincoli, remissione delle colpe, illuminazione delle anime, lavacro di rigenerazione, rinnovamento dello spirito, grazia di adozione, veste di incorruzione, fonte di vita... Mostrati, o Signore, anche in quest’acqua e trasforma chi in essa sta per essere battezzato, affinché deponga l’uomo vecchio... e rivesta l’uomo nuovo, che si rinnova ad immagine di colui che lo ha creato; affinché a lui completamente unito mediante il Battesimo con una morte simile alla sua, diventi partecipe della sua risurrezione e, avendo custodito il dono del tuo Santo Spirito..., possa ricevere il premio della celeste vocazione e sia annoverato tra i primogeniti ascritti nel cielo" (Preghiera di benedizione dell’acqua battesimale, la cui più antica testimonianza si trova nel Cod. Vat. Barberini greco 336, p. 201. Si veda, inoltre "Trebnik" la benedizione solenne dell’acqua battesimale nel giorno dell’Epifania)

Coloro che erano lontani si sono trovati immersi, mediante il Battesimo, in quel circuito di vita, nel quale la Santissima Trinità - Padre, Figlio e Spirito Santo - fa dono di sé all’uomo e crea in lui un cuore nuovo, liberato dal peccato e capace di obbedienza filiale al disegno eterno dell’amore. Al tempo stesso quei popoli e i loro singoli componenti sono entrati nell’ambito della grande famiglia della Chiesa, nella quale possono partecipare alla sacra Eucaristia, ascoltare la Parola di Dio e renderle testimonianza, vivere nell’amore fraterno e condividere in reciproco scambio i beni spirituali. Ciò era simbolicamente espresso negli antichi riti del santo Battesimo, quando i neobattezzati, avvolti in bianche vesti, si recavano in processione dal battistero verso l’assemblea dei fedeli radunati nella cattedrale. Tale processione era insieme l’introito liturgico e il simbolo del loro ingresso nella comunità eucaristica della Chiesa, Corpo di Cristo (Cfr. il "Tipico della Grande Chiesa", ed. J. Mateos in "Orientalia Christiana Analecta" 116, Roma 1963, pp. 86-88. Non minore era lo splendore del rito del Battesimo a Roma, come si può vedere negli "Ordines Romani" dell’Alto Medio Evo).

2. In questo spirito e con tali sentimenti desideriamo prendere parte alle celebrazioni e alla gioia per il millennio del Battesimo della Rus’ di Kiev. Ricordiamo quell’avvenimento secondo il modo di pensare proprio della Chiesa di Cristo, cioè in spirito di fede. Fu, quello, un evento di enorme importanza. Le parole del Signore in Geremia: "Ti ho amato di amore eterno, per questo ti conservo ancora pietà" (Ger 31,3), hanno trovato piena attuazione in rapporto a quei nuovi popoli e alle loro terre. La Rus’ di Kiev è entrata nel contesto della salvezza ed è diventata essa stessa tale contesto. Il suo Battesimo ha dato inizio ad una nuova ondata di santità. È divenuto un momento significativo dell’impegno missionario della Chiesa, una nuova importante tappa nello sviluppo del cristianesimo: l’intera Chiesa cattolica volge il suo sguardo a tale evento e partecipa spiritualmente alla gioia degli eredi di quel Battesimo.

Rendiamo grazie a Dio misericordioso, Dio unico nella Santissima Trinità, Dio vivo, Dio dei padri nostri; rendiamo grazie a Dio Padre di Gesù Cristo, e a Cristo stesso, che nel sacramento del santo Battesimo dona lo Spirito Santo allo spirito umano. Rendiamo grazie a Dio per il suo piano salvifico di amore, lo ringraziamo per l’obbedienza che gli è stata prestata da parte dei popoli, delle nazioni, delle terre e dei continenti. È naturale che questa obbedienza abbia avuto condizionamenti storici, geografici, umani. È compito degli studiosi esaminare ed approfondire tutti gli aspetti politici, sociali, culturali, economici dell’accettazione della fede cristiana. Sì, sappiamo e sottolineiamo che, quando si riceve Cristo mediante la fede e si fa esperienza della sua presenza nella comunità e nella vita individuale, si producono frutti in tutti i campi dell’umana esistenza. Infatti il legame vivificante con Cristo non è un’appendice alla vita, né un suo ornamento superfluo, ma è la sua definitiva verità. Ogni uomo, per il fatto stesso di essere tale, è chiamato a partecipare ai frutti della redenzione di Cristo, alla sua stessa vita.

Con somma venerazione ci chiniamo, dopo questi mille anni, davanti a questo mistero e ne meditiamo la profondità e la forza, prima in coloro che sono stati i "protagonisti" del Battesimo della Rus’ e successivamente in ognuno e in tutti coloro che hanno seguito le loro orme, accogliendo nel Battesimo la potenza santificatrice del Paraclito.

 

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