ICONA, dal greco Eikon (Immagine)

 

" Luogo di Incontro, Finestra sull'Eternità "

 

Parlare delle Icone implica ricordare, in generale, cosa è l'Icona e cercare di capire la sua importanza nella chiesa Cristiano-Ortodossa ed in generale presso i Cristiani di Oriente ed anche i cattolici di rito bizantino. La parola Icona viene usata abitualmente per pitture a soggetto religioso fatto con una particolare tecnica e soprattutto secondo una tradizione Ecclesiale che ne ha fissato il contenuto e ne ha fatto un "Sacramentale" cioè un segno portatore di grazia.

L'icona è, infatti, più di un'immagine religiosa, è vera arte sacra che ha un posto ben determinato nel culto liturgico e nella devozione privata; è un mezzo efficace per poter conoscere Dio, la Madre di Dio ed i Santi; è una confessione delle verità religiose, non soltanto un'arte che illustra la sacra Scrittura, è un linguaggio che equivale ad essa e che corrisponde alla predicazione Evangelica così come i Testi Liturgici. Inoltre è una forma di espressione semplice e diretta che colpisce e che può mostrare in modo conciso tutto l'insieme della Liturgia di una festa o fissare l'attenzione sull'insieme di un Mistero.

Nella pittura delle Icone, gli artisti, erano tenuti a rispettare severe regole di comportamento onde evitare l'eresia e per questo seguivano tre testi approvati dalla Chiesa Ortodossa; questi artisti venivano controllati sia nei loro studi che nella loro vita privata. In altre parole, l'Icona non è una rappresentazione pittorica con intenti figurativi ed artistici come si è portati a credere, essa è, invece, una Preghiera che santifica l'anima del credente con il mezzo materiale della vista, come il canto santifica attraverso l'udito.

Su queste pitture, infatti, non appaiono né le firme degli artisti né le date di esecuzione, in quanto l'immagine non deve suscitare emozioni umane, ma far conoscere un mondo soprannaturale che può essere interpretato e recepito anche da un pubblico privo di cultura, purché animato da spiritualità e fede.

Abitualmente siamo portati a dire " dipingere un Icona ", ma in realtà il temine esatto, mantenutosi nella tradizione è " scrivere un Icona ", che è anch'essa parola di Dio scritta con l'immagine, mediante un linguaggio codificato da secoli. In corrispondenza dello "scrivere", c'è un "leggere" l'Icona, che ci riguarda tutti: E' un desiderio di scoprirla, di capirla, di approfondirla.

Tutte le Icone, pur diverse tra loro, hanno un'affinità comune, come è comune l'intento con il quale furono "scritte": Testimoniare l'invisibile - sostenere la nostra fede e speranza - aiutarci a pregare - trasfigurarci nella carità.

La prima immagine di Cristo è il Suo volto che, secondo la tradizione, Lui stesso impresse miracolosamente sulla tela di lino (Madillion), al fine di inviare la Sua immagine al Re di Edessa "Abgar" morente. Questa Icona (Cristo Acheropita), secondo la credenza, venne conservata a Costantinopoli, ma, andata dispersa, fu riprodotta in numerosi esemplari da pittori devoti.

Anche della Madonna fu tramandata l'Immagine originale che, secondo la tradizione, venne dipinta da San Luca Evangelista, il quale la rappresentò in tre aspetti diversi: " Madonna Orante (senza Bambino) - Madonna Hodighitria ( con Bambino: Colei che indica la retta via ) - Madonna Eleusa (con Bambino: Immagine della Tenerezza)". - Le Icone della Madre di Dio con il Bambino vengono anche definite "Icone dell'Incarnazione" .

La libertà religiosa concessa da Costantino nel 313 d.C., e la proclamazione del Cristianesimo come religione di Stato nel 380 d.C., diede un forte impulso alla creazione artistica e quindi all'Arte Sacra delle Icone. La devozione manifestata dai Cristiani verso questa forma di arte alimentò il malcontento degli Ebrei e dei Musulmani che, concordemente, aborrivano la raffigurazione umana della Divinità. Anche il Potere Politico vi vedeva, inoltre, una minaccia alla sua autorità.

L'imperatore Leone III, l'Isaurico, preoccupato per la situazione, ordinò nel 726 d.C. la confisca e la distruzione totale delle Icone ovunque Esse si trovassero. Questo stato di cose si protrasse fino all'anno 843 d.C. quando il trionfo delle Icone fu definitivamente affermato dal settimo Concilio Ecumenico di Nicea, ed il lungo periodo iconoclastico fu chiuso per sempre.

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