Origene

Omelia terza sul Genesi

La circoncisione di Abrahamo

1. Poiché in molti passi della divina Scrittura leggiamo che Dio parla agli uomini, e per questo i Giudei, ma anche alcuni dei nostri, ritennero che Dio dovesse esser concepito quasi come un uomo, cioè contrassegnato da membra e aspetto umani, mentre i filosofi disprezzano queste cose come mitiche e nate a somiglianza di invenzioni poetiche, mi pare opportuno in primo luogo fare un piccolo discorso su queste cose, e poi passare a quel che è stato proclamato.

In primo luogo, dunque, il nostro discorso è per coloro i quali, essendo al di fuori, fanno strepito intorno a noi con arroganza, dicendo che al Dio eccelso, invisibile, incorporeo, non si addice avere passioni umane. Dicono: Se gli attribuite l'uso della parola, gli attribuirete senza dubbio anche la bocca, la lingua e le altre membra, mediante le quali si adempie la funzione del parlare; e, se è così, ci si è allontanati dal Dio invisibile e incorporeo; e, mettendo insieme molti argomenti di tal sorta, non lasciano in pace i nostri.

Con l'aiuto delle vostre preghiere, pertanto, affronteremo brevemente queste cose, come il Signore ce lo concederà.

Dio ha cura delle cose umane

2. Allo stesso modo che professiamo Dio incorporeo, onnipotente, invisibile, così confessiamo come dogma sicuro e incrollabile che egli ha cura delle cose umane, e che nulla si compie né in cielo né in terra al di fuori della sua provvidenza.

Ricorda che abbiamo detto che nulla si compie senza la sua provvidenza, non: senza la volontà. Giacché molte cose si compiono senza la sua volontà, nulla senza la provvidenza.

Infatti è mediante la provvidenza che egli procura, dispensa, provvede le cose che accadono, mentre è mediante la volontà che vuole o non vuole qualcosa. Ma ne parleremo altrove; questa esposizione, infatti, sarebbe troppo lunga e diffusa.

Dunque, per il fatto che professiamo Dio come colui che tutto provvede e dispensa, ne consegue che egli indica quel che vuole e quel che occorre agli uomini: se non lo indicasse, non provvederebbe all'uomo, e non si potrebbe credere che si dia cura delle cose degli uomini.

Dio, dunque, indica agli uomini quel che vuole che facciano, e con quali sentimenti, in particolare, dobbiamo dire che lo indica? Non forse con quelli che hanno e conoscono gli uomini? Per esempio, se dicessimo che Dio tace, ritenendolo conveniente alla sua natura, come si potrebbe pensare che egli abbia indicato qualcosa mediante il silenzio? Ma si dice che ha parlato, affinché, sapendo gli uomini che, mediante questo mezzo, conoscono l'uno la volontà dell'altro, possano riconoscere che le parole trasmesse loro dai profeti, sono indizi della volontà di Dio. Certo non si comprenderebbe come in esse si trovi la volontà di Dio, se non si dicesse che egli ha detto quelle cose, poiché non si ha esperienza né conoscenza che fra gli uomini si possa indicare una qualche volontà mediante il silenzio.

Ma, di nuovo, non diciamo queste cose cadendo nell'errore dei Giudei, o anche di alcuni dei nostri, che errano con loro, così che, non potendo la fragilità umana sentir parlare di Dio altrimenti che mediante realtà e parole note, riteniamo per questo che Dio agisca anche con membra simili alle nostre e aspetto umano. Questo è estraneo alla fede della Chiesa.

Ma si dice che Dio ha parlato all'uomo o con l'ispirazione nel cuore di ciascuno dei santi, o facendo giungere al loro orecchio il suono della voce.

Allo stesso modo, quando indica che gli è noto quel che uno dice o fa, dice di avere udito; quando indica che abbiamo compiuto qualcosa di ingiusto, dice di essere adirato; quando ci rimprovera di essere ingrati verso i suoi benefici, dice di pentirsene, indicando queste cose per mezzo di questi sentimenti, propri dell'uomo, ma senza tuttavia far uso di quelle membra che sono della natura del corpo. Giacché la sua sostanza è semplice, non composta di membra, legami, sentimenti, ma tutto quel che si compie per le divine potenze, o viene presentato col nome di membra umane, o si enuncia per mezzo di sentimenti noti e comuni, affinché gli uomini possano capirlo. In questo modo si dice che Dio si adira, ascolta, parla.

Infatti, se si definisce la voce umana come aria colpita, cioè percossa dalla lingua, anche la voce di Dio può essere detta aria colpita dalla forza o dalla volontà divina.

Da qui deriva che, quando si dà una voce che viene da Dio, non giunge agli orecchi di tutti, ma l'ascoltano solo quelli cui interessa, perché tu comprenda che il suono non è trasmesso dal battito della lingua - altrimenti tutti l'udrebbero -, ma è regolato dalla guida di un cenno celeste.

Tuttavia, si riferisce che spesso la parola di Dio è stata rivolta ai profeti, ai patriarchi, e ad altri santi, anche senza suono di voce, come ci insegnano ampiamente tutti i sacri libri: per dirla in breve, in questi casi l'anima illuminata dallo Spirito di Dio si plasma in parole. E quindi, sia che Dio abbia manifestato la sua volontà in questo modo, o in quello che abbiamo detto sopra, si dice che ha parlato.

Dunque, secondo questa intelligenza, trattiamo ora di alcune delle cose che sono state proclamate.

I responsi ad Abrahamo

3. Molti responsi sono dati da Dio ad Abrahamo, ma non tutti sono diretti alla medesima persona: giacché certuni lo sono ad Abramo, certi altri ad Abrahamo, cioè alcuni dopo il mutamento del nome, altri mentre ancora era chiamato col nome di nascita.

Il primo oracolo rivolto da Dio ad Abramo, prima del mutamento del nome, dice: Esci dalla tua terra, dalla tua parentela, e dalla casa di tuo padre (Gen 12, 1), e il resto; ma qui non viene dato alcun ordine riguardo al patto di Dio e alla circoncisione: giacché non poteva, in quanto era ancora Abramo, e portava il nome della nascita carnale, ricevere il patto di Dio e il segno della circoncisione.

Ma quando uscì dalla sua terra e dalla sua parentela , allora gli furono rivolti responsi più sacri, in primo luogo: Non sarai più chiamato Abramo, ma Abrahamo sarà il tuo nome (Gen 17, 5); allora ricevette anche il patto di Dio, e la circoncisione, segno della fede (cf Rm 4, 11), che non avrebbe potuto ricevere finché era nella casa paterna, fra i congiunti secondo la carne, e quando ancora era chiamato Abramo.

Ma, sia lui che la sposa, non furono neppure chiamati anziani, fino a che fu nella casa del padre, coabitando nella carne e nel sangue; ma dopo che partì di là, meritò di essere chiamato sia Abrahamo che anziano; dice infatti: Erano entrambi presbiteri, cioè anziani, Abrahamo e la sua veneranda sposa, e avanzati negli anni (Gen 18, 11).

Quanti prima di loro vissero vite ben più lunghe di anni, novecento e più anni, alcuni vissero fino a poco prima del diluvio, eppure nessuno di questi è stato chiamato anziano.

Infatti, con tale nome, non fu chiamata in Abrahamo la vecchiezza del corpo, ma la maturità del cuore.

Così dice il Signore anche a Mosè: Scegliti degli anziani, che tu stesso sappia che sono anziani (Num 11, 16). Consideriamo con maggiore diligenza la voce del Signore, per vedere cosa significhi questa aggiunta: Che tu stesso sappia che sono anziani. Forse che, riguardo a uno che mostrava l'età senile del corpo, non appariva chiaro agli occhi di tutti che era presbitero, cioè anziano? E perché dunque soltanto a Mosè, al profeta così grande e di tal genere, è comandato questo discernimento particolare, che siano scelti non quelli che conoscono gli altri uomini, né quelli che riconosce la gente inesperta, ma quelli che eleggerà il profeta ripieno di Dio? La disposizione, dunque, non riguarda il loro corpo, non l'età, ma l'anima.

Tali dunque erano i beati anziani Abrahamo e Sara. E per prima cosa vengono loro mutati i nomi di famiglia, assegnati dalla nascita carnale.

Avendo infatti Abrahamo novantanove anni, gli apparve Dio, e disse: Io sono Iddio, sii gradito al mio cospetto, e sii irreprensibile, e porrò il mio patto fra me e te. E Abrahamo cadde sulla sua faccia e adorò Dio, e Dio gli parlò dicendo: Io sono, ecco il mio patto con te, e sarai padre di una moltitudine di genti, e in te saranno benedette tutte le genti, e il tuo nome non sarà più chiamato Abramo, ma il tuo nome sarà Abrahamo (Gen 17, 1-5). E, avendo dato questo nome, subito soggiunge: Porrò il mio testamento fra me e te, e il tuo seme dopo di te. E questo è il patto che osserverai fra me e te, e il tuo seme dopo di te (Gen 17, 7); e aggiunge ancora:

Sarà circonciso ogni vostro maschio, e circonciderete la carne del vostro prepuzio (Gen 17, 13).


 


La circoncisione

4. Poiché siamo giunti a questi passi, voglio ricercare se il Dio onnipotente, che ha il dominio del cielo e della terra, volendo stabilire il patto con un uomo santo, riponeva l'apice di un così grande commercio nel fatto che venisse circonciso il prepuzio della sua carne e della progenie che sarebbe venuta da lui. Infatti il mio patto sarà sulla tua carne (Gen 17, 13): il Signore del cielo e della terra (cf Gen 24, 3) attribuiva dunque questo come titolo d'onore del patto eterno a colui che, unico, aveva scelto fra tutti i mortali? E in queste sole cose i maestri e i dottori della sinagoga ripongono la gloria dei santi; ma, se volete, venite e ascoltate in qual modo la Chiesa del Cristo, la quale per mezzo del Profeta aveva detto: Molto sono stati onorati da me i tuoi amici, o Dio (Sal 139), onori gli amici del suo sposo, e quanta gloria attribuisca ad essi, nel raccontarne le gesta.

Dunque, ammaestrati dall'apostolo Paolo, diciamo che, allo stesso modo che molte altre cose accadevano come figura e immagine della verità futura (cf 1 Cor 10, 11), così anche la circoncisione carnale era figura della circoncisione spirituale, della quale era ben giusto e conveniente che il Dio della gloria (Sal 29, 3) desse agli uomini i precetti.

Ascoltate dunque come Paolo, dottore delle genti nella fede e nella verità (1 Tm 2, 7), ammaestra la Chiesa riguardo al mistero della circoncisione del Cristo. Dice: Vedete l'incisione - parla dei giudei, incisi nella carne -, infatti la circoncisione siamo noi, che serviamo a Dio nello spirito, e non riponiamo fiducia nella carne (Fil 3, 2-3).

Questa è una delle parole di Paolo sulla circoncisione; ascoltane un'altra: Non infatti colui che visibilmente è giudeo, né la circoncisione che è visibile nella carne, ma colui che nel segreto è giudeo, per la circoncisione del cuore, nello spirito, non nella lettera (Rm 2, 28-29): non ti sembra più giusto parlare di tale circoncisione, a proposito dei santi e amici di Dio, piuttosto che di una mutilazione della carne?

Non vorremmo che la novità del discorso spaventasse non solo i Giudei, ma anche qualcuno dei nostri fratelli. Sembra che Paolo, introducendo il discorso della circoncisione del cuore, presuma l'impossibile: come può accadere che si circoncida un membro che, coperto delle viscere interiori, resta nascosto agli sguardi stessi degli uomini?

Ritorniamo dunque alla parola dei profeti, affinché, per la vostra preghiera, si illuminino gli argomenti in questione.

Il profeta Ezechiele dice: Ogni straniero incirconciso di cuore e incirconciso di carne, non entrerà nel mio santuario (Ez 44, 9); e parimenti, in altro luogo, con rimprovero non minore, il Profeta dice: Tutti gli stranieri sono incirconcisi nella carne, ma i figli di Israele sono incirconcisi nel cuore (Ger 9, 26): si mostra dunque che, se uno non è circonciso nel cuore, anche se circonciso nella carne, non entrerà nel santuario di Dio.

La circoncisione delle orecchie

5. Ma sembrerà che io sia prigioniero delle mie argomentazioni. Infatti, proprio per questa testimonianza del Profeta, il giudeo subito mi incalza e dice: ecco, il Profeta indica l'una e l'altra circoncisione, della carne e del cuore; non resta spazio per l'allegoria, se si richiedono entrambe le circoncisioni.

Se mi aiuterete con le vostre preghiere, affinché si degni la parola del Dio vivo (1 Pt 1, 23) di assistere l'aprirsi della nostra bocca (Ef 6, 19), potremo, con la sua guida, uscire, attraverso lo stretto cammino di questo problema, agli ampi spazi della verità, poiché, riguardo alla circoncisione della carne, dobbiamo confutare non solo i Giudei carnali, ma anche alcuni di quelli che sembrano avere accolto il nome del Cristo, e tuttavia ritengono sia da ricevere la circoncisione carnale, come gli Ebioniti, e quanti errano per una simile mancanza di discernimento.

Serviamoci dunque delle testimonianze dell'Antico Testamento, alle quali essi ricorrono volentieri. Sta scritto nel profeta Geremia: Ecco, questo popolo è incirconciso di orecchie (Ger 6, 10); ascolta, Israele, la voce del Profeta; ti muove un grande rimprovero, ti imputa una grande colpa. Di questo ti si accusa: di essere incirconciso nelle orecchie; e perché, sentendo queste parole, non hai usato il ferro per le tue orecchie, incidendole? Dio ti incolpa e ti condanna, poiché non hai le orecchie circoncise: infatti non permetto che tu ti rifugi nelle nostre interpretazioni allegoriche, che Paolo ci ha insegnato. Perché ti fermi nel circoncidere? Taglia le orecchie, tronca le membra, che Dio ha creato per l'utilità dei sensi e l'ornamento dell'essere umano; giacché tu intendi cosi le parole divine!

Ma ti farò anche un altro esempio, cui non potrai contraddire.

Nel passo dell'Esodo, in cui noi, nei codici della Chiesa, abbiamo scritto che Mosè risponde al Signore dicendo: Signore, provvedi un altro da mandare; infatti io sono di esile voce e tardo di lingua, voi avete negli esemplari ebraici: Io sono incirconciso di labbra (cf Es 4, 13. 10). Ecco, secondo i vostri esempi., che dite più veri, avete la circoncisione delle labbra.

Se dunque, secondo voi, Mosè dice di essere ancora indegno, perché non è circonciso di labbra, certamente questo indica che è più degno e santo colui che è circonciso di labbra. Usate dunque la falce anche per le labbra, e tagliate le pelli della bocca, giacché vi è gradito un simile intendimento delle lettere divine.

Che se riconducete la circoncisione delle labbra ad allegoria, e dite non meno allegorica e in figura la circoncisione delle orecchie, come mai non ricercate l'allegoria anche nella circoncisione del prepuzio?

Ma lasciamo da parte quelli che, alla maniera degli idoli, hanno orecchie e non odono, e hanno occhi e non vedono (Sal 115, 6. 5); ma voi, o popolo di Dio, e popolo scelto come acquisizione per narrare le potenze del Signore (cf 1 Pt 2, 9-10), accogliete la degna circoncisione della parola di Dio nelle vostre orecchie, nelle labbra, nel cuore, nel prepuzio della vostra carne, e assolutamente in tutte le vostre membra.

Siano circoncise le vostre orecchie secondo la parola di Dio, così da non accogliere la voce del nemico, da non udire le parole del malèdico e del bestemmiatore, da non essere aperte alle calunnie, alla menzogna, all'irritazione. Siano tappate e chiuse, per non ascoltare il giudizio del sangue (cf Is 33, 15), essere aperte a canzoni impudiche, a melodie di teatro; non accolgano nulla di osceno, ma si distolgano da ogni spettacolo corrotto.

E' questa la circoncisione con la quale la Chiesa del Cristo circoncide le orecchie dei suoi infanti; e queste sono le orecchie, credo, che il Signore ricercava nei suoi ascoltatori dicendo: Chi ha orecchie da ascoltare, ascolti (Mt 13, 9). Infatti nessuno può ascoltare con orecchie incirconcise e immonde le pure parole della sapienza e della verità.

Passiamo, se volete, anche alla circoncisione delle labbra. Penso che sia incirconciso di labbra (Es 6, 30) colui che non l'ha fatta ancora finita con le parole stolte, con le scurrilità, che oltraggia i buoni, che accusa il prossimo, che fomenta le liti, che muove calunnie, che mette in conflitto i fratelli fra loro con parole false, che pronuncia cose vane, sciocche, mondane, impudiche, turpi, ingiuriose, insolenti, blasfeme, e altre cose, che sono indegne di un cristiano. Ma, se uno trattiene la sua bocca da tutte queste cose, e regola i suoi discorsi con giudizio (Sal 112, 5), reprime la loquacità, frena la lingua, modera le parole, costui è detto a buon diritto circonciso di labbra.

Ma anche quelli che parlano altezzosamente iniquità e protendono la lingua fino al cielo (cf Sal 73, 8-9), come fanno gli eretici, si devono chiamare incirconcisi e immondi di labbra, mentre circonciso e mondo è colui che parla sempre la parola di Dio, e proferisce la sana dottrina, fortificata dalle regole evangeliche ed apostoliche.

In tal maniera, dunque, si dà nella Chiesa di Dio anche la circoncisione delle labbra.

Alleanza eterna fra Dio e l'uomo

6. Ora, secondo la nostra promessa, vediamo in qual modo debba essere assunta anche la circoncisione della carne.

Nessun dubbio che questo membro, in cui è il prepuzio, serva alle funzioni naturali dell'unione carnale e della generazione. Dunque: chi si comporta riguardo a moti siffatti nel tempo opportuno, non oltrepassa i limiti imposti dalle leggi, non conosce altra donna se non la legittima sposa, e anche ad essa si unisce solo per avere prole in giorni stabiliti e leciti, costui si può dire circonciso nel prepuzio della sua carne. Ma chi si lascia andare ad ogni lascivia, e disordinatamente inclina ad amplessi diversi e illeciti, ed è trasportato senza freno nel gorgo di ogni libidine, costui è incirconciso nel prepuzio della sua carne.

La Chiesa del Cristo, invero, rafforzata dalla grazia di colui che per lei è stato crocifisso, non solo si astiene dai talami illeciti e nefandi, ma anche da quelli permessi e leciti, e, come vergine sposa del Cristo, fiorisce di vergini caste e pudiche, nelle quali si è compiuta la vera circoncisione del prepuzio della carne, e veramente si custodisce intatto nella loro carne il patto di Dio, il patto eterno.

Ci resta da accennare anche alla circoncisione del cuore. Chi ribolle di desideri osceni e di turpi brame, e, per dirla in breve, commette adulterio nel cuore (Mt 5, 28), è incirconciso di cuore (cf Ez 44, 9); ma anche chi conserva nell'anima sentimenti eretici, e formula nel cuore affermazioni blasfeme contro la scienza di Cristo, costui è incirconciso di cuore; chi invece custodisce pura la fede nella schiettezza della coscienza, è circonciso di cuore; di lui si può dire: Beati i puri di cuore, perché essi vedranno Dio (Mt 5, 8).

Quanto a me, similmente, oso aggiungere anche questo alle parole profetiche, che, come bisogna essere circoncisi nelle orecchie, nelle labbra, nel cuore, e nel prepuzio della carne, secondo quanto abbiamo detto sopra, così forse hanno bisogno di circoncisione anche le nostre mani, i nostri piedi, vista, odorato, tatto. Infatti, perché l'uomo di Dio sia perfetto in tutto, sono da circoncidersi tutte le membra, così le mani: dalle rapine, dai furti, dalle stragi, e aprirsi soltanto alle opere di Dio.

Sono da circoncidersi i piedi, che non siano veloci a spargere il sangue (cf Sal 14, 3) e non entrino nel consesso dei maligni (Sal 1, 1), ma vadano solo per comando di Dio.

Sia circonciso anche l'occhio, per non bramare le cose altrui, per non guardare una donna con concupiscenza (cf Es 20, 17; Mt 5, 28): chi, lascivo e curioso, vaga con gli sguardi sulle forme femminee, è incirconciso di occhi.

Chi, sia che mangi sia che beva, come comanda l'Apostolo, mangia e beve a gloria di Dio (cf 1 Cor 10, 31), è circonciso nel gusto; mentre colui il cui Dio è il ventre (cf Fil 3, 19) ed è schiavo dei piaceri della gola, potrei dire che ha il gusto incirconciso.

Chi contiene il buon odore del Cristo (2 Cor 2, 15), e ricerca nelle opere di misericordia l'odore soave (cf Gen 8, 21; Lv 1, 9; ecc.), ha l'odorato circonciso; invece chi avanza cosparso dei migliori unguenti (Am 6, 6), dobbiamo chiamarlo incirconciso nell'odorato.

Ma anche ogni singolo membro, se è soggetto, nella sua funzione, ai comandamenti di Dio, può dirsi circonciso; se invece si abbandona alla lussuria, al di là delle leggi prescrittegli da Dio, è da ritenersi incirconciso. Penso sia questo quel che ha detto l'Apostolo: Come infatti avete offerto le vostre membra per servire all'iniquità per l'iniquità, così ora offrite le vostre membra per servire alla giustizia per la santificazione (Rm 6, 19).

Quando le nostre membra servivano alla iniquità, non erano circoncise, e non c'era in esse il patto di Dio; ma quando hanno incominciato a servire alla giustizia per la santificazione (cf Rm 6, 19), si adempie in esse la promessa che è stata fatta ad Abrahamo. Allora infatti viene sigillata in loro la legge di Dio e il suo patto.

Questo è veramente il sigillo della fede (cf Gen 17, 11; Rm 4, 11), che contiene il patto dell'alleanza eterna fra Dio e l'uomo; questa è la circoncisione che, mediante Gesù, fu data al popolo di Dio con coltelli di pietra (Gs 5, 2). E qual è il coltello di pietra, e quale la spada, con cui è stato circonciso il popolo di Dio? Ascolta quel che dice l'Apostolo: Viva è la parola di Dio, efficace, e più acuta di ogni spada acuta dall'una e dall'altra parte, e giunge fino a dividere l'anima dallo spirito, le giunture dalle midolla; e discerne i pensieri e le intenzioni del cuore (Eb 4, 12); questa è dunque la spada, con la quale dobbiamo essere circoncisi, e della quale dice il Signore Gesù: Non sono venuto a portare la pace sulla terra, ma la spada (Mt 10, 34): non ti sembra più degna questa circoncisione, e che in essa si debba collocare il patto di Dio?

Confronta, se ti fa piacere, queste nostre cose con le vostre favole giudaiche e turpi narrazioni, e vedi se in quelle vostre, o non piuttosto in queste che sono annunciate nella Chiesa del Cristo, si osservi la circoncisione che viene da Dio; se non ti accorgi e capisci da te stesso che la circoncisione della Chiesa è onorevole, santa, degna di Dio, mentre la vostra è turpe, sconcia, deforme, e che preferisce la volgarità anche nell'attitudine e nell'aspetto.

Dice Dio ad Abrahamo: Sarà la circoncisione e il mio patto sulla tua carne (Gen 17, 13). Se tale sarà la nostra vita, così proporzionata e composta in tutte le sue membra, che tutti i nostri movimenti si svolgano secondo la legge di Dio, veramente sarà sulla nostra carne il patto di Dio (cf Gen 17, 13).

Con questo abbiamo percorso brevemente l'Antico Testamento, per confutare coloro che confidano nella circoncisione della carne, e, insieme, per edificare la Chiesa del Signore.

Il patto di nostro Signore

7. Passo ora al Nuovo Testamento, in cui è la pienezza di tutte le cose, e quindi voglio mostrare come anche noi possiamo avere sopra la nostra carne il patto del nostro Signore Gesù Cristo. Infatti non basta che tali cose si dicano solo nominalmente e a parole, ma bisogna adempiere con i fatti. Dice l'apostolo Giovanni: Ogni spirito che confessa che Gesù è venuto nella carne, è da Dio (1 Gv 4, 2); e che dunque? Se uno che pecca e non agisce rettamente confessa che Gesù è venuto nella carne, ci sembrerà che confessi nello Spirito di Dio? Questo non è avere il patto di Dio sulla carne, ma nella voce. A lui si dice subito: Ti sbagli, o uomo, il regno di Dio non è nella parola, ma nella potenza (1 Cor 4, 20).

Sto cercando come sarà il testamento del Cristo sopra la mia carne. Se mortificherò le mie membra, che sono sulla terra (cf Col 3, 5), avrò il patto del Cristo sopra la mia carne; se sempre porterò intorno nel mio corpo la morte di Gesù Cristo (cf 2 Cor 4, 10) nel mio corpo c'è il patto del Cristo, poiché, se soffriamo insieme, insieme anche regneremo (2 Tm 2, 12); se sarò piantato a somiglianza della sua morte (cf Rm 6, 5) mostro che il suo patto è sulla mia carne.

A che giova che io dica che il Cristo è venuto soltanto in quella carne che ha assunto da Maria, e non mostri che è venuto anche in questa mia carne? Allora solamente lo mostro, se, come prima ho offerto le mie membra per servire all'iniquità per l'iniquità, ora le volgerò e le offrirò per servire alla giustizia per la santificazione (cf Rm 6, 19).

Mostro che il patto di Dio è nella mia carne, se potrò dire con Paolo che sono con-crocifisso con il Cristo; vivo non più io, ma vive in me il Cristo (Gal 2, 19-20), e se potrò dire, come egli diceva: Io poi porto le stigmate del mio Signore Gesù Cristo nel mio corpo (Gal 6, 17): veramente mostrava che il patto di Dio era sulla sua carne, lui che diceva: Chi ci separerà dall'amore di Dio, che è in Cristo Gesù? La tribolazione, l'angoscia, il pericolo, la spada? (Rm 8, 35. 39).

Infatti, se confessiamo soltanto con la voce Gesù Signore, e non mostriamo che il patto di lui è sulla nostra carne secondo quanto abbiamo esposto sopra, sembrerà che anche noi facciamo qualcosa di simile ai Giudei, che pensano di confessare Dio soltanto per il segno della circoncisione, ma lo negano con i fatti.

Conceda dunque a noi il Signore di credere con il cuore, di confessare con la bocca (cf Rm 10, 9), di provare con le opere che il patto di Dio è sulla nostra carne, affinché gli uomini, vedendo le nostre opere buone, diano gloria al nostro Padre che è nei cieli (cf Mt 5, 16), per Gesù Cristo, nostro Signore, al quale è la gloria nei secoli dei secoli. Amen (Gal 1, 5).

 

 

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