CAPITOLO I

UNO STORICO MOMENTO ECCLESIALE

9. " Questa Assemblea speciale per l'Africa del Sinodo dei Vescovi è un avvenimento provvidenziale, per il quale dobbiamo rendere grazie al Padre onnipotente e misericordioso mediante il Figlio nello Spirito, e glorificarlo ".8 È con queste parole che i Padri, nel corso della prima Congregazione generale, hanno solennemente aperto la discussione relativa al tema del Sinodo. In una precedente occasione, io stesso avevo già espresso una simile convinzione riconoscendo che " l'Assemblea speciale è un avvenimento ecclesiale di fondamentale importanza per l'Africa, un kairos, un momento di grazia, in cui Dio manifesta la sua salvezza. Tutta la Chiesa è invitata a vivere pienamente questo tempo di grazia, ad accogliere e a diffondere la Buona Novella. Lo sforzo di preparazione al Sinodo recherà beneficio non solo alla celebrazione sinodale stessa, ma si volgerà sin da ora a favore delle Chiese locali pellegrine in Africa, la cui fede e la cui testimonianza si rafforzano, rendendole sempre più mature ".9

Professione di fede

10. Questo momento di grazia si concretò innanzitutto in una solenne professione di fede. Raccolti intorno alla Tomba di Pietro per l'inaugurazione dell'Assemblea speciale, i Padri del Sinodo proclamarono la loro fede, la fede di Pietro che, rispondendo alla domanda di Cristo: " Forse anche voi volete andarvene? ", rispose: " Signore, da chi andremo? Tu hai parole di vita eterna; noi abbiamo creduto e conosciuto che tu sei il Santo di Dio " (Gv 6, 67-69). I Vescovi dell'Africa, nei quali la Chiesa cattolica trovava in quei giorni una sua particolare espressione presso la Tomba dell'Apostolo, ribadirono di credere fermamente che l'onnipotenza e la misericordia dell'unico Dio si sono manifestate soprattutto nell'Incarnazione redentrice del Figlio di Dio, Figlio che è consostanziale al Padre nell'unità dello Spirito Santo e che, in questa unità trinitaria, riceve in pienezza gloria e onore. Questa — affermarono i Padri — è la nostra fede, questa è la fede della Chiesa, questa è la fede di tutte le Chiese locali che, disseminate sul continente africano, sono in cammino verso la casa di Dio.

Questa fede in Gesù Cristo fu manifestata in modo costante, con forza e unanimità, negli interventi dei Padri del Sinodo lungo l'intero svolgimento dell'Assemblea speciale. Forti di questa fede i Vescovi dell'Africa affidarono il loro continente a Cristo Signore, convinti che lui solo, col suo Vangelo e con la sua Chiesa, può salvare l'Africa dalle attuali difficoltà e guarirla dai suoi numerosi mali.10

11. Al tempo stesso, in occasione dell'apertura solenne dell'Assemblea speciale, i Vescovi dell'Africa proclamarono pubblicamente la loro fede nell'" unica Chiesa di Cristo, che nel simbolo professiamo una, santa, cattolica e apostolica ".11 Questi attributi indicano tratti essenziali della Chiesa e della sua missione. Essa " non se li conferisce da se stessa; è Cristo che, per mezzo dello Spirito Santo, concede alla sua Chiesa di essere una, santa, cattolica e apostolica, ed è ancora lui che la chiama a realizzare ciascuna di queste caratteristiche ".12

Tutti coloro che hanno avuto il privilegio di assistere alla celebrazione dell'Assemblea speciale per l'Africa si sono rallegrati nel vedere che i cattolici africani vanno assumendo sempre più responsabilità nelle loro Chiese locali e si sforzano di meglio comprendere quel che significa essere cattolici ed insieme africani. La celebrazione dell'Assemblea speciale ha manifestato al mondo intero che le Chiese locali dell'Africa hanno un posto legittimo nella comunione della Chiesa, che esse hanno il diritto di conservare e sviluppare " proprie tradizioni, rimanendo integro il primato della Cattedra di Pietro, la quale presiede alla comunione universale della carità, tutela le varietà legittime, e insieme veglia affinché ciò che è particolare, non solo non nuoccia all'unità, ma piuttosto la serva ".13

Sinodo di risurrezione, Sinodo di speranza

12. Per un singolare disegno della Provvidenza, la solenne inaugurazione dell'Assemblea speciale per l'Africa del Sinodo dei Vescovi ebbe luogo la seconda domenica di Pasqua, a conclusione cioè dell'ottava di Pasqua. I Padri sinodali, riuniti quel giorno nella Basilica Vaticana, erano ben consapevoli del fatto che la gioia della loro Chiesa scaturiva dal medesimo evento che aveva colmato di letizia i cuori degli Apostoli nel giorno di Pasqua: la risurrezione del Signore Gesù (cfr Lc 24, 40-41). Essi erano profondamente coscienti della presenza in mezzo a loro del Signore risorto, che diceva loro come agli Apostoli: " Pace a voi! " (Gv 20, 21.26). Essi erano consapevoli della sua promessa di restare con la sua Chiesa per sempre (cfr Mt 28, 20) e, quindi, anche durante l'intero svolgimento dell'Assemblea sinodale. Il clima pasquale in cui l'Assemblea speciale iniziò il suo lavoro, con i suoi componenti uniti nel celebrare la loro fede in Cristo risorto, richiamava spontaneamente al mio spirito le parole rivolte da Gesù all'apostolo Tommaso: " Beati quelli che pur non avendo visto crederanno! " (Gv 20, 29).

13. È stato, in effetti, il Sinodo della risurrezione e della speranza, come hanno dichiarato con gioia ed entusiasmo i Padri sinodali nelle prime frasi del loro Messaggio indirizzato al popolo di Dio. Sono parole che volentieri faccio mie: " Come Maria Maddalena la mattina della Risurrezione, come i discepoli di Emmaus dal cuore ardente e dall'intelligenza illuminata, l'Assemblea speciale per l'Africa del Sinodo dei Vescovi proclama: Cristo nostra speranza è risuscitato. Ci ha raggiunti, ha camminato con noi. Ha commentato per noi le Scritture ed ecco quello che ci ha detto: "Io sono il Primo e l'Ultimo e il Vivente. Io ero morto, ma ora vivo per sempre e ho potere sopra la morte e sopra gli inferi" (Ap 1, 17-18) [...]. E come san Giovanni a Patmos, in tempi particolarmente difficili, ha ricevuto profezie di speranza per il popolo di Dio, anche noi annunciamo la speranza. In questo stesso momento in cui tanti odi fratricidi, provocati da interessi politici, lacerano i nostri popoli, nel momento in cui il peso del debito internazionale o della svalutazione li schiaccia, noi, Vescovi dell'Africa, assieme a tutti i partecipanti a questo santo Sinodo, uniti al Santo Padre e a tutti i nostri Fratelli nell'episcopato che ci hanno eletti, vogliamo pronunciare una parola di speranza e di conforto nei tuoi confronti, Famiglia di Dio che sei in Africa: nei tuoi confronti, Famiglia di Dio sparsa nel mondo: Cristo nostra speranza è vivo, noi vivremo! ".14

14. Esorto tutto il popolo di Dio in Africa ad accogliere con animo aperto il messaggio di speranza che gli è stato indirizzato dall'Assembla sinodale. Durante le loro discussioni, i Padri del Sinodo, pienamente consapevoli di esser portatori delle attese non soltanto dei cattolici africani, ma anche di tutti gli uomini e di tutte le donne di quel continente, hanno affrontato con chiarezza i molteplici mali che opprimono l'Africa di oggi. Essi hanno esplorato tutta la complessità e l'estensione di ciò che la Chiesa è chiamata a compiere per favorire l'auspicato cambiamento, ma l'hanno fatto con un atteggiamento libero da pessimismo o da disperazione. Nonostante il panorama prevalentemente negativo che oggi presentano numerose regioni dell'Africa e malgrado le tristi esperienze che non pochi paesi attraversano, la Chiesa ha il dovere di affermare con forza che è possibile superare queste difficoltà. Essa deve rinvigorire in tutti gli Africani la speranza in una vera liberazione. La sua fiducia è fondata, in ultima istanza, sulla consapevolezza della promessa divina, la quale ci assicura che la nostra storia non è chiusa in se stessa, ma è aperta al Regno di Dio. Ecco perché né la disperazione né il pessimismo possono essere giustificati quando si pensa al futuro sia dell'Africa che di ogni altra parte del mondo.

Collegialità affettiva ed effettiva

15. Prima di inoltrarmi nella trattazione dei vari argomenti, vorrei rilevare come il Sinodo dei Vescovi costituisca uno strumento quanto mai propizio per favorire la comunione ecclesiale. Quando, verso la fine del Concilio Vaticano II, il Papa Paolo VI di v.m. istituì il Sinodo, indicò chiaramente che una delle sue finalità essenziali sarebbe stata quella di esprimere e promuovere, sotto la guida del Successore di Pietro, la comunione reciproca dei Vescovi sparsi nel mondo.15 Il principio soggiacente all'istituzione del Sinodo dei Vescovi è semplice: più è salda la comunione dei Vescovi tra loro, più risulta arricchita la comunione della Chiesa stessa nel suo insieme. La Chiesa in Africa è testimone della verità di queste parole, perché ha fatto l'esperienza dell'entusiasmo e dei concreti risultati che hanno accompagnato i preparativi dell'Assemblea del Sinodo dei Vescovi a lei dedicata.

16. In occasione del mio primo incontro con il Consiglio della Segreteria Generale del Sinodo dei Vescovi, radunato in vista dell'Assemblea speciale per l'Africa, indicai la ragione per la quale era parso opportuno convocare questa Assemblea: la promozione di " una solidarietà pastorale organica in tutto il territorio africano e nelle isole adiacenti ".16 Con questa espressione intendevo abbracciare gli scopi e gli obiettivi principali verso i quali detta Assemblea avrebbe dovuto orientarsi. Per meglio chiarire le mie aspettative, aggiunsi che le riflessioni in preparazione dell'Assemblea avrebbero dovuto riguardare " tutti gli aspetti importanti della vita della Chiesa in Africa, comprendendo, in particolare, l'evangelizzazione, l'inculturazione, il dialogo, la cura pastorale in campo sociale e i mezzi di comunicazione sociale ".17

17. Durante le mie visite pastorali in Africa, mi sono riferito di frequente all'Assemblea speciale per l'Africa ed ai principali obiettivi per i quali essa era stata convocata. Quando ho partecipato, per la prima volta sul suolo africano, ad una riunione del Consiglio del Sinodo, non ho mancato di sottolineare la mia convinzione che un'Assemblea sinodale non può ridursi ad una consultazione su argomenti pratici. La sua vera ragion d'essere sta nel fatto che la Chiesa non può crescere se non rafforzando la comunione tra i suoi membri, a cominciare dai suoi Pastori.18

Ogni Assemblea sinodale manifesta e sviluppa la solidarietà tra i capi delle Chiese particolari nel compimento della loro missione oltre i confini delle rispettive diocesi. Come ha insegnato il Concilio Vaticano II, " i Vescovi, sia come legittimi successori degli Apostoli sia come membri del collegio episcopale, sappiano essere sempre tra loro uniti e dimostrarsi solleciti di tutte le Chiese; pensando che per divina disposizione e comando del dovere apostolico ognuno di essi, insieme con gli altri Vescovi, è garante della Chiesa ".19

18. Il tema che ho assegnato all'Assemblea speciale — " La Chiesa in Africa e la sua missione evangelizzatrice verso l'anno 2000: "Mi sarete testimoni" (At 1, 8) " — manifesta il mio desiderio che questa Chiesa viva il tempo fino al Grande Giubileo come un " nuovo Avvento ", tempo di attesa e di preparazione. Considero infatti la preparazione all'anno 2000 come una delle chiavi di interpretazione del mio Pontificato.20

Le Assemblee sinodali che si sono succedute nell'arco di quasi trent'anni — le Assemblee Generali e quelle Speciali continentali, regionali o nazionali — si situano tutte in questa prospettiva di preparazione del Grande Giubileo. Il fatto che l'evangelizzazione sia il tema di tutte queste Assemblee sinodali sta ad indicare quanto viva sia oggi nella Chiesa la coscienza della missione salvifica ricevuta da Cristo. Tale presa di coscienza si manifesta con una particolare evidenza nelle Esortazioni apostoliche post-sinodali dedicate all'evangelizzazione, alla catechesi, alla famiglia, alla penitenza ed alla riconciliazione nella vita della Chiesa e dell'intera umanità, alla vocazione e alla missione dei laici, alla formazione dei presbiteri.

In piena comunione con la Chiesa universale

19. Sin dall'inizio della preparazione dell'Assemblea speciale è stato mio vivo desiderio, pienamente condiviso dal Consiglio della Segreteria Generale, di far sì che questo Sinodo fosse autenticamente africano, senza equivoci. Era al tempo stesso di fondamentale importanza che l'Assemblea speciale fosse celebrata in piena comunione con la Chiesa universale. In effetti, l'Assemblea ha sempre tenuto conto della Chiesa universale. Reciprocamente, quando venne il momento di pubblicare i Lineamenta, non mancai di invitare i miei Fratelli nell'episcopato e tutto il popolo di Dio sparso per il mondo a ricordare nella preghiera l'Assemblea speciale per l'Africa ed a sentirsi coinvolti nelle attività promosse in vista di tale evento.

Questa Assemblea, come ho spesso avuto modo di ribadire, riveste notevole importanza per la Chiesa universale, non solamente a motivo dell'interesse che la sua convocazione ha suscitato dappertutto, ma anche per la natura stessa della comunione ecclesiale che trascende ogni frontiera di tempo e di spazio. Di fatto, l'Assemblea speciale ha ispirato molte preghiere e buone opere, con le quali i singoli fedeli e le comunità della Chiesa negli altri continenti hanno accompagnato lo svolgimento del Sinodo. E come dubitare che, nel mistero della comunione ecclesiale, ad esso siano venute in sostegno anche le preghiere dei santi nel Cielo?

Quando ho disposto che la prima fase dei lavori dell'Assemblea speciale si tenesse a Roma, l'ho deciso per sottolineare ancor più eloquentemente la comunione che lega la Chiesa che è in Africa con la Chiesa universale, sì da evidenziare l'impegno di tutti i fedeli in favore dell'Africa.

20. La solenne concelebrazione eucaristica di apertura del Sinodo, che ho presieduto nella Basilica di san Pietro, ha posto in rilievo l'universalità della Chiesa in modo meraviglioso e commovente. Questa universalità, " che non è uniformità ma comunione di differenze compatibili con il Vangelo ",21 è stata vissuta da tutti i Vescovi. Tutti avevano consapevolezza di essere stati consacrati in quanto membri del corpo episcopale che succede al Collegio degli Apostoli, non solo per una diocesi, ma per la salvezza del mondo intero.22

Rendo grazie a Dio Onnipotente per l'occasione che ci ha donato di sperimentare, grazie all'Assemblea speciale, ciò che comporta un'autentica cattolicità. " In virtù di questa cattolicità, le singole parti portano i propri doni alle altre parti e a tutta la Chiesa ".23

Un messaggio pertinente e credibile

21. Secondo i Padri sinodali, la questione principale che la Chiesa in Africa deve affrontare consiste nel descrivere con tutta la chiarezza possibile ciò che essa è e ciò che deve realizzare in pienezza, perché il suo messaggio sia pertinente e credibile.24 Tutte le discussioni in Assemblea hanno fatto riferimento a tale esigenza veramente essenziale e fondamentale, che è un'autentica sfida per la Chiesa in Africa.

È senz'altro vero " che lo Spirito Santo è l'agente principale dell'evangelizzazione: è Lui che spinge ad annunciare il Vangelo e che nell'intimo delle coscienze fa accogliere e comprendere la parola della salvezza ".25 Ma, riaffermata questa verità, l'Assemblea speciale ha voluto giustamente aggiungere che l'evangelizzazione è anche una missione che il Signore Gesù ha affidato alla sua Chiesa sotto la guida e la potenza dello Spirito. È necessaria la nostra cooperazione mediante la preghiera fervente, una grande riflessione, adeguati progetti e la mobilitazione delle risorse.26

Il dibattito sinodale sul tema della pertinenza e della credibilità del messaggio della Chiesa in Africa non poteva non implicare una riflessione sulla credibilità stessa degli annunciatori di tale messaggio. I Padri hanno affrontato la questione in modo diretto, con profonda sincerità, aliena da ogni indulgenza. Di questo s'era già occupato il Papa Paolo VI che, con parole memorabili, aveva ricordato: " Si ripete spesso, oggi, che il nostro secolo ha sete di autenticità. Soprattutto a proposito dei giovani, si afferma che hanno orrore del fittizio, del falso, e ricercano sopra ogni cosa la verità e la trasparenza. Questi segni dei tempi dovrebbero trovarci all'erta. Tacitamente o con alte grida, ma sempre con forza, ci domandano: Credete veramente a quello che annunziate? Vivete quello che credete? Predicate veramente quello che vivete? La testimonianza della vita è divenuta più che mai una condizione essenziale per l'efficacia profonda della predicazione. Per questo motivo, eccoci responsabili, fino ad un certo punto, della riuscita del Vangelo che proclamiamo ".27

Ecco perché, in riferimento alla missione evangelizzatrice della Chiesa nel campo della giustizia e della pace, io stesso ho detto: " Oggi più che mai la Chiesa è cosciente che il suo messaggio sociale troverà credibilità nella testimonianza delle opere, prima che nella sua coerenza e logica interna ".28

22. Come non richiamare qui che l'ottava Assemblea Plenaria dello S.C.E.A.M., tenutasi a Lagos, in Nigeria, nel 1987, aveva già preso in considerazione con notevole chiarezza la questione della credibilità e della pertinenza del messaggio della Chiesa in Africa? Quella stessa Assemblea aveva dichiarato che la credibilità della Chiesa in Africa dipendeva da Vescovi e sacerdoti capaci di dare, sulle orme di Cristo, la testimonianza di una vita esemplare; da religiosi realmente fedeli, autentici testimoni con il loro modo di vivere i consigli evangelici; da un laicato dinamico, con genitori profondamente credenti, educatori coscienti delle loro responsabilità, dirigenti politici animati da profondo senso morale.29

Famiglia di Dio in cammino sinodale

23. Rivolgendomi il 23 giugno 1989 ai Membri del Consiglio della Segreteria Generale, insistei molto sulla partecipazione dell'intero popolo di Dio, a tutti i livelli, specialmente in Africa, alla preparazione dell'Assemblea speciale. " Se è ben preparata, dissi, la sessione del Sinodo permetterà di coinvolgere tutti i settori della comunità cristiana: singoli, piccole comunità, parrocchie, diocesi ed istituzioni locali, nazionali ed internazionali ".30

Tra l'inizio del mio Pontificato e l'inaugurazione dell'Assemblea speciale per l'Africa del Sinodo dei Vescovi, ho potuto effettuare dieci Visite pastorali in Africa e in Madagascar, raggiungendo trentasei nazioni. In occasione dei Viaggi apostolici successivi alla convocazione dell'Assemblea speciale, il tema del Sinodo e quello della necessità per tutti i fedeli di prepararsi all'Assemblea sinodale sono sempre stati presenti in maniera preminente nei miei incontri con il popolo di Dio in Africa. Ho anche approfittato delle visite ad limina dei Vescovi di quel continente per sollecitare la collaborazione di tutti alla preparazione dell'Assemblea speciale per l'Africa. In tre occasioni diverse, poi, ho tenuto, insieme al Consiglio della Segreteria Generale del Sinodo, sessioni di lavoro sul suolo africano: a Yamoussoukro, in Costa d'Avorio (1990), a Luanda, in Angola (1992) e a Kampala, in Uganda (1993), sempre in vista di chiamare gli Africani a prendere parte attiva e corale alla preparazione dell'Assemblea sinodale.

24. La presentazione, il 25 luglio 1990, dei Lineamenta a Lomé, in Togo, in occasione della nona Assemblea generale dello S.C.E.A.M., è stata senz'altro una tappa nuova e importante dell'iter preparatorio all'Assemblea speciale. Si può ben dire che la pubblicazione dei Lineamenta ha avviato decisamente i preparativi del Sinodo in tutte le Chiese particolari dell'Africa. L'Assemblea dello S.C.E.A.M. a Lomé ha adottato una Preghiera per l'Assemblea speciale ed ha chiesto che fosse recitata, sia in pubblico che in privato, in tutte le parrocchie africane fino alla celebrazione del Sinodo. Questa iniziativa dello S.C.E.A.M. è stata veramente felice e non è passata inosservata nella Chiesa universale.

Per favorire, poi, la diffusione dei Lineamenta, parecchie Conferenze episcopali e diocesi hanno tradotto il documento nella loro lingua, come, per esempio, in swahili, arabo, malgascio ed altri idiomi. " Pubblicazioni, conferenze e simposi sui temi del Sinodo sono stati organizzati da diverse Conferenze episcopali, Istituti di teologia e seminari, Associazioni di Istituti di vita consacrata, diocesi, alcuni importanti giornali e periodici, singoli Vescovi e teologi ".31

25. Rendo vivamente grazie a Dio Onnipotente per la cura attenta con cui sono stati redatti i Lineamenta e l'Instrumentum laboris 32 del Sinodo. È stato un impegno affrontato e svolto da africani, Vescovi ed esperti, a cominciare dalla Commissione antepreparatoria del Sinodo, nel gennaio e nel marzo 1989. La Commissione fu poi rilevata dal Consiglio della Segreteria Generale dell'Assemblea speciale per l'Africa del Sinodo dei Vescovi, da me istituito il 20 giugno 1989.

Sono profondamente riconoscente, inoltre, al gruppo di lavoro che ha così ben curato le liturgie eucaristiche per l'apertura e la chiusura del Sinodo. Il gruppo, che contava tra i suoi membri teologi, liturgisti ed esperti in canti e strumenti africani d'espressione liturgica, ha voluto far sì, secondo il mio desiderio, che esse fossero segnate da un chiaro carattere africano.

26. Ora devo aggiungere che la risposta degli Africani al mio appello a partecipare alla preparazione del Sinodo è stata veramente ammirevole. L'accoglienza riservata ai Lineamenta, sia all'interno che al di fuori delle comunità ecclesiali africane, ha superato largamente ogni previsione. Molte Chiese locali si sono servite dei Lineamenta per mobilitare i fedeli e, fin d'ora, possiamo senz'altro dire che i frutti del Sinodo cominciano a manifestarsi in un nuovo impegno e in una rinnovata presa di coscienza dei cristiani d'Africa.33

Lungo le diverse fasi della preparazione dell'Assemblea speciale, numerosi membri della Chiesa in Africa — clero, religiosi, religiose, laici — si sono inseriti in maniera esemplare nell'itinerario sinodale, " camminando insieme ", mettendo ciascuno i propri talenti al servizio della Chiesa e pregando insieme con fervore per il successo del Sinodo. Più d'una volta gli stessi Padri del Sinodo hanno segnalato, nel corso dell'Assemblea sinodale, che il loro lavoro veniva facilitato grazie proprio alla " preparazione accurata e minuziosa di questo Sinodo, svoltasi con il coinvolgimento attivo di tutta la Chiesa in Africa ad ogni livello ".34

Dio vuole salvare l'Africa

27. L'Apostolo dei Gentili ci dice che Dio " vuole che tutti gli uomini siano salvati ed arrivino alla conoscenza della verità. Uno solo, infatti, è Dio e uno solo il mediatore fra Dio e gli uomini, l'uomo Gesù Cristo, che ha dato se stesso in riscatto per tutti " (1 Tm 2, 4-6). Poiché Dio chiama tutti gli uomini ad un unico e medesimo destino, che è divino, " dobbiamo ritenere che lo Spirito Santo dia a tutti la possibilità di venire a contatto, nel modo che Dio conosce, col mistero pasquale ".35 L'amore redentore di Dio abbraccia l'intera umanità, ogni razza, tribù e nazione: abbraccia quindi anche le popolazioni del continente africano. La Provvidenza divina volle che l'Africa fosse presente durante la Passione di Cristo nella persona di Simone di Cirene, costretto dai soldati romani ad aiutare il Signore nel portare la Croce (cfr Mc 15, 21).

28. La liturgia della sesta domenica di Pasqua del 1994, durante la solenne Celebrazione eucaristica per la conclusione della Sessione di lavoro dell'Assemblea speciale, mi offrì l'occasione di sviluppare una riflessione sul disegno salvifico di Dio nei confronti dell'Africa. Una delle letture bibliche, tratta dagli Atti degli Apostoli, rievocava un avvenimento che può essere considerato come il primo passo nella missione della Chiesa verso i pagani: il racconto della visita fatta da Pietro, sotto l'impulso dello Spirito Santo, alla casa di un pagano, il centurione Cornelio. Fino a quel momento il Vangelo era stato proclamato soprattutto tra gli ebrei. Dopo aver esitato non poco, Pietro, illuminato dallo Spirito, decise di recarsi nella casa di un pagano. Arrivato colà, fu gioiosamente sorpreso per il fatto che il centurione attendeva Cristo e il Battesimo. Il libro degli Atti degli Apostoli riferisce: " I fedeli circoncisi, che erano venuti con Pietro, si meravigliavano che anche sopra i pagani si effondesse il dono dello Spirito Santo; li sentivano infatti parlare lingue e glorificare Dio " (10, 45-46).

In casa di Cornelio, in un certo senso, si riprodusse il miracolo della Pentecoste. Pietro disse allora: " In verità sto rendendomi conto che Dio non fa preferenze di persone, ma chi lo teme e pratica la giustizia, a qualunque popolo appartenga, è a lui accetto [...]. Forse che si può proibire che siano battezzati con l'acqua questi che hanno ricevuto lo Spirito Santo al pari di noi? " (At 10, 34-35.47).

Cominciò così la missione della Chiesa ad gentes, della quale Paolo di Tarso diventerà il principale araldo. I primi missionari arrivati nel cuore dell?Africa hanno certamente conosciuto una meraviglia simile a quella sperimentata dai cristiani dei tempi apostolici davanti all'effusione dello Spirito Santo.

29. Il disegno di Dio per la salvezza dell'Africa sta all'origine della diffusione della Chiesa nel continente africano. Essendo tuttavia la Chiesa, secondo la volontà di Cristo, per sua natura missionaria, ne segue che la Chiesa in Africa è chiamata ad assumere essa stessa un ruolo attivo al servizio del progetto salvifico di Dio. Per questo ho spesso detto che " la Chiesa in Africa è la Chiesa missionaria e di missione ".36

L'Assemblea speciale per l'Africa del Sinodo dei Vescovi ha avuto il compito di esaminare gli strumenti mediante i quali gli Africani potranno meglio realizzare il mandato che il Signore risorto ha donato ai suoi discepoli: " Andate, dunque, ed ammaestrate tutte le nazioni " (Mt 28, 19).

 

Questo sito utilizza i cookie e tecnologie simili necessarie al funzionamento e per una migliore navigazione. Utilizzando il sito, accetti l'utilizzo dei cookies

Privacy Policy