Precetti e Leggi

del nostro padre Pacomio sulle sei preghiere della sera

e sulla sinassi delle sei preghiere

che si tiene nelle singole case

(Praecepta ac Leges)

 

 

 

1. Il preposito della casa e il secondo dovranno intrecciare venticinque bracciate di foglie di palma perché anche gli altri lavorino sul loro esempio. E se non saranno presenti, colui che presiede al loro posto si applicherà a questo lavoro e in questa stessa misura.

2. Vengano alla sinassi dopo esser stati chiamati e nessuno uscirà dalla cella prima che siano chiamati. Se qualcuno trasgredisce questi precetti, soggiacerà al solito rimprovero

3. Non si spingano i fratelli a lavorare di più, ma un'e­quilibrata fatica inciti tutti a lavorare e vi sia fra loro pace e concordia; si sottomettano volentieri ai superiori, stiano al loro posto sia quando sono seduti che quando camminano o stanno in piedi, e gareggino vicendevolmente in umiltà.

4. Se sarà stato compiuto qualche peccato, i padri dei monasteri potranno correggerlo e stabilire che cosa si debba fare.

5. Ma il preposito alla casa e chi è secondo dopo di lui avranno solamente il diritto di costringere i fratelli a sottomettersi alla penitenza per i singoli peccati o nella sinassi della casa o nella sinassi maggiore, quella cioè di tutti i fratelli.

6. Se un preposito è in viaggio, chi è secondo prenderà il suo posto sia per ricevere la penitenza dei fratelli, sia per qualunque altra cosa necessaria alla casa.

7. Se uno, all'insaputa del preposito e del suo secondo, sarà andato in un'altra casa o da un fratello di un'altra casa per chiedergli in prestito un codice o qualche altra cosa e in questo sarà trovato colpevole, sarà punito secondo le norme del monastero.

8. Chi vuole vivere senza macchia e senza disprezzo nella casa a cui è stato assegnato, dovrà osservare davanti a Dio tutto ciò che è stato ordinato.

9. Qualunque cosa occorra sia nel monastero che nei campi, se il preposito della casa è occupato, vi provveda il secondo.

10. È una grande gioia recitare le sei preghiere della sera sul modello della sinassi maggiore, nella quale tutti i fratelli sono riuniti insieme e le si recita così facilmente che non comportano fatica alcuna e non accade che la fatica ingeneri tedio.

11. Se uno viene da fuori ed è stanco per il caldo e gli altri fratelli stanno recitando le preghiere, se non può anda­re, non vi sarà costretto.

12. Quando i prepositi delle case istruiranno i fratelli sul modo di vivere la vita santa, nessuno sarà assente se non per gravissimi motivi.

13. I superiori che sono inviati all'esterno con i fratelli, finché resteranno fuori, avranno il potere dei prepositi e regoleranno ogni cosa secondo il loro arbitrio. E nei giorni fissati istruiranno i fratelli e, se tra loro nasce una qualche contesa, i superiori per diritto ascolteranno e giudicheranno la questione e riprenderanno il colpevole affinché, su loro ordine, facciano subito la pace con tutto il cuore.

14. Se uno dei fratelli proverà rancore contro il preposito della sua casa, o se il preposito stesso avrà qualche motivo di lamentela contro un fratello, dei fratelli di provata virtù e fedeltà dovranno ascoltarli e operare un giudizio. Se però il padre del monastero è assente o si è recato altrove, in un primo tempo lo aspetteranno. Se poi vedranno che rimane fuori troppo a lungo, allora ascolteranno il preposito e il fratello perché non accada che, sospendendo il giudizio, ne nasca una tristezza ancora più grande. Il preposito e il fratello che gli è sottomesso, come pure quelli che li ascoltano, facciano ogni cosa nel timore di Dio e non offrano occasione di discordia in cosa alcuna.

15. A proposito delle vesti. Se uno ne avrà di più rispetto a quelle prescritte, le consegnerà senza aspettare il richiamo del superiore al custode del guardaroba e non potrà entrarvi né richiederle, ma saranno a disposizione del preposito e di colui che gli è secondo.